ART. CRISI FINANZIARIA: LE RICHIESTE DI CONFARTIGIANATO AL GOVERNO
Dalle misure per agevolare il credito alle imprese artigiane agli interventi in tema di fisco e previdenza: le misure anti-recessione sollecitate da Confartigianato
Presentata al Governo la "terapia d'urto" di Confartigianato per difendere le micro e piccole imprese dai danni prodotti dal propagarsi della crisi finanziaria all'economia reale.
Il pacchetto di proposte, illustrato a Palazzo Chigi lo scorso 30 ottobre, presenti il premier Silvio Berlusconi e i ministri Giulio Tremonti, Altero Matteoli, Claudio Scajola, Renato Brunetta e il sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta, prevede un piano di interventi organici a sostegno delle MPI.
In primis gli interventi in materia di credito che mirano a garantire la necessaria liquidità alle micro e piccole imprese attraverso il rafforzamento del sistema dei Confidi. Seguono le misure in ambito fiscale, tra queste la proposta di ridurre i tempi di pagamento della Pubblica Amministrazione (mediante la compensazione tra debito tributario e credito di qualsiasi natura vantato nei confronti della PA) e la richiesta di effettuare il versamento dell'Iva solo al momento dell'effettivo pagamento della fattura da parte del debitore. Sollecitata anche l'introduzione di misure di tutela per le imprese soggette agli studi di settore e la revisione delle tariffe dei premi assicurativi INAIL.
Analoghe proposte Confartigianato le aveva già illustrate al Parlamento durante l'audizione presso la Commissione Finanze della Camera del 23 ottobre.
Il primo correttivo che Confartigianato ha sollecitato al Governo per ridurre la distanza tra le imprese e le banche prevede l'attivazione di un Fondo di riassicurazione delle operazioni di credito attraverso l'assistenza della garanzia dei Confidi.
In tema di fisco una delle proposte confederali mira a un intervento che consenta agli imprenditori di compensare i crediti di qualsiasi natura vantati nei confronti della Pubblica Amministrazione con i debiti verso la PA, a qualunque titolo dovuti.
In questo modo si verrebbe a creare una condizione di reciprocità tra le imprese e il pubblico, e si conterrebbero, almeno in parte, i danni prodotti dai ritardi di pagamento della Pubblica Amministrazione. Una situazione, quella dei ritardi di pagamento, che "incidono non poco sull'attività delle aziende - ha dichiarato il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini - che si trovano strette in una morsa fatta di oneri finanziari, costi amministrativi, perdite di tempo, oneri legali per ottenere la riscossione del credito".
Sempre in materia di fisco, la Confederazione ha sollecitato l'emanazione di un provvedimento per permettere alle imprese di versare l'IVA solo al momento dell'incasso della fattura di vendita. In una fase di scarsa liquidità, la misura appare indispensabile: l'impresa, infatti, evita l'esborso anticipato delle somme.
Anche gli studi di settore sono oggetto di una specifica proposta confederale. Il pericolo paventato da Confartigianato è che le imprese nel 2008 corrano il rischio di risultare 'non congrue', visti i bilanci sconvolti dalla grave crisi economica. La richiesta è quella di prevedere elementi di tutela per le imprese al fine di evitare l'utilizzo, in sede di accertamento, di studi che non stimano correttamente i ricavi delle imprese.
Tra gli interventi che possono ridurre i costi delle MPI, Confartigianato indica anche la revisione delle tariffe dei premi assicurativi dovuti dalle imprese all'INAIL come già stabilito dal D.Lgs 23 febbraio 200 n.38
Oltre alle misure contenute nel documento Confartigianato nei giorni scorsi ha avanzato anche un'ulteriore proposta: in vista della prossima scadenza del versamento della seconda rata degli acconti d'imposta che le imprese sono tenute a versare entro il prossimo 30 novembre, la confederazione ha chiesto all'Esecutivo di rimodulare la percentuale di tale acconto, o, in alternativa, di rateizzare l'importo.