SPECIALE Statale 38 - PARTE DALLA LEGGE VALTELLINA
Quando si costruisce una casa occorre partire dalle
fondamenta; poi si fanno i muri, i solai e, per ultimo,
si mette il tetto. Un operaio viene quindi mandato a
tagliare un abete che viene legato in cima al ponteggio
più alto. Si segnala così che la struttura è finita e si
può festeggiare.
Alla cena partecipano tutti, dal
progettista all’impresario, dal ferraiolo al capomastro,
fino all’ultimo “bocia” che ha legato l’abete, perché il
merito è di tutti.
Ricordavo queste cose leggendo la cronaca politica di
questi giorni, con il Presidente della Provincia che
menava vanto dei propri meriti e di quelli di pochi
altri per la S.S. 38 e lamentava il plauso un po' fiacco
venuto dai partiti alleati.
L’idea della nuova S.S. 38 appartiene ad un tempo in cui
il Presidente ancora non si occupava dei nostri destini.
Fu la Legge Valtellina, con Tarabini tra i protagonisti
in Parlamento, a prevederla, all’indomani delle calamità
del 1987. Fu poi il relativo Piano di Sviluppo
socio-economico, proposto dalla Provincia nel 1990, a
mettere i primi soldi per la nuova strada.
Insufficienti, certo, ma ancora oggi i soli veramente
disponibili, insieme a qualche risorsa delle passate
Finanziarie.
E poi fu la Regione, nel 1998 a riprendersi in mano la
progettazione, rimasta impantanata in Provincia da
qualche pasticcio di troppo. E sempre la Regione portò i
progetti a compimento, con la previsione di una
viabilità completamente nuova, nonostante l’opposizione
della Lega, che voleva riqualificare quella esistente,
spostando la ferrovia.
Nel 2004, eletto Presidente della Provincia, Provera
salta sul carro della strada con i progetti in dirittura
d’arrivo e la S.S. 38 diventa la “madre di tutte le
battaglie”.
Prima, evidentemente non lo era, almeno per lui, ma
certo per molti altri!
Il problema dei soldi non è nuovo. In 10 anni di
presidenza del Comitato Valtellina sollecitai più volte
i nostri parlamentari a cercarli, ma c’erano sempre
priorità “più prioritarie”. Non deve adombrarsi il
Presidente Provera se al suo grido di vittoria le
reazioni sono state tiepide.
Ha già affermato a più riprese che era fatta e invece i
soldi non c’erano! E’ così, a furia di annunci ci si
assuefa e si scrollano le spalle.
Se sarà la volta buona non potremo che dire: era ora! E
questo senza disconoscere l’impegno profuso. Ma se una
persona viene eletta è per curare gli interessi
generali. Quindi perché reclamare ringraziamenti?
Vorrei tornare, concludendo, all’abete in cima alla
casa. Provera non faccia l’operaio che s’attribuisce il
merito esclusivo della costruzione della casa, per aver
contribuito a mettere il tetto e aver legato l’abete.
Accomuni, quando sarà ora, tutti quelli che prima di lui
hanno dedicato lavoro e passione a questa causa, magari
senza troppo annunciare.
Sarà più semplice avere il plauso per questa vittoria
che, se ci sarà, sarà di tutta la valle e non di un uomo
o di un partito.
Giovanni
Bordoni
(x)
(x)
Consigliere Regionale
e Presidente del Comitato Legge Valtellina
dal 1995 al 2005.
GdS 30 X 2005 - www.gazzettadisondrio.it