(aggiornamento 4 aprile) AIR ONE DIVENTI AIR ITALIA. LO HA PROPOSTO IL CCCVa AL DR. TOTO VISTO CHE ALITALIA SE NON PIÙ ALITALIÀ SARÀ ITALINENER O AEROFLOT (IN CIRILLICO NON VIENE)
PRENDERE O LASCIARE. NON PRENDETE? LASCIO
Il numero uno di Air France Spinetta, dopo avere sostanzialmente detto alla presentazione della sua proposta "prendere o lasciare", visto che prendere non se ne parlava ha lasciato. C'è anche da dire che non c'era solo Bertinotti a dire che la proposta francese era irricevibile. L'arco dei, giustamente, dissenzienti era molto ampio comprendendo anche il Presidente del Consiglio in pectore (sempre che i signori dei sondaggi non abbiano fatto flop), politici vari e il fronte sindacale. Indipendentemente dall'esito, che in effetti le cose siano andare storte fin dall'inizio è di una non smentibile evidenza palmare.
L'impressione che si è avuta è che all'inizio della gara la scelta di Air France fosse già stata fatta, anche magari non per favoritismi ma per una ferrea convinzione che fosse la scelta giusta. Oltre a tutto faceva e da comodo a molti che arrivi denaro fresco per estinguere esposizioni non cero modeste come fa comodo, ad esempio, a Gemina. E poi si sa pure che quando certe decisioni che sono tecniche ma anche politiche le fanno i tecnici, anzi i supertecnici, si rischiano guai seri all'insegna del famoso detto "Ipse dixit" anzi, in questo caso, del "Ego dixi" (ogni riferimento al dr. Padoa Schioppa è puramente causale).*
LITE SINDACATI - GOVERNO
Avendo campo libero, e assicurazioni dal Governo, Air France è stata padrona del campo (d'aviazione, cioè Malpensa un cui declino proprio a Parigi non guasta certo), dell'aria e soprattutto della trattativa. L'accordo infatti era stato sancito ma alla condizione, essenziale per Spinetta, che fossero d'accordo i sindacati. I quali sindacati, se è vero che le loro responsabilità nella crisi della Compagnia le hanno e come, hanno pur ragione a denunciare (Bonanni, CISL, ma non solo lui) che il Governo l'accordo lo ha fatto ma senza dir niente a nessuno e senza minimamente informare i sindacati. E cosa poteva pensare chi ha fatto questo accordo a Palazzo Chigi? Che i sindacati avessero solo il dovere di dire SI a un accordo del quale erano stati tenacemente tenuti all'oscuro - forse non tutti… - sapendo qualcosa soltanto dalle indiscrezioni pubblicate da qualche giornale?
Può darsi che con la loro proposta abbiano tirato troppo la corda ma potrebbe anche darsi che non potessero fare diversamente per il rischio che i lavoratori li smentissero.
Prodi ha perso l'occasione di stare zitto definendo un errore la posizione dei sindacati, errore, ha precisato "di cui dovranno assumersi tutta la responsabilità". Posizione debolissima sia per quanto appena detto su una trattativa male impostata, male condotta e peggio conclusa. Basti pensare a quanto ha dichiarato Bonanni, così come riportato dalla stampa: "Il governo non si è mai fatto vedere al tavolo delle trattative, non ha mai svolto funzioni di mediazione, quando invece a Palazzo Chigi si discute anche di aziende con trecento persone. Non siamo stati messi nelle condizioni di trattare. Hanno fatto tutto da soli e poi volevano il nostro benestare". Roba da supertecnici insomma che in fatto di politica, quella vera, dimostrano di saperne, e non solo in questa circostanza, quanto noi possiamo saperne in fatto di letteratura aramaica o di produzione del tamarindus indica,
Veltroni cerca di salvare il salvabile parlando di turbativa rappresentata dal discorso di Berlusconi su una cordata italiana, anche se l'ampio fronte del no alla proposta "irricevibile" di Air France - un inedito unicum con fianco a fianco il trio B-B, Berlusconi, Bertinotti, Bonanni con il Bobo (Maroni) e poi Angeletti e tanti altri -, senza cambio di orientamento francese, non ha alternativa ad altre soluzioni, magari "miste", con tedeschi e russi in primo piano. Conscio della fragilità dimostrata dal Governo, sotto violento attacco sindacale ha anche "dato ordine", così come aveva fatto il giorno della barbara uccisione della signora di Roma, al Governo di fare quel che non ha fatto sinora, come dice Bonanni, e cioè di mediare,
MEDIARE. COME?
