In provincia 190.000 i contatori dell'acqua. 33.000 mancano all'appello

IL CONTATORE PER UN CONSUMO VIRTUOSO DELL’ACQUA NELL’INTERESSE  DEL SINGOLO, DELLA COLLETTIVITÀ E DELL’AMBIENTE In provincia di Sondrio 190 mila utenze l’hanno già installato, 33 mila ancora no
Nel 2015, quando Secam è diventato il gestore unico del Servizio idrico integrato della provincia di Sondrio, ha ereditato dai Comuni serviti la situazione esistente: circa un terzo delle utenze sprovviste di contatore per l’acqua a fronte di 190 mila che, invece, l’avevano già installato. L’obbligo scatterà alla  fine del 2019 e tutti dovranno, volenti o nolenti, adeguarsi, oggi si punta sulla sensibilizzazione rispetto alle conseguenze positive che ne derivano, non soltanto per il singolo cittadino ma anche per la collettività, per il servizio idrico e per l’ambiente. «Al momento possiamo invitare gli utenti ma non obbligarli - ha spiegato l’amministratore delegato Gildo De Gianni nella conferenza stampa convocata nella sede di via Vanoni, con lui il presidente Alfio Sciaresa e la responsabile del Servizio idrico integrato Brigitte Pellei -: da ottobre 2015 abbiamo avuto 16.326 richieste per la posa dei contatori, per la stragrande maggioranza già evase, in prevalenza da non residenti, con differenze evidenti da comune a comune e da zona a zona. Sono troppo poche». Nei comuni dell’Alta Valle, ad esempio, con la sola eccezione di Livigno, dove i contatori ci sono, nonostante l’alta incidenza di utenti non residenti, i più pronti a chiedere l’installazione del contatore, la percentuale delle richieste è molto bassa, intorno al 20%. Per contro, in piccoli comuni quali Bema e Pedesina si supera il 90%, a San Giacomo Filippo, Castello dell’Acqua. Madesimo e Tartano la percentuale è intorno al 70%. Grandi difformità motivate dall’impegno messo in campo da alcuni sindaci, che si sono prodigati per divulgare l’importanza dell’installazione, e forse anche dai consumi che, è il caso soprattutto dell’Alta Valle, sono mediamente molto più alti rispetto ai 153 metri cubi all’anno di acqua, fissati a forfait dall’Autorità d’ambito della Provincia di Sondrio, pagati da chi è sprovvisto di contatore. Una situazione che è all’attenzione di Secam e che è oggetto di attenta valutazione: per eliminare l’evidente sperequazione tra chi paga il forfait e chi l’acqua effettivamente consumata si promuoveranno nuove iniziative per favorire l’installazione dei contatori. Sotto accusa sono gli sprechi, evidenti a chi paga l’acqua consumata, che li controlla attraverso il contatore, ma non a chi in bolletta si trova i 153 metri cubi del forfait. «Abitiamo in una valle che ha sempre avuto una grande abbondanza d’acqua ma dobbiamo renderci conto che la situazione è cambiata rispetto al passato, come la siccità di questi mesi testimonia, - ha sottolineato De Gianni -, perciò è necessario modificare le cattive abitudini azzerando gli sprechi e controllare gli impianti evitando perdite. È risaputo, e confermato dai dati, che chi paga per quanto consuma è più attento ad assumere comportamenti virtuosi». Senza contare che l’acqua che scende inutilmente dal rubinetto senza essere utilizzata, entra nella rete di depurazione con un aumento dei costi economici e ambientali. «Soltanto nel momento in cui il contatore sarà regolarmente installato su tutte le utenze, e ciascuna pagherà per l’acqua effettivamente consumata, avremo una situazione di equità fra i cittadini di Valtellina e Valchiavenna - ha concluso Gildo De Gianni -, fino ad allora rimarrà un evidente squilibrio. Per questo mi appello ai sindaci affinché ci aiutino nella sensibilizzazione degli utenti: consumi misurati con il contatore per pagare tutti, nessuno escluso, il giusto salvaguardando l’ambiente e il servizio idrico».
 

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