09 09 30 IN REGIONE SI LAVORA PER UNA NUOVA LEGGE ELETTORALE CHE DOVRA' ASSICURARE LA PRESENZA DI TUTTE LE PROVINCE IN CONSIGLIO
Il consigliere regionale ing. Bordoni informa sulla questione della nuova legge regionale da cui dipende la certezza di rappresentanza per tutte le Province lombarde, cosa che ieri non c'era col risultato di un Consiglio Regionale 'orfano' di una delle sue dodici Province (allora undici).
Le elezioni del Presidente e del Consiglio della Regione Lombardia, che avranno luogo nella primavera del 2010, porteranno infatti una grande novità per la nostra provincia. Per la prima volta, infatti, gli elettori valtellinesi avranno la certezza di eleggere, con il proprio voto, almeno un rappresentante all'interno del Consiglio Regionale lombardo.
La nuova legge elettorale, che verrà discussa e approvata nelle prossime settimane, riconoscerà infatti a ogni circoscrizione elettorale provinciale il diritto all'attribuzione di almeno un seggio consiliare. Un'importante innovazione, prevista peraltro dal nuovo Statuto della Regione Lombardia, che nasce del desiderio di garantire quanto più la rappresentanza territoriale e che riguarda da vicino le piccole realtà come la nostra provincia che, in passato, non sempre sono riuscite a essere presenti nel Consiglio lombardo.
Per quanto riguarda l'iter di approvazione della nuova legge, in attesa del documento del PDL che verrà reso noto nei prossimi giorni, sono stati presentati sino finora tre progetti di legge predisposti dalla Lega, dal PD e dall'IDV.
Il progetto della Lega, all'art. 3, prevede che qualora una provincia non riesca a eleggere, per mancato raggiungimento dei voti necessari, un proprio rappresentante, le venga comunque attribuito un seggio che deve essere assegnato al candidato più votato tra quelli appartenenti alla lista provinciale collegata alla lista regionale che raggiunge la maggior cifra di voti in tutta la regione. Il seggio così assegnato viene "sottratto" (per mantenere invariato il numero di 80 seggi complessivi) all'ultimo eletto della lista provinciale che presenta lo stesso simbolo e che ha ottenuto il maggior numero di seggi.
I progetti del Partito Democratico (art. 10) e dell'Italia dei Valori (art. 3), nella sostanza simili tra loro, prevedono che quando all'interno di una singola circoscrizione non sia stato eletto nessun candidato, il seggio debba essere attribuito al candidato con la maggiore cifra di voti individuale appartenente alla lista che ha ottenuto il maggior numero di voti all'interno della circoscrizione stessa. Solo in caso di parità di voti tra due o più liste deve essere presa in considerazione la lista collegata a quella che ha ottenuto il maggior numero di seggi a livello regionale. Il seggio assegnato "d'ufficio" deve infine essere sottratto all'ultimo attribuito al gruppo di liste delle altre province che hanno lo stesso simbolo di quella circoscrizionale.
La Commissione che tratterà della legge è la seconda (Affari Istituzionali), ma è facile pensare che su questa questione sarà altissima l'attenzione da parte dell'intero Consiglio, che dovrà poi votare il provvedimento.
«Le proposte di legge finora presentate», ha sottolineato il consigliere Giovanni Bordoni, «possono apparire sostanzialmente identiche perché garantiscono almeno un eletto per provincia. In realtà c'è una notevole diversità: con la ricetta della Lega non va in Consiglio Regionale chi vince le elezioni nella provincia, ma il primo della lista che ha maggiori consensi a livello regionale. Il progetto della sinistra tende invece a privilegiare il territorio, rispettando il principio che chi su di esso ha più voti va a Milano. Il PDL ancora non si è espresso», precisa Bordoni, «ma credo che si orienterà, per questo passaggio, a garantire che chi vince nella sua provincia debba essere eletto. Vedremo!»