ART - LO SCIOPERO DEI LAVORATORI DELLE IMPRESE ARTIGIANE DEL 6 LUGLIO. LE DUE CAMPANE

Avevamo ricevuto questi due comunicati dalla CGIL Lombardia e dalle Confederazioni:

PRIMA CAMPANA, LA CGIL

”Si svolgerà venerdì 6 luglio lo sciopero nazionale di otto ore dei lavoratori e delle lavoratrici di tutti i settori artigiani (edilizia e informazione esclusi), proclamato dalle categorie di CGIL CISL UIL a sostegno del rinnovo dei contratti nazionali di lavoro scaduti nel 2000, e che in Lombardia coinvolgono oltre 250.000 lavoratori.

Sono previste tredici manifestazione con presidi e volantinaggi nelle principali città della Lombardia.

A Milano ci sarà un presidio davanti alla stazione delle Ferrovie Nord, a Brescia i lavoratori effettueranno una carovana con le loro auto toccando le sedi delle quattro associazioni artigiane, a Mantova si terrà per tutta la mattinata un presidio davanti alla Prefettura. A Pavia verrà posizionato un gazebo in piazza Castello e saranno distribuiti comunicati a tutti i passanti. A Lecco CGIL CISL UIL hanno scritto una lettera al Prefetto per denunciare il comportamento degli imprenditori che negano il rinnovo contrattuale e nella giornata del 6 luglio presidieranno la piazza principale della città.

A Bergamo, Como, Cremona, Legnano, Lodi, Monza, Sondrio e Varese si terranno presidi e volantinaggi nelle piazze principali e davanti alle sedi delle Associazioni artigiane”.

SECONDA CAMPANA, LE CONFEDERAZIONI

Confartigianato, Cna, Casartigiani giudicano immotivato lo sciopero generale dei lavoratori dipendenti delle imprese artigiane, proclamato da Cgil, Cisl e Uil per venerdì 6 luglio.

Dopo un anno di trattative per il rinnovo dei contratti dell’artigianato, le tre Confederazioni dell’artigianato e delle Pmi sono infatti costrette a registrare che il ritardo nei rinnovi dei contratti dipende dal rifiuto da parte del Sindacato di riconoscere la specificità che l’artigianato rappresenta nel nostro Paese.

Nel corso dei negoziati per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro, le Confederazioni artigiane hanno infatti dichiarato la propria disponibilità al riconoscimento di aumenti economici in linea, ed in alcuni casi, superiori alle aspettative inflattive, ed hanno manifestato l’intenzione di migliorare alcune normative contrattuali.

Purtroppo – a giudizio di Confartigianato, Cna, Casartigiani - l’indisponibilità dei sindacati al confronto su nuove modalità di articolazione dell’orario di lavoro, conformemente a quanto previsto dalla normativa vigente, fa il paio con la negazione al riconoscimento della specificità dell’apprendistato nelle imprese artigiane.

Il modello di apprendistato da utilizzare non può essere lo stesso in vigore nelle banche, nelle assicurazioni o nelle grandi imprese, come pretenderebbe il sindacato.

Le Confederazioni artigiane ritengono, altresì, che la rigidità manifestata dal sindacato nell’affrontare i nodi delle trattative possa indebolire fortemente il nuovo modello di relazioni sindacali sottoscritto nel 2006.

Confartigianato, Cna, Casartigiani ribadiscono, invece, che esistono i margini negoziali per continuare le trattative e adeguare al più presto le normative contrattuali e le retribuzioni dei lavoratori del comparto alle sfide del mercato con l’obiettivo di un miglior livello di relazioni fra le parti.

LA NOSTRA CAMPANELLA

Abbiamo sentito in TV un dato che fa pensare. Si è parlato di un milione e quattrocentomila imprese in Lombardia con un milione e mezzo di addetti. Forse il rapporto non è questo ma sta il fatto che comunque resta molto basso e in realtà non ci pare sia terreno di sindacalizzazione. Fra il dipendente di un piccolo artigiano e il datore di lavoro, fatte salve le eccezioni ma le pecore nere ci sono ovunque, inevitabilmente si instaura un rapporto fiduciario che va ben oltre qualsiasi garanzia sindacale. Se c’è un settore da salvaguardare in questo campo è semmai l’uscita di dipendenti dal lavoro per cause oggettive (morte titolare, produzione superata sul mercato, chiusura azienda e simili)-

Red