ART - STUDI DI SETTORE: VERSO IL DEPOTENZIAMENTO DEGLI INDICATORI DI NORMALITÀ MA CONFARTIGIANATO SOSPENDE IL GIUDIZIO
“Si va verso il depotenziamento degli indicatori di normalità adottati unilateralmente dall’Amministrazione finanziaria e con effetto retroattivo contro i quali Confartigianato si era da subito battuta per ottenerne la cancellazione. Con le ulteriori modifiche annunciate nel comunicato del Vice Ministro Visco si potrebbe parzialmente realizzare l’obiettivo del depotenziamento”.
Questo il commento espresso nella serata di ieri dal Presidente di Confartigianato Giorgio Guerrini sui correttivi agli studi di settore annunciati in un comunicato stampa delle Finanze.
Il giudizio di Confartigianato rimane comunque sospeso, “per la necessità – ha spiegato Guerrini - che le modifiche trovino concreta attuazione in idonei provvedimenti. Tra questi, in particolare, l’inversione dell’onere della prova tra contribuenti e Fisco che potrebbe trovare spazio nel Disegno di legge 1485 in discussione in Aula del Senato. Discussione che è stata sospesa dopo che la maggioranza e il Governo sono stati battuti sull’articolo 1”. Infatti, ieri al Senato, la maggioranza è stata battuta, con 152 voti a favore e 150 contrari, su un emendamento presentato dalla senatrice Thaler (Svp) che lo aveva ritirato su richiesta del Governo e che è stato fatto proprio dal centrodestra.
Anche ieri, dunque, gli studi di settore sono stati protagonisti della discussione in Aula del Senato, discussione della quale pubblichiamo ampi stralci in questo numero speciale di ‘Impresa Artigiana on line’.
Ma anche oggi sono da registrare alcune posizioni politiche sul tema. Ad iniziare da quella del Sen. Luigi Maninetti (Udc), il quale, replicando alle parole del Ministro dell’Economia Padoa-Schioppa che invita a non demonizzare gli studi di settore, sottolinea: “Visto che Padoa-Schioppa parla di demonizzazione degli studi di settore gli ricordiamo che purtroppo il diavolo fa le pentole e non i coperchi: finchè non si passa dalle parole a provvedimenti concreti, il rapporto tra fisco e contribuenti resta infatti gravemente distorto dalla spada di Damocle che pende minacciosa sulla testa di imprenditori e professionisti a causa di studi di settore fuori da ogni riferimento oggettivo”. “Non basta - dice il Sen. Maninetti . la precarietà di un confronto intorno ad un tavolo per ridare serenità ai contribuenti italiani, servono provvedimenti legislativi chiari e soprattutto scritti. L'Udc torna a ripetere che bisogna azzerare il pasticcio portato avanti dal governo accantonando le misure previste dalla Finanziaria 2007, ed avviare delle consultazioni serie, concordate e condivise sia da parte dei contribuenti che dello stesso fisco che non va mortificato dandone una interpretazione vampiresca così come sta facendo il governo Prodi. Sono preoccupazioni concrete, come dimostrano - conclude Maninetti - le perplessità tuttora esistenti tra gli addetti ai lavori su questioni come gli indicatori di normalità economica o la possibilità di retroattività delle norme, e come testimonia la diffidenza delle categorie imprenditoriali che nel migliore dei casi, per dirla con il presidente della Confartigianato Guerrini, sospendono il loro giudizio in attesa di 'una concreta attuazione con appositi provvedimenti”. In mancanza dei quali, Padoa-Schioppa se ne faccia una ragione, le chiacchiere sono, quelle sì, tutte favole”.
Un’altra posizione è stata espressa oggi dai Deputati della Lega Maurizio Fugatti e Massimo Garavaglia. “L'accordo firmato ieri da Visco – sottolineano – è arenato in Senato. Il Governo rinvii al 9 agosto la scadenza per effettuare i versamenti per gli studi di settore, senza alcuna maggiorazione. L'accordo che Visco si vanta di avere raggiunto ieri con le categorie in realtà non esiste”.
“Il contraccambio offerto dal Vice Ministro - spiegano - cioè la deducibilità dell'Iva sulle auto, è arenato da ieri in Senato, dopo che il Governo è stato battuto con l'approvazione di un emendamento dell'opposizione. Inoltre non è ancora stato pubblicato in Gazzetta il decreto che fissa al 9 luglio il termine per il versamento delle imposte. E' chiaro che questa situazione e' una clamorosa presa in giro che chi lavora e paga le tasse davvero non merita”.
E il Senatore di Forza Italia Maurizio Sacconi sottolinea: “Continua l'imbroglio del Governo sugli studi di settore con la conseguente incertezza dei contribuenti”. Il Sen Sacconi, accusa in particolare il ministero dell'Economia di ''vantarsi'' per un accordo “che non c’è anche perchè riguarderebbe soltanto la 'presunzione semplice' nel caso di scostamento dalle nuove soglie di reddito determinate dagli indicatori di normalità”.
Mentre, spiega il senatore, rimane in piedi la retroattività, di indicatori decisi unilateralmente in violazione di tutti gli accordi tanto che il Governo mantiene ferma la previsione di maggiori entrate per 2,6 miliardi a questi collegate. Sacconi chiede quindi “il rinvio della scadenza delle dichiarazioni e versamenti del 9 luglio, peraltro non ancora deliberata, senza oneri aggiuntivi e l'immediato esame degli emendamenti, tra i quali uno a mia firma, al Disegno di legge in materia di Iva per le autovetture aziendali”.