SINDACI IN TRINCEA
Sindaci in trincea, nei due lati della Valle.
TRAFFICO (SOPRATTUTTO DELEBIO)
Sul fronte del traffico di attraversamento, lungo il fondovalle
i problemi conseguenti alla massiccia pressione del corteo di
veicoli sono all'ordine del giorno. Respirano i Comuni da Sernio
a Bormio, con l'unica eccezione di Sondalo ma per una diversa
ragione, il problema dello svincolo o, se si vuole, del
"non-svincolo". Respira il capoluogo che con la tangenziale ha
visto diminuire il traffico in ingresso e uscita di circa due
terzi.
Soffrono gli altri per una sorta di servitù di passaggio che
penalizza le attività locali. A Tirano attivo il Comitