La Tettoia di Piazza Vecchia in Sondrio nel passato
Dal sito del Comune di Sondrio: “Piazza Cavour, più comunemente conosciuta come piazza “Vecchia” o “del mercato”, è stata per secoli l’animato centro della città, sede di commerci e della “posta” dei cavalli, luogo di sosta obbligato lungo la via Valeriana, cioè “di valle”, che collegava i centri pedemontani valtellinesi della sponda soliva.
Nella prima metà del Trecento, dopo la costruzione della cinta muraria voluta da Egidio Capitanei, l’accesso alla zona della piazza attuale avveniva attraverso la porta detta del “Mallero” o di “Cantone”. Sui battenti di questo ingresso, di poco più tardo (1329) rispetto a quelli originari di “Cugnolo” e di “Ponta de Prada”, si affiggevano le grida, le sentenze e gli avvisi comunali. La porta del Mallero, sulla quale campeggiava lo stemma della città, venne abbattuta nel 1811.
Secondo antichi documenti risale al 1492 l’istanza che “il commune et homeni di Sondrio” rivolgono a Ludovico il Moro perché venga riconosciuto loro il diritto di tenere mercato e da allora fino a non molti anni addietro la piazza ha ospitato le animate bancarelle degli ambulanti, i contadini delle vicine frazioni che venivano a commerciare i loro prodotti e le fiere del bestiame degli allevatori che potevano legare gli animali agli appositi pali qui sistemati.
Per secoli il ponte di piazza Vecchia fu l’unico collegamento tra le sponde del borgo e il quartiere di Cantone: è probabile però che in origine fosse solo una semplice passerella di legno in balia di ogni ingrossamento del torrente. Le prime notizie documentate riguardo a un ponte sul Mallero risalgono al Trecento. Agli inizi del XVIII secolo il ponte viene ricostruito con tre arcate e dopo il 1748 abbellito con una statua di S. Giovanni Nepomuceno, protettore di ponti e dal pericolo di alluvioni, donata da Lorenzo Botterini Benaduci, studioso della storia americana precolombiana e autore del libro “Idea de una nueva historia general de la América Septentrional”.
Ripetute piene del torrente danneggiano anche questa nuova struttura che fu ripristinata più volte, con l’intervento, tra gli altri dell’architetto Pietro Solaris da Bolvedro, fino a quando nel 1834 una rovinosa alluvione la travolge, portando la rovina anche a numerose case lungo via Beccaria. La costruzione degli argini, tuttora esistenti, da parte del governo austriaco diede una certa sicurezza ai quartieri affacciati sul Mallero, ma non risparmiò i ponti costruiti successivamente”.
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Nei nostri tempi
Fin qui quanto pubblicato nel sito. Aggiungiamo del nostro:
L’ultimo ponte, costruito a metà degli anni '60 in sostituzione del precedente, struttura reticolare con larghezze di poco superiore ai tre metri non venne distrutto dall’alluvione del 1987 come è scritto. Si produsse infatti una situazione per cui si decise di demolirlo sostituendolo con l'attuale che può essere alzato in caso di grande piena (e ogni anni lo si fa per verificarne l'efficienza).
Legata alla tettoia una vicenda tutta moderna, quella dei prezzi. Nei primi anni '60 la gente lamentava il costo di frutta e verdura. L'avvocato Bolognini, figura nota in città, D'intesa con il Sindaco avvocato Arturo Schena riuscì ad accordarsi con il Comune di Milano che aveva una sua organizzazione di vendita nei mercati rionali. Un giorno alla settimana il camion arrivava alla mattina presto e lì, nella tettoia distribuiva sacchetti confezionati e pronti – novità assoluta allora visto che si usava carta apposita per fasciare quel che si comprava – a prezzi notevolmente inferiori. Ressa ogni venerdì, negozi in difficoltà. I commercianti del settore dopo alcune settimane cominciarono a vedere come vincere la concorrenza. Chiesero e ottennero dal Comune di potere vendere contestualmente anche loro, a fianco, verdura e frutta confezionata. La gente però restava in coda mentre il settore locale era quasi vuoto. Dopo alcuni mesi però, anche grazie ad una nuova politica dei prezzi la cosa andò scemando di interesse, il camion non venne più a Sondrio ma un risultato era stato ottenuto.
Nella foto un ricordo del tempo che fu.
GdS