La questione dei cinghiali: Caccia? Neanche per sogno, dice Sertori
Tanto per cambiare quando si parla di caccia le polemiche fioriscono. Oggetto questa volta i cinghiali che hanno visto alcuni cacciatori muovere le acque – il terreno ci pensano i cinghiali a smuoverlo – con una successiva messa a punto da parte del Presidente della Provincia che pubblichiamo, non senza aver prima sottolineato l'incoscienza di chi ha portato questo bestione nella nostra zona.
Riandiamo indietro nel tempo e precisamente al settembre del 2011: «Da quanto mi dicono i referenti delle zone infestate, ormai entrano negli stalloni a cercare cibo nelle mangiatoie delle vacche – conferma il direttore della Coldiretti Emanuele Ghirardelli – non si tratta di animali selvatici ma di una razza semi-domestica. Siamo di fronte ad animali che non temono l’uomo e che fanno razzia di tutto, dalle pannocchie gli insilati e che, anche per questo sono particolarmente pericolosi oltre che nocivi.
La nostra posizione come organizzazione di categoria è perentoria e nota ormai da un pezzo: vanno assolutamente eradicati da territorio al più presto, evitando che si diffondano a macchia d’olio. Ovunque sono comparsi i cinghiali, da noi, come in altre provincie, la strategia degli importatori è sempre la stessa: si diffondono i cinghiali nel tentativo di costringere le autorità ad aprire la caccia a questi animali.
La finalità è fin troppo chiara ed è quindi indispensabile che siano gli stessi cacciatori a segnalare chi mette in giro i cinghiali. Loro lo sanno benissimo chi è stato e chi continua in questa pratica scellerata. È evidente che non si può assolutamente cedere: se si aprisse la caccia, oltre a dargliela vinta, si favorirebbero nuove immissioni clandestine. Chiediamo infine più sorveglianza sul territorio e maggiori controlli anche stradali da parte della Polizia per giungere alla individuazione degli importatori attraverso un lavoro di intelligence». La Coldiretti non mancava inoltre di sottolineare il pericolo per la sicurezza nelle aree rurali e peri-urbane a causa del proliferare di animali selvatici”.
Siamo nel 2014 e la posizione viene positivamente ribadita da Sertori: “Il cinghiale non sarà mai specie cacciabile, non fino a quando sarò presidente di questa Provincia”. Il Presidente sgombra il campo da ogni possibile equivoco rispetto alle finalità del progetto messo in atto da Palazzo Muzio per potenziare tutte le attività possibili finalizzate all’eradicazione del cinghiale.
“Sono consapevole del fatto – prosegue – che, anche con queste nuove misure, ovvero con la formazione di operatori dedicati, non riusciremo ad estirpare questa specie diffusa per altro da alcuni cacciatori. Sono altresì convinto – conclude Sertori – che, così facendo e mettendo in atto anche le altre misure previste da questo progetto, contribuiremo notevolmente a contenere la sua diffusione nei nostri boschi, riducendo i danni che questi ungulati arrecano alle colture e alle altre specie”.
Entrando nel merito del progetto organizzato e promosso dalla Provincia di Sondrio, le domande per poter partecipare al corso per ottenere la qualifica di operatori abilitati al controllo dei cinghiali hanno già superato le 200 unità. “Un numero consistente – commenta il dirigente del settore Agricoltura della Provincia, Daniele Moroni – tanto che oltre al corso che partirà sabato 15 marzo se ne organizzerà un altro. Il corso - prosegue Moroni è riservato – la legge consente piena libertà in tal senso – solo ai cacciatori esperti di ungulati, cacciatori che per avere questa qualifica sono tenuti a frequentare un corso estremamente selettivo che da loro un’ulteriore e più specifica preparazione.
Gli operatori formati si dovranno attenere alle disposizioni e saranno coordinati dal responsabile di Servizio della Provincia e dalla Polizia Provinciale. Diversa – conclude Moroni – è la situazione di tutti quegli ungulatisti che, in periodo di caccia e qualora non avessero ancora completato il loro piano di abbattimento, possono, se muniti di regolare cartolina e con successiva denuncia, abbattere un cinghiale qualora lo avvistassero”.
“Il cinghiale non sarà mai specie cacciabile, non fino a quando sarò Presidente della Provincia di Sondrio”. Il Presidente Massimo Sertori sgombra il campo da ogni possibile equivoco rispetto alle finalità del progetto messo in atto da Palazzo Muzio per potenziare tutte le attività possibili finalizzate all’eradicazione del cinghiale.
“Sono consapevole del fatto – prosegue – che, anche con queste nuove misure, ovvero con la formazione di operatori dedicati, non riusciremo ad estirpare questa specie diffusa per altro da alcuni cacciatori. Sono altresì convinto – conclude Sertori – che, così facendo e mettendo in atto anche le altre misure previste da questo progetto, contribuiremo notevolmente a contenere la sua diffusione nei nostri boschi, riducendo i danni che questi ungulati arrecano alle colture e alle altre specie”.
Entrando nel merito del progetto organizzato e promosso dalla Provincia di Sondrio, le domande per poter partecipare al corso per ottenere la qualifica di operatori abilitati al controllo dei cinghiali hanno già superato le 200 unità. “Un numero consistente – commenta il dirigente del settore Agricoltura della Provincia, Daniele Moroni – tanto che oltre al corso che partirà sabato 15 marzo se ne organizzerà un altro. Il corso - prosegue Moroni è riservato – la legge consente piena libertà in tal senso – solo ai cacciatori esperti di ungulati, cacciatori che per avere questa qualifica sono tenuti a frequentare un corso estremamente selettivo che da loro un’ulteriore e più specifica preparazione.
Gli operatori formati si dovranno attenere alle disposizioni e saranno coordinati dal responsabile di Servizio della Provincia e dalla Polizia Provinciale. Diversa – conclude Moroni – è la situazione di tutti quegli ungulatisti che, in periodo di caccia e qualora non avessero ancora completato il loro piano di abbattimento, possono, se muniti di regolare cartolina e con successiva denuncia, abbattere un cinghiale qualora lo avvistassero”.
La scheda
Il cinghiale è un mammifero ungulato di grandi dimensioni, della famiglia dei suini, progenitore del maiale domestico. Ha lunghi incisivi e canini sviluppati a zanna su mandibola e mascella di forma allungata (nel maschio i canini si sviluppano con una lunghezza anche di 10 cm.) Il naso termina con un caratteristico musello, utilizzato per scavare il terreno alla ricerca di radici, bulbi e tuberi di cui si ciba. E' alto circa 75-90 cm. al garrese,lunghezza testa-corpo è di 100-150 cm con una coda arricciata di 12-20 cm, il peso nel maschio 45-180 kg. nella femmina 30-150 kg, il corpo è ricoperto di peli irti e setosi, dispone di sensi molto sviluppati. I piccoli hanno un mantello marrone-ocra con strisce bianche longitudinali. Vive di solito in branco e, se assalito, può diventare aggressivo e pericoloso anche per l'uomo.
La vita in natura dura dai 15 ai 20 anni.
Il cinghiale ha regime alimentare quanto mai vario, ma essendo monogastrico si nutre di alimenti ad elevato valore nutritivo. Con il suo grifo usato a mo di aratro riesce ad estrarre i tuberi dal suolo. Si ciba di frutti selvatici, tuberi, rizomi, ghiande, castagne, foraggere, funghi, noci, insetti, rettili, larve.
(Scheda da Università Agraria Veiano).