EURIDICE E' PERDUTA. PERDUTA PER SEMPRE. FORSE" 12.5.30.84
Soltanto la musica sa lenire il dolore e segnarlo nel fonte battesimale della rinascita. Soltanto la musica sa vincere l'odio ed il male, disarmonia del corpo e dell'anima. E sa muovere a compassione orribili Erinni e bestie feroci, e impetrare agli dei la grazia di un amore redivivo oltre la morte. Il mito straziante di Orfeo nella sua dualità lacerata e insanabile senza la sua dolce Euridice, in scena al "Torelli" di Sondrio per una magica riedizione degli studenti del "Piazzi-Perpenti" di Sondrio capitanati dalla frizzante regia di Maria Giovanna Versienti che ci ha messo corpo e anima in una rappresentazione "visionaria" dai toni fortemente evocativi. Ma la protagonista della serata è stata sicuramente la musica, capace di valicare mari e monti e di penetrare gli abissi dell'Ade per fermare la ruota eterna della morte e infrangere i cupi precetti delle Parche, per riportare indietro la clessidra del tempo. La musica degli studenti ad indirizzo musicale che si è districata tra le pieghe narrative del mito di Orfeo. La musica che è il sole e il sale della vita, ma soprattutto la gioia dei giovani che danzano la vita assaporando il loro sogno d'immortalità dalle perenni primavere. La musica di un intenso Emanuele Abram nella sua ispirata esecuzione chopiniana dai tocchi morbidi, frapposti da voluttuose impennate e levigati cromatismi, e quella tutto pepe della dolcissima Mara Pruneri, un'anti-Mina, esuberante e frizzante con la sua "Viandante" a tutto tondo. E il canto melodioso di Roberta Cioccarelli che a una certa Celin Dion farebbe un baffo se riuscisse a contenere l'emozione palpitante che talvolta le toglie il fiato. O quello di Sharon Valena, Camilla Corgatelli, Elena Bongio, di Camilla Zen e Jessica Re, duttili voci, strumenti docili sull'incanto carezzevole di "Damme nu ricciu", una ballata popolare salentina sorretta dal piano di Nicole Valena, dai flauti di Sofia Songini e Ivan Della Nave, e dal clarinetto di Serena Duca, che scende dritta nell'anima. Come un'antica nenia che ammalia e intenerisce il cuore. Come la carezzevole melodia del flauto di Ottilia Andreola. Una musica che si fa danza straziante nell'infinita spirale di una faida fratricida vissuta intensamente nella pelle della intensa ed espressiva Tatiana Speziali, nell'adattamento di Anna Trombetta de "Il cigno" tratto da Saint-Saens e Ciaijkoski, tra il biancore accecate di bianchi tutù e la fantasmagoria di delicati, eterei chiffon, o reinventando il quadro narrativo del morso mortale del serpente alla bella e contesa Euridice, con quello di una tarantola a cui si è ispirata la "Pizzica taranta" salentina con la Versienti in versione Baccante, un po' odalisca un po' Lisistrata sanguigna che arringa la sua ciurma alla serrata. Un successo garantito da un team di docenti illuminati, (Giuseppe Trabucchi, Anna Trombetta, Nadia Braito, Jessica Paggi, Federica Nobili, Tatiana Kononova, Michele Montemurro, Valter Mazzoni con il sorprendente coro d'Istituto e l'onnipresente Fabrizio Moroni con l'esuberante regista Maria Giovanna Versienti). Ma i veri protagonisti della serata sono stati i giovani che hanno portato in scena la loro vita, i loro sogni e la loro musica (Chiara Recupero, Sofia Songini, Ivan Della Nave, Jessica Re, Serena Duca, Fabiola Fanti, Emanule Abram, Mara Pruneri, Elisa Figus, Alessandro Gianola, Ottilia Andreola e Alessandro Giordani, con le splendide voci del coro e di Camilla Zen, Jessica Re, Mara Pruneri, Roberta Cioccarelli, Alice Lisignoli, Elena Bongio, Sharon Valena, Camilla Corgatelli, Tatiana Speziali e la voce narrante di Chiara Giumelli). Chapeau!
Nello Colombo