PANIFICATORI. IL PANE E IL SUO PREZZO: FACCIAMO CHIAREZZA
In questi giorni l’attenzione mediatica si è concentrata sull’andamento dei prezzi al consumo dei generi alimentari primari quali pane, pasta, latte, ecc. . Si è sentito parlare sempre di spropositati aumenti di questi prezzi e della grave ripercussione che potrebbero avere sul portafoglio degli italiani.
Un valtellinese consuma in media 100 grammi di pane al giorno, con una spesa di 30 centesimi di euro, e spende meno di 10 centesimi per la pasta; una famiglia media così per pane e pasta spende meno di 1,50 euro al giorno.
Non è quindi questo il vero problema per la spesa degli italiani, i problemi reali sono altri; i mezzi di informazione si concentrano su questo aspetto, quando invece nei nostri panieri di spesa sono ben altre le voci che influiscono in maniera significativa sia per l’entità di spesa, sia per i rincari che hanno fatto registrare, pensiamo ad esempio ai cellulari, al carburante, all’energia, ecc.
Certo, lo stipendio delle famiglie comincia ad essere poco per riuscire a soddisfare tutti i bisogni che si presentano, ma è necessario anche tenere conto che questi sono cambiati ed aumentati con il tempo.
Forse una più corretta educazione dei consumatori li porterebbe a guadagnarci sia sul lato del portafoglio che su quello della salute: ad esempio perché diminuire il consumo di pane per sostituirlo con succedanei più ricchi di grassi, coloranti, conservanti e molto spesso più cari?
È per questo che, come categoria proporremo a breve un progetto di educazione alimentare da portare nelle nostre scuole che prenderà il via nei prossimi mesi, per cercare di creare una maggiore consapevolezza nei consumatori su questo alimento, sulle sue caratteristiche e sulle sue virtù.
Al momento le nostre imprese, come in generale tutto il settore produttivo/commerciale, si trovano a dovere fare i conti con i crescenti costi di gestione.
Dal 2002 ad oggi il gasolio da riscaldamento ha avuto rincari di oltre il 30%, l’energia elettrica di oltre il 25%, il costo del personale è salito di circa il 12%, per non parlare del prezzo delle farine che, solo nell’ultimo anno ha fatto registrare una vera e propria impennata, che, in alcuni casi, ha toccato punte del 40/50%*.
Dal 2002 ad oggi il prezzo del pane in provincia è aumentato di poco più del 10%.
Beatrice Martelli
* Sono stati considerati i costi del gasolio per riscaldamento (fonte: prezzi prodotti petroliferi comunicati da CCIAA), il costo dell’energia elettrica (fonte: ASM Sondrio), il costo del personale (figure professionali di riferimento operaio e commessa), costo delle farine (valutazione prezzi all’ingrosso di marche leader di mercato).