GLI AFRODISIACI, "LUPI E DEMONI PER ANIME CANDIDE"

Dopo l'ultimo concerto benefico a favore dell'AIL, l'associazione italiana contro le leucemie, al teatro "Quattro Torri" di Berbenno, la rock band locale, "Gli Afrodisiaci", è più che mai la star del momento. Inconfondibile il suo accattivante sound che si è fatto largo nelle sterminate praterie del mondo pentagrammato incidendo il suo primo Cd "Lupi e demoni". Titolo immaginifico che sembrerebbe evocare rockeggianti atmosfere da tregenda, o quanto meno fosche prelusioni di incursioni notturne mefistofeliche. Niente di tutto questo, perché Massimiliano Rabbiosi, in arte Strunka, anima narrante e voce del gruppo, Nicola Colli, l'estro creativo alle chitarre, paroliere dalla poesia sopraffina, l'effervescente Andrea Guelfa alla batteria, e il giovanissimo Nicolò Mufatti, tastiere, chitarra e percussioni, sono i pionieri di nuove sonorità più inclini alla ballata d'autore, misticante, di amarevole melanconia, con forti influssi folk-blues. Melodie pure, scandite dall'arpeggio dolce e insinuante delle chitarre sul ricamo struggente del violino. E testi intriganti ispirati a storie della quotidianità, come "Due bicchieri" sulle eterne stragi del sabato sera, oppure come "Giù dal ponte" legato al devastante fenomeno dei suicidi in Valle, ne "L'inverno di Andrea", lacerazione acuta di sentimenti sfilacciati dal dolore, e ancora in "Amori decomposti", avvelenati dal nero buco che consuma corpo e anima. Un'ispirazione dolente, stemperata nella morbida vena melodica di cantabili che restano a lungo a scaldare il cuore. "Gli afrodisiaci" sono anche l'incontro di due generazioni che si parlano attraverso l'esaltante linguaggio della musica. Trentenni e ventenni che parlano lo stesso linguaggio delle emozioni. "E' bello stare insieme a raccontare le nostre storie che diventano quelle di tutti quelli che incontriamo nelle nostre serate, che si divertono, ballano e si commuovono finanche", dice Massimiliano Rabbiosi. "Sono passato dal disegno alla musica, ma il salto è stato breve, quasi un tuffo nell'immaginazione, in cui è la mano a dare espressione ai miei sogni", rivela il talentuoso Niccolò Mufatti di Monastero, poche case arroccate attorno all'antica pieve votata al mitico San Benigno. Quel San Bello che da tempi immemorabili si usa festeggiare sul cucuzzolo berbennese che si affaccia sulla valle soliva dinanzi alla corona delle Orobie. "Il mio sogno è diventare un esperto tecnico audio e aprire uno studio di registrazione in Valle e per questo sto frequentando dei corsi a Milano". Miracoli che solo la musica sa fare, e "Gli Afrodisiaci" sono già pronti a nuove sfide con una prossima incisione in cui continueranno a cantare la vita di una terra, la Valtellina, distesa tra piane vermicolanti al sole ed elevata al cielo lungo gli aspri pendii delle sue cime innevate. E capace di sfornare talenti che mirano lontano.

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