ART. "FEDERALISMO FISCALE. NORD E SUD DI FRONTE ALLE NUOVE SFIDE", TEMA ANNUALE DEL VERTICE ANNUALE DI CONFARTIGIANATO
Oltre 200 persone tra Presidenti e Segretari generali del Sistema Confartigianato, tra cui segretario dell'Unione Artigiani di Sondrio, Ornella Moroni, hanno partecipato al tradizionale appuntamento della Summer School organizzata a Roma dalla Confederazione l'1 e il 2 settembre scorso.
Il tema di quest'anno è stato "IL FEDERALISMO FISCALE: NORD E SUD DI FRONTE ALLE NUOVE SFIDE". Argomento di estrema attualità nell'agenda politica italiana, dato che proprio martedì scorso il Ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli ha annunciato che il disegno di legge sul federalismo fiscale arriverà in Consiglio dei Ministri per un esame preliminare prima del 18 settembre.
Proprio per questo, Confartigianato ha deciso di affrontarlo alla ripresa dopo la pausa estiva, chiamando a confronto rappresentanti del Governo e dell'opposizione, insieme a docenti universitari ed esperti.
Sul palco della Summer School sono saliti il Presidente del Cnel Antonio Marzano, il Ministro per i rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, il coordinatore del Governo ombra e Sen. Enrico Morando, il Senatore della Lega e Vicepresidente della Commissione Bilancio del Senato Massimo Garavaglia, il ministro per gli Affari regionali del Governo ombra Sen. Mariangela Bastico.
Il dibattito è stato inoltre arricchito dalle analisi del Sen. Nicola Rossi (componente della commissione Bilancio del Senato), del Prof. Massimo Bordignon (Università Cattolica di Milano), del Prof. Giuseppe Vitaletti (Università di Viterbo). Filo conduttore del confronto sul federalismo sono stati i risultati del sondaggio realizzato da ISPO per Confartigianato su un campione di imprenditori associati.
Il federalismo piace ai piccoli imprenditori
Il federalismo in generale, e il federalismo fiscale in particolare, piace ai piccoli imprenditori. E' quanto emerge da un sondaggio commissionato da Confartigianato a ISPO e presentato lo scorso 1° settembre dal Prof. Renato Mannheimer durante l'iniziativa "Il federalismo fiscale: Nord e Sud di fronte alle nuove sfide" organizzata a Roma da Confartigianato.
Il sondaggio - condotto su un campione di artigiani e piccoli imprenditori in tutta Italia - rivela che per la maggior parte degli intervistati (75%) sarebbe preferibile una qualche forma di federalismo, più o meno radicale. Più in dettaglio, la soluzione che piace di più è quella di uno Stato federale, che dia autonomia e poteri alle regioni (38%).
Il concetto di Stato assistenziale sembra decisamente in crisi: per 2 intervistati su 3 (62%), infatti, lo Stato deve garantire solo un certo numero di servizi fondamentali, come l'istruzione e la sanità, lasciando poi che i cittadini provvedano come vogliono per tutto il resto.
Il federalismo, però, non deve tradursi in una maggiore tassazione. L'esempio della sanità a questo proposito è illuminante: ben il 79% del campione non sarebbe disposto a pagare tasse più alte per una sanità regionale migliore di quella standard nazionale.
La questione delle tasse risulta particolarmente dolente: circa 9 imprenditori su 10 ritengono alta l'attuale pressione fiscale. E solo l'11% la ritiene giusta.
Non solo: le tasse, così pesanti, non garantiscono il giusto livello di qualità dei servizi e di benefici erogati, che sono al di sotto delle aspettative per l'86% degli associati intervistati.
Per il 64% del campione di imprenditori, l'ipotesi di federalismo fiscale non esclude a priori la possibilità di continuare ad erogare sostegni economici alle regioni più povere da parte dello Stato o delle regioni più abbienti.
Il modello di federalismo fiscale proposto dal Governo raggiunge tra gli intervistati un discreto livello di conoscenza: sebbene solo il 12% del campione dichiari di conoscerlo bene, il 70% dichiara comunque di averne sentito parlare, e solo il 18% invece di non esserne a conoscenza.
3 intervistati su 4 ritengono che il federalismo fiscale porterà vantaggi ai cittadini, i quali avranno più controllo sull'impiego delle tasse (77%), godranno di un loro utilizzo più efficiente (75%) e dei benefici derivanti da un maggiore controllo sull'evasione fiscale (74%).
Non solo: quasi la metà del campione si aspetta che con il federalismo fiscale miglioreranno i servizi per i cittadini, soprattutto in termini di sicurezza (45%), di sanità (45%) e di semplificazione burocratica per le imprese (43%).
In un'ottica di approccio graduale al federalismo, i piccoli imprenditori ritengono che le funzioni di spesa da attribuire per prime alle regioni siano la tutela e la sicurezza del lavoro (26%), la ricerca e l'innovazione per le imprese (23%), le infrastrutture (20%) e la tutela sanitaria e la promozione degli alimenti locali (21%).
Infine, le attese verso le ricadute concrete sull'attuale livello di tassazione. La maggioranza sostiene che le tasse resteranno sostanzialmente invariate. Tuttavia un quarto degli imprenditori si aspetta che le imposte sui redditi e sugli utili di impresa diminuiranno. Quote inferiori di intervistati, invece si aspettano che possano diminuire l'ICI sugli immobili produttivi (22%) e le imposte indirette (15%).
Il Presidente Guerrini: "Pronti ad affrontare nodi e opportunità del federalismo"
"Il titolo scelto per questa edizione della Summer School "Il Federalismo fiscale: Nord e Sud di fronte alle nuove sfide" vuole essere uno stimolo ad affrontare il tema più caldo dell'agenda politica del Paese senza pregiudizi e con schiettezza, al fine di acquisire il massimo di informazione e consapevolezza sulla materia per poter assumere una posizione di proposta utile e sostenibile".
Con queste parole il Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini ha aperto i lavori della Summer school
"Dopo un anno che ci ha visto sempre più crescere nella considerazione e nel ruolo di attore sociale del Paese - ha aggiunto il Presidente di Confartigianato - abbiamo deciso di organizzare questa Summer School attorno ad un tema strategico sul quale dovremo prendere e sostenere una posizione omogenea 'di sistema': il federalismo fiscale.
Confartigianato rappresenta infatti il mondo dell'impresa diffusa sul territorio, che è realmente l'asse portante dell'economia e dello sviluppo locale ed il destinatario naturale di ogni intervento di riforma relativo all'autonomia finanziaria di prelievo e di spesa dei poteri locali."