VIA ALLA TERZA FASE DEL PROGETTO PROVINEA - AGRARIO

Impegnati circa duecento studenti dell’Istituto sondriese. iI cantina a imparare tecniche e segreti

La scuola come primo grado di formazione, perché, al di là di quelle che sono le predisposizioni personali, la figura professionale, anche quella di un agricolo, può essere plasmata, e in modo anche decisivo, fin dai banchi di scuola. Lo sa bene la Fondazione ProVinea che nel mondo scolastico ci è entrata con vigore grazie anche a un progetto portato avanti con l’Istituto Tecnico Agrario Statale di Sondrio, la Provincia di Sondrio e la Banca Popolare di Sondrio. L’iniziativa in atto si pone l'obiettivo di stimolare e sensibilizzare gli studenti provinciali relativamente alla salvaguardia del patrimonio eccezionale e universale rappresentato dai vigneti terrazzati del versante retico della Valtellina e ha vissuto, finora, due momenti di approfondimento: la prima lezione infatti si è soffermata sul valore storico, culturale, economico e sociale dei terrazzamenti vitati, con particolare riferimento alla realtà valtellinese, e sulla natura, gli scopi e le attività di ProVinea, mentre nella seconda si è lavorato direttamente sui vigneti terrazzati con gli alunni che hanno verificato personalmente le problematiche del territorio ed il suo grande fascino. Adesso è la volta della terza lezione, sempre interessante e stimolante. Le dieci classi e i duecento studenti dell’Agrario da oggi sono in un’azienda agricola, quella di Alberto Marsetti in via Scarpatetti a Sondrio, per concentrarsi principalmente sull'aspetto produttivo ed economico della viticoltura terrazzata e sul funzionamento di un'azienda vitivinicola. Niente di meglio, dunque, che scendere sul campo e toccare con mano le problematiche di un segmento che tanto ha dato e tanto darà alla storia, alla cultura e all’economia della provincia di Sondrio. Domenico Triacca, presidente di ProVinea, nell’inquadrare lo stato delle cose non ha dubbi: “Il progetto si è rivelato vincente fin dalle prime lezioni. I ragazzi mi sembrano molto coinvolti e stimolati, sta uscendo davvero qualcosa di bello e forse unico per la Valtellina. Soprattutto mi sta piacendo il rapporto che si è creato tra gli studenti e i nostri interlocutori, insegnanti e relatori di riconosciuto livello di preparazione oltreché umano. Tutto ciò fa bene sperare per il futuro di una figura professionale che, in fondo, non è solamente una fonte di reddito, ma che è anche depositaria della storia di questa valle”.

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