UNITRE: mummie d'oro e del deserto bianco

di Marisa Schena (x)

É l’Egitto balzato alla ribalta mondiale nel giugno 1999 quando
l’archeologo Zahi Hawas ha annunciato la scoperta di una grande
necropoli ai bordi dell’oasi di Bahariya ubicata a circa 180
chilometri a sud-ovest del Cairo.

Venivano allora alla luce le prime mummie dalla maschera d’oro,
avanguardia delle oltre 10.000 che si stima siano state sepolte
nel grande cimitero tra il 332 a.C. e il IV-V secolo d.C.

Tuttavia le mummie d’oro non sono state le uniche protagoniste
della conferenza che Elio Bertolina ha tenuto il 5 u.s. presso
la sede UNITRE di Sondrio.

Le oasi che costellano il Deserto Occidentale compreso tra la
Valle del Nilo e il confine libico, nascondono infatti una
varietà di tesori archeologici e non, per lo più sconosciuti al
grande pubblico.

Tra questi il tempio di Amon e la cittadella di Shali (XII
secolo) a Siwa; le meravigliose tombe dipinte del 600 a.C.
anch’esse a Bahariya; le acque termali di Farafra che irrigano
l’oasi coltivata promiscuamente a palmeto uliveto e frutteto; la
moschea di Dakhla tra le prime costruite sul continente africano
subito dopo l’Egira (622 d.C.); la necropoli di Muzawaka attiva
forse fino al III secolo dove le mummie giacciono accatastate in
un sonno da allora mai interrotto; le 263 cappelle funerarie del
cimitero protocristiano di El Bagawat nell’oasi di Kharga.

Infine, lontano da ogni insediamento tra Bahariya e Farafra, il
prodigio del Sahara che si trasforma in una enorme banchisa
punteggiata di iceberg e circondata da rilievi montuosi
diventati candidi per una misteriosa nevicata. É quello che si
chiama Deserto Bianco.
Marisa Schena
(x)

(x) Presidente Unitre
Sondrio



Gds - 18 XII 2003 -
www.gazzettadisondrio.it

Marisa Schena (x)
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