ART. CONFERMATO IL FERMO NAZIONALE DELL’AUTOTRASPORTO

Annunciato da giorni, il fermo nazionale unitario delle associazioni di categoria dell’autotrasporto è stato ufficialmente proclamato. In tutta Italia i mezzi pesanti si fermeranno per cinque giorni: dalle ore 00.00 del 10 dicembre alle ore 24.00 del 14 dicembre.

Alla decisione, che paralizzerà tutto il Paese proprio nel periodo a ridosso delle festività natalizie con gravi conseguenze per tutte le attività economiche, si è giunti dopo l’ennesima chiusura al dialogo manifestata dal Governo, che, anche in occasione della formulazione della nuova Finanziaria, ha deciso di ignorare le richieste di confronto avanzate dalla categoria.

Il risultato è che nell’ultima manovra le risorse destinate ad abbattere i costi di gestione (gasolio, costo del personale ecc.) che gravano sul settore continuano ad essere insufficienti e le imprese italiane dell’autotrasporto rischiano il fallimento perché non più competitive.

Le associazioni degli autotrasportatori rimarcano che il confronto non ha potuto avere luogo a causa della mancanza di volontà del Governo, che una volta di più si è dimostrato insensibile alle istanze degli imprenditori del comparto. Ciò conferma un fatto grave: il Governo non tiene in alcuna considerazione gli imprenditori del trasporto e pensa di definire le questioni solo con qualche associazione poco rappresentativa.

Per di più il ministro dei Trasporti Bianchi ha fatto pervenire alle associazioni degli autotrasportatori una lettera di precisazioni molto fumose, senza alcun accenno alle risorse destinate alla riduzione dei costi, promesse e mai assegnate nell’anno 2007, risorse vitali per la sopravvivenza delle aziende.

L’autotrasporto italiano vuole dignità e non è più disposto a subire. Per questo ha deciso di proclamare il fermo nazionale per cinque giorni, consapevole che si tratta di una decisione grave, ma inevitabile per richiamare l’attenzione su un comparto di vitale importanza per l’economia del Paese, ma che rischia di uscire dal mercato in mancanza di interventi seri e tempestivi. Verranno comunque garantiti i servizi pubblici essenziali (ospedali, farmacie ecc.)

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