C'è un solo modo. Usare i circuiti paralleli per convincere Air France a mettere sul tavolo quel quid di concessioni che consentano ai sindacati di ingoiare il rospo anche se a caro prezzo, per evitare quantomeno il disastro politico di trovarsi con un pugno di mosche, senza soluzioni praticabili salvo quella invisa del Commissario cui abbinare, altro karakiri politico, la proposta Maroni di applicazione della legge Marzano. Con l'altro rischio politico poi che la proposta Berlusconi di una cordata italiana, certamente di pressoché generale gradimento nel nostro Paese, si concretizzi veramente. Cosa, fra l'altro, possibile dato che Berlusconi sa che altrimenti per lui si tratterebbe di un terribile boomerang.
ECCO PERCHÉ IL DISCORSO CON AIR FRANCE POTREBBE NON ESSERE ANCORA CHIUSO.
E se non Air France ci sono ancora tedeschi e russi. Ecco perché nel titolo "ITALINENER (si tratta di Lufthansa ) oppure di "-".(Si tratta di Aeroflot. Il computer non vuole la scritta in cirillico!)
AIR ONE
E' il momento di Air One.
Ecco la nota inviata al suo Presidente, dr. Toto:a cura del Comitato Cittadini Consumatori Valtellina:
E. dr. Carlo Toto
Presidente Air One
Via Cesare Giulio Viola, 27 - 00148 ROMA
Tel. +39 06 656811 - Fax +39 06 65681401/404
Memore della pressoché sconosciuta vicenda europea Quote latte - Bagnoli, forse comunque a Sua conoscenza, vengono cattivi pensieri, per analogia, per quanto riguarda la vicenda Alitalia, Fantascienza o fantapolitica? Mah!
Così fosse, per il progetto Air One, anche superiore ai 5,3 mld di € da Voi previsti, le possibilità sarebbero state identiche. Comunque il tempo è galantuomo. Vedrete e vedremo se ci saranno eventuali sviluppi dell'ENEL in Francia.
Prima proposta
Ciò detto, scontato il vantaggioso assorbimento di Alitalia da parte di Air France - x - (vantaggioso per i transalpini naturalmente) Le chiediamo di considerare l'ipotesi di un cambio di ragione sociale. Visto che Alitalia con accento sulla prima "A" sta per diventare Alitalià con accento sulla ultima "A", credo che piacerebbe a tanti italiani che Air One diventasse AIR ITALIA, oppure ITALIA AIR ONE, oppure ancora ITALIA ONE. Ci siamo capiti.
Seconda proposta
Visto che l'italianità di Alitalia resterà confinata nella livrea il Vostro slogan "la prima compagnia privata italiana" dovrà adeguarsi semplicemente togliendo il termine "privata". Non ovviamente perché sia venuto meno tale requisito ma perché quella che (è) era la prima compagnia (cambia) ha cambiato sostanzialmente bandiera. Il momento sarebbe propizio a lanciare una particolare iniziativa: il "CLUB AIR ITALIA" o il nuovo nome che verrà scelto con sedi in ogni capoluogo fi provincia.
Confidiamo che la presente giunga almeno alla segreteria del Presidente, evitando di importunarlo nel suo indirizzo privato.
I migliori voti augurali
Per il CCCVa: Alberto Frizziero (x)
- x - o chi per essa, tedeschi o russi