VALTELLINA

Modesto intervallo di tempo - Le forze del mutamento - Un primo oggetto di cambiamento - Gli effetti



MODESTO INTERVALLO
DI TEMPO


Nella forte accelerazione dei cambiamenti otto anni sono tanti.
Ma un interrogativo sorge spontaneo: pensare la Valtellina 2010
comporta per lo più delle capacità in futurologia, oppure è più
congruo lavorare deduttivamente su una selezione di indizi?


Potremmo magari provare ad usare all'indietro la macchina del
tempo, e vedere se nel 1996 - otto ani fa - erano ben
configurate le premesse dello scenario 2002. Ma è il caso di
scavalcare questo esercizio per adottare il criterio di
riferirci a tendenze in atto, condire moderatamente con qualche
spregiudicatezza visionaria, e lasciare che la creatività della
commedia umana faccia il suo corso. Anche smentendoci.

In realtà si tratta di un modesto intervallo di tempo che
dovrebbe essere assunto - nel caso di un impegnato spirito
pubblico programmatorio - dalle Istituzioni politiche, di
governo, amministrative, anche a livello locale; come sfondo
indispensabile, problematico e quindi flessibile, sul quale
giocare le scelte di più breve periodo.

E' una modalità che
proprio non sembra caratterizzare l'arena politica di questi
anni. Se lo sfaldamento degli orizzonti ideologici è stato
salutare non si può dire altrettanto di un generale inaridimento
politico sociale, che è andato improntandosi a crudi pragmatismi
e ad avidità di potere spiccio pret-à- porter.


LE FORZE DEL
MUTAMENTO


Entro la dimensione valtellinese una scusa per non praticare
analisi e visioni di lungo periodo è a portata di mano: le forze
del mutamento del "sistema locale" agiscono soprattutto
dall'esterno, per due ragioni opposte e in sinergia:

- la nostra marginalità rispetto ai centri di emissione dei
fattori di cambiamento;

- la presenza in Valtellina di risorse, di ingredienti
territoriali, a un livello strategico tale da essere
direttamente giocate su tavoli esterni.

Anche questo rapporto tra le pressioni esterne al cambiamento e
le valenze endogene di identità e autogoverno è sottoposto ad
evoluzioni temporali e potrebbe trovare posto in queste
annotazioni.

Sono portato ad affermare che la "guida esogena" al
cambiamento sarà fortissima. Penso a questioni che vanno dai
mutamenti del clima ai modelli culturali, di stili di vita e
consumi, ad acqua ,energia, turismo, ecc.


UN PRIMO OGGETTO
DI CAMBIAMENTO


Possiamo approfittare del periodo estivo ed ormai feriale per
scegliere un primo oggetto di cambiamento.

Un oggetto con il
quale, in questo periodo dell'anno, entriamo in contatto più
diretto: l'ambiente del territorio non urbanizzato, naturale e
semi-naturale. Compreso quello in quota, oggetto delle nuove
transumanze voluttuarie di turisti esterni e popolazione locale.
Il trend già in evidenza e di probabile accentuazione è il
seguente:

- Divengono più palesi il cambiamento climatico, che a livello
meteorologico significa una sorta di tropicalizzazione,
irregolarità rispetto alle tradizionali fasi stagionali,
frequenza di fenomeni estremi.

- Prosegue la recessione dei ghiacciai e dei manti nevosi. Si
accelera in alta montagna la movimentazione di seracchi, la
messa a nudo di canaloni, di ammassi rocciosi, con fenomeni
erosivi e disgelo di permafrost.

- Il prolungato sussistere dello zero termico oltre i
quattromila metri incide sempre più sul ciclo idrologico e sul
rischio, sia idraulico che geologico.

- La risalita in quota della vegetazione si accentua (larici,
prateria alpina, altre formazioni boreali, ontano verde).

- Più in basso le neo-formazioni boschive si estendono. Grande
parte degli alpeggi e maggenghi vanno trasformandosi in chiazze
cespugliose e arbustive. Tra le villette, sgranate qua e là, i
nipoti dei bisnonni che falciavano e ingrassavano saranno
soprattutto dotati di decespugliatore.

- Ancora più in basso prosegue l'inghiottitura nel bosco dei
terrazzamenti alti, quelli dei cereali e delle patate. Nella
fascia pedemontana anche il ridimensionamento dei vigneti
continua, con il corrispondente persistere di fenomeni di
smottamento. Questo grande monumento storico al sole e alla
caparbia miseria perde piano piano le parti meno pregevoli. In
alternanza con la calata del bosco spiccheranno le enclaves
ristrutturate dei vignerons dell'eccellenza produttiva e
mediatica.

- Nelle stazioni turistiche e nei loro dintorni si sfalcia, si
tiene più pulito il territorio, perchè sono gli stessi
tour-operators - padroni del rapporto fra domanda e offerta a
dirci che il cliente vuole il territorio ben pettinato. Ci
dicono anche di prolungare qualche possibilità di vedere il
contadino che in carne ed ossa si esibisce a mungere la mucca;
ci dicono che attira molto di più di un affresco del Valorsa.


GLI EFFETTI
Questi connotati dello scenario ambientale, verso cui evolve il
paesaggio delle montagne nostrane, avranno effetti su più
settori economici (turismo, agricoltura, ecc.) oltre che
sull'assetto socio-culturale valtellinese.

Li potremo richiamare
successivamente, in qualche altra puntata di queste note,
guardando - sempre a spizzichi - l'evoluzione probabile di più
settori . Diciamo subito che l'obsolescenza di molta parte
dell'agricoltura metterà a nudo la scarsa "valtellinesità" di
prodotti che per decenni sono stati ipocritamente spacciati come
nascenti da uno stretto rapporto uomo-territorio nella nostra
valle.

Si apriranno interrogativi sul rapporto fra obsolescenza
della nostra zootecnia e quantità di formaggio smerciato come
locale. "Da dove viene il latte?" D'altro canto, anche per nuove
norme sulla trasparenza della filiera produttiva e sulla tracciabilità dei prodotti, si appaleseranno le origini di quei
milioni di pezzi di carne che da noi - una volta sbarcati da
oltreoceano -si transustanziano in bresaola della Valtellina.
(continua)
Giovanni Bettini


(x)

Giovanni Bettini è docente a contratto di Urbanistica presso il
Dipartimento di Architettura e Pianificazione Territoriale del
Politecnico di Milano.

E' stato parlamentare, componente della Commissione Lavori
Pubblici della Camera dei Deputati; firmatario di progetti di
legge in materia di urbanistica e ambiente.

E' stato consulente del Sindaco di Napoli per la ricostruzione
post-terremoto e membro della Commissione Scientifica per
l'attuazione della Legge Valtellina. Componente del Comitato
Scientifico di IREALP. Membro effettivo dell'Istituto Nazionale
di Urbanistica. Fa parte del Comitato Scientifico Nazionale di
Legambiente e della Commissione internazionale per la Protezione
delle Alpi. Svolge attività pubblicistica.



GdS 8 VII 02

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