UCT - PERCHE’ GLI ALBERGATORI SONO CONTRARI ALL’IPOTESI DI RE-INTRODUZIONE DELLA TASSA DI SOGGIORNO
In rappresentanza dell’Associazione degli Albergatori della Provincia di Sondrio il presidente Aurelio Paruscio interviene precisando la posizione del Consiglio Direttivo in merito all’ipotesi avanzata dalla nuova finanziaria 2007 di re-introduzione della vecchia tassa di soggiorno.
“La nostra posizione – precisa Paruscio – sia a livello locale che nazionale è assolutamente chiara: la tassa di soggiorno, già abolita nel ’91, non deve assolutamente essere ripristinata. Da un’attenta analisi del disegno di legge proposto dal Governo appare subito chiaro come l’introduzione di questa imposta si tramuterebbe esclusivamente in un aggravio per le tasche degli ospiti delle strutture ricettive (che può arrivare fino a 5 euro per notte), invece che in un efficace strumento per sostenere e sviluppare il nostro turismo”.
L’art.9 del disegno di legge in merito alla tassa specifica: “i comuni … possono deliberare l’introduzione di un contributo di soggiorno, operante anche per periodi limitati dell’anno, destinato ad interventi di manutenzione urbana e alla valorizzazione dei centri storici”.
Da una prima lettura del testo, anche per gli uomini di politica meno smaliziati, emergono chiaramente i punti di debolezza di questa proposta e della destinazione dei fondi che dispone.
Innanzi tutto, contrariamente a quanto affermano i suoi sostenitori, non si tratta di una norma voluta per favorire il nostro turismo, bensì per compensare i sempre più consistenti tagli ai bilanci comunali. Infatti è la legge stessa a specificare come le entrate andrebbero ad essere destinate ad interventi di ordinaria manutenzione del territorio comunale invece che a specifici progetti per sviluppare il turismo. Quindi, invece che ad un concreto strumento di promozione e valorizzazione di un settore assolutamente strategico per il nostro Paese, ci troviamo di fronte solamente ad una possibile nuova entrata per andare a risanare i bilanci comunali, utilizzabile per interventi che, solo in maniera assolutamente residuale, potrebbero influire su quello che è il comparto turistico.
Un altro punto di debolezza che appare subito chiaro è l’estremo frazionamento delle risorse che si andrebbe a creare con l’introduzione da parte dei singoli comuni di un loro “contributo di soggiorno”. Le entrate dei singoli comuni corrisponderebbero a tanti piccoli interventi assolutamente scollegati e non coordinati, e che non porterebbero quindi a nessun beneficio significativo in termini di economia turistica provinciale.
Andando poi più a fondo nell’analisi di quelle che potrebbero essere le entrate derivanti da questo provvedimento appare chiaro che, escludendo alcune grosse realtà turistiche, per la maggior parte dei comuni, anche nella nostra Provincia, queste rappresenterebbero degli introiti assolutamente limitati e, considerando anche i significativi costi per l’esazione, ben poco resterebbe da potere investire per la maggior parte di essi.
“Fare turismo – continua Paruscio – comporta la capacità di sapere unire le risorse e gli sforzi di tutti per sviluppare progetti di ampio respiro e condivisi e non creare un costo aggiuntivo per il turista e disincentivarlo a scegliere le nostre montagne e il nostro Paese per passare una piacevole vacanza. Un ragionamento di questo tipo non preclude la possibilità di reperire risorse per portare avanti valide azioni a livello provinciale. In tal senso, non siamo pregiudizialmente contrari a sostenere, anche dal punto di vista contributivo, progetti di respiro almeno provinciale, che possano portare avanti valide azioni di supporto dell’offerta turistica. Queste le nostre concrete argomentazioni e, se è vero che demagogia significa “degenerazione della democrazia per la quale il normale dibattito politico degenera in un propaganda esclusivamente lusingatrice delle aspirazioni delle masse”, lasciamo a chi legge questo nostro commento giudicare chi effettivamente stia agendo in questo modo”.
Beatrice Martelli