09 11 10 ANCORA SUL CROCEFISSO. 3) CROCEFISSO NELLE SCUOLE ED EXTRACOMUNITARI

A Melara via il Crocefisso dall'aula - Aboliamo anche il Natale. Intolleranza talebana - La legge sulla discriminazione - La scuola é laica - E la reciprocità? Superiori all'Islam

A MELARA VIA IL CROCEFISSO DALL'AULA

Nella scuola media di Melara (Spezia) all'arrivo di uno scolaro rom, la docente, supplente, di italiano ha trovato una forma geniale di "attività di accoglienza" nulla trovando di meglio che togliere quello che per lei forse é un arcaico e ingombrante arredo, il crocefisso.

Si fosse trattato o si trattasse di mettere il Crocefisso in un'aula frequentata anche da ebrei, islamici, indù ecc., il problema avrebbe potuto o potrebbe porsi. Non "dovrebbe" ma "potrebbe", non un dovere ma un'opportunità. Questo alla luce della nostra cultura, anche religiosa, (schema XIII del Concilio Ecumenico Vaticano secondo).

Il caso é diverso. Il Crocefisso c'era prima che arrivasse in quell'aula, come può capitare in altre aule, l'extracomunitario di turno.

Un caso come il riposo festivo che in Italia é quello del giorno considerato tale dalla religione cattolica, la domenica.

Il musulmano venuto in Italia fa festa la domenica non il giorno della sua religione che é il venerdì.

L'ebreo venuto in Italia fa festa la domenica non il giorno della sua religione che é il sabato.

Se c'é bisogno di una trasfusione di sangue al figlio di chi per pratica religiosa non ne vuol sapere, in Italia scatta il TSO e la trasfusione si fa.

Da che mondo é mondo quando si va a casa d'altri ci si adegua. Non capita che sono quelli di casa a doversi adeguare.

Il musulmano che entra in una scuola italiana sa che il Crocefisso c'é. Non é un insulto a lui lasciarlo. E' un insulto per tutti gli altri - persino fosse uno solo - toglierlo.

Per quanto concerne l'eliminazione del Crocefisso il Provveditore agli Studi di La Spezia, Roberto Bacchioni ha così commentato: "Questo gesto è stato fatto per far capire semplicemente al bambino che la scuola dove faceva ingresso non è un istituto coranico dove l'abitudine è quella di insegnare solo il catechismo, un gesto nato solo per tranquillizzarlo". Il mondo é bello perché é vario e comprende anche gli arrampicatori sugli specchi. Evidentemente per questo signor Bacchioni, che delle due facce della medaglia ne vede una sola, non contano gli altri che possono anche prendere male la cosa...

Fortuna che la Preside della scuola non era così bizantina come il Provveditore - anzi, oggi dirigente scolastico provinciale ..

Le cronache ci dicono che la professoressa si é anche rivolta al suo parroco "che l'ha rassicurata". Un parroco intelligente di fronte ad un atto sventato.

ABOLIAMO ANCHE IL NATALE, LA SCUOLA E' LAICA

Alcune maestre del Biellese hanno deciso di non far intonare più i tradizionali canti, in occasione delle feste di Natale, per rispettare la diversa fede di una decina di bimbi figli di musulmani o atei. Motivo di questa decisione il fatto che "compito di una scuola laica, com'è quella italiana, è insegnare i valori della pace e della fratellanza".

Le maestre hanno così invocato "la laicità della scuola", dimostrando una abissale ignoranza, almeno sulla religione. Se esse sono così sensibili "ai valori della pace e della fratellanza" il massimo in proposito é proprio fornito dal Cattolicesimo, con la legge dell'amore. Ne facciano riferimento pur non considerandola da un punto di vista religioso, ma solo culturale.

E poi, scusate, cosa vieterebbe loro di far intonare, come sempre, i canti natalizi ad alcuni, versetti coranici ai musulmani e La Vispa Teresa agli atei?

INTOLLERANZA TALEBANA

Sembra grossa la cosa che stiamo per dire, ma se ci si pensa a fondo non lo é poi così tanto.

I talebani hanno incarcerato otto volontari umanitari occidentali perché avevano la Bibbia.

Privare alcuni di un Crocefisso o dei canti natalizi di sempre é poi così distante dall'atto dei talebani?

Apparentemente quel gesto viene presentato come simbolo di tolleranza e di volontà di integrazione. Nella sostanza é atto di discriminazione verso chi, contrariamente a loro, in quel simbolo o in quei canti ci vede qualcosa di grande.

LA LEGGE SULLA "DISCRIMINAZIONE"

Discriminazione.

Nel 1998 é entrato in vigore il Decreto Legislativo 286/1998 che all'art. 43 "Discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (Legge 6 marzo 1998, n. 40, art. 41)", stabilisce:

1. Ai fini del presente capo, costituisce discriminazione ogni comportamento che, direttamente o indirettamente, comporti una distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, il colore, l'ascendenza o l'origine nazionale o etnica, le convinzioni e le pratiche religiose, e che abbia lo scopo o l'effetto di distruggere o di compromettere il riconoscimento, il godimento o l'esercizio, in condizioni di parità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico economico, sociale e culturale e in ogni altro settore della vita pubblica.

Questo articolo calza perfettamente al caso nostro.

Torniamo a quanto detto all'inizio. Il musulmano che arriva in Italia si adegua. Il calendario é il nostro e non quello dell'Egira, la festa non é il venerdì, nel Ramadan parte delle regole non le può osservare, deve avere il documento con la fotografia (in alcuni Paesi le foto non sono ammesse in ragione di convinzioni religiose), entrando in aula trova il Crocefisso, che per lui non suona offesa se lo considera come altre cose appese, quadri, foto, carte ecc.

Non c' nessuna discriminazione in tutto questo.

Ma se in classe arriva uno solo, e quella che dovrebbe essere l'educatrice si affretta a togliere quello che per altri non é un arredo ma un simbolo, questo - si rilegga l'art. citato del D.Lvo 286, questo sì che costituisce discriminazione nei confronti degli scolari italiani!

E LA RECIPROCITA'? SUPERIORI ALL'ISLAM

Poi c'é la questione, su cui spesso e volentieri si sorvola, quella della reciprocità. Sorvolare su questo aspetto paradossalmente é manifestare una superiorità nei confronti dell'ISLAM.

Sorvolare su questo aspetto é come dire che noi, con la nostra cultura, dobbiamo dimostrare quanto siamo tolleranti. Tolleranza quindi perché ci consideriamo superiori a quei "barbari" che non ne hanno.

Non seguiamo la docente di Melara o le maestre del Biellese ed altri ancora visto che ogni tanto c'é qualcuno che fa queste scoperte.

Noi vogliamo l'uguaglianza, senza primi o ultimi della classe. La reciprocità é però la prima conseguenza.

In realtà in questi episodi c' talora superficialità, ma spesso ideologia.

Del resto fa specie che nel coacervo di manifestazioni seguite all'11 settembre non ve ne siano state a favore di quegli otto occidentali in galera per avere con sé la Bibbia...

Efeso

QUESTO ARTICOLO È STATO PUBBLICATO SU 'LA GAZZETTA DI SONDRIO', NUMERO DEL 14 NOVEMBRE 2001. SONO PASSATI 8 ANNI MENO QUATTRO GIORNI E SEMBRA ATTUALE. SIGNIFICATIVO. PERTANTO UTILISSIMO RIPROPORLO, TAL QUALE.

Efeso
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