Ritardi dei treni. Indagare e, se occorre, far pagare
Alle 18.09 è comparso sul sito di Trenord questa informazione: “Il treno 2572 (Milano Centrale 18:20 - Tirano 20:50) partirà con 40 minuti di ritardo per attesa del treno corrispondente proveniente dal sito manutentivo”.
Poi il ritardo è stato ridotto, prima a 30 e poi a 27 come da tabella.
Nel sito manutentivo non possono non conoscere gli orari e quindi che quel convoglio doveva esser messo in grado di partire dalla Stazione Centrale alle 18.20. Si possono fare, allo stato delle informazioni avute, due ipotesi:
--- 1. Cause di forza maggiore. in questo caso se ne prende atto alla condizione però che l'inevitabilità sia provata con esclusione di responsabilità, dirette o indirette
--- 2. Cause non di forza maggiore ma imputabili a responsabilità dirette o indirette, direttive o esecutive, per colpa o per colpa grave,
Se uno di noi, ad esempio in un passaggio a livello, blocca un treno gli arriva a casa il conto la cui entità dipende sia dalla durata del fermo che dal tipo di treno.
Di qui la proposta che il trattamento sia uguale. Se responsabilità ci sono i 40 minuti debbono essere addebitati anche perchè contando anche solo 240 viaggiatori il tempo da loro perso è di 96.000 minuti pari a 160 ore.
Provocazione? No. Benito Mussolini aveva preteso che i treni arrivassero in orario. E se non arrivavano il capotreno doveva rendere conto. E se c'erano responsabilità le si scontavano. Non ci vengano a dire che una Repubblica Democratica non sa fare altrettanto, anzi di meglio.
Attendiamo, sia pure con poche speranze
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