ALLA CASA DI RIPOSO CITTÀ DI SONDRIO I 60 ANNI DI PROFESSIONE RELIGIOSA DI SUOR PIA BINDA
Sessant’anni di professione religiosa sono un anniversario importante, espressione di una vita trascorsa al servizio del Vangelo e di Gesù, «per amare e servire i poveri e manifestare loro l’amore del Padre». Così si legge nella “Regola di Vita” delle suore della Carità, la Congregazione fondata nel 1799 da santa Giovanna Antida Thouret, per sostenere gli ultimi e «ristabilire la fede e buoni costumi» in una Francia sconvolta dall’anticlericalismo rivoluzionario.
Il 6 marzo 1947 suor Pia Binda, dal 1992 anima della “Casa di Riposo - Città di Sondrio”, a Brescia entrava come postulante proprio nella Congregazione delle religiose della Carità. 60 anni dopo, lo scorso 6 marzo sono stati in tanti a ringraziarla per il servizio silenzioso e preziosissimo svolto in questi decenni. Alle 9.30, presso la cappella della RSA cittadina, S. Messa di ringraziamento per i 60 anni di professione religiosa di suor Pia l’arciprete di Sondrio, a cira di mons. Valerio Modenesi, edeil Vicario Episcopale per la Valtellina e la Valchiavenna mons. Francesco Abbiati.
«È una donna inossidabile - racconta la direttrice della Casa di Riposo Simona Tachimiri - e per noi è un punto di riferimento fondamentale, non solo per le grandi capacità “tecniche”, ma soprattutto per la sua umanità. Senza sentimentalismi e sempre animata da profonda carità suor Pia è capace di visioni allargate: conosce ogni ospite della Casa di Riposo e i loro familiari, lo stesso vale per il personale e non c’è problema o difficoltà che suor Pia non sappia intuire e identificare… E i suoi interventi sono sempre molto efficaci, per sostenere, aiutare, confortare». Chiamata ad affrontare la situazioni più diverse, suor Pia Binda si è confrontata con tutte le possibili situazioni di fragilità: con l’infanzia, i disabili, gli anziani. «Si dona senza risparmio - riprende la direttrice Tachimiri - il suo è un impegno solido e totalizzante: per qualsiasi cosa, suor Pia è sempre presente».
Suor Binda emise la prima professione l’8 settembre 1950 e i voti perpetui esattamente sei anni più tardi. Il suo è un curriculum vitae di tutto rispetto. È stata a Sondrio, presso l’Ospedale Civile, nel 1948; due anni dopo fu chiamata presso il nosocomio di Chiavenna; nel 1959 e a Como alla “Casa di Cura Villa Aprica”; torna a seguire i malati in ospedale nel 1966 a Rovato; nel 1974 è a Milano, presso la “Casa del Rifugio”; giunge a Erba (Co) nel 1983, alla “Casa di Cristo Re”; e infine, dal 1992, è di nuovo a Sondrio, presso la “Casa di Riposo”. Ha svolto sempre il suo ministero nell’ambito infermieristico¬-educativo, impegnandosi con tutta la sua forza a procurare il bene dei poveri affidati alla sua cura ed educazione. Un pensiero le ha sempre dato coraggio: ogni nomina la costituiva “sorella che serve”, così da potersi spendere per le sue suore, per i poveri e per tutti quelli che la cercano. Fino a tre anni fa suor Pia, all’interno della Casa di Riposo di Sondrio, svolgeva pienamente l’attività infermieristica: oggi si occupa dell’assistenza spirituale, dell’animazione e svolge un’importante attività di coordinamento ad ampio raggio.
Tre caratteristiche l’accompagnano nel suo apostolato: preghiera, servizio, testimonianza. Suor Pia prega tanto e fa pregare, per lasciarsi trasformare dall’azione dello Spirito. Prega con le suore, con gli anziani, per la comunità parrocchiale, per le vocazioni, al capezzale dei moribondi o dei morti. Anche chi si è allontanato dalla fede non rinuncia a un momento di preghiera insieme a lei. A chi le chiede se non si stanca di pregare, risponde: «Una suora della Carità deve pregare tanto, soprattutto in ginocchio!». Per quanto riguarda il servizio, suor Pia è presente in Casa di Riposo 24 ore su 24. L’ideale della Carità, il fascino del “Dio solo” servito nel prossimo, il richiamo del fratello da amare nella più assoluta gratuità, la pongono al servizio dell’intero Istituto, attenta, come detto, a tutto e a tutti. Per la testimonianza, infine, senza dubbio ogni azione della sua giornata è espressione di una vita semplice, piccola, equipaggiata di un cuore traboccante, di un amore incontenibile perché consacrato a Dio solo.
E solo la fede può dare la forza per affrontare ogni giorno l’attività della Casa di Riposo, dove alloggiano, come ospiti residenziali, ben 155 anziani, cui si aggiungono i 15 anziani del Centro Diurno Integrato, i 45 disabili adulti del CDD e i circa 150 dipendenti. «Da questo tempo di forte spiritualità, per la ricorrenza del 60° di vita religiosa - dice chi la conosce bene -, nasce spontaneo, da tutti noi, il “grazie” al Signore per questa sorella chiamata al suo servizio verso il prossimo. Noi tutti le assicuriamo la nostra perenne preghiera per tutto quello che ci ha trasmesso e ci trasmetterà con la sua testimonianza: una vita non è mai inutile quando è consumata nell’amore».
E.L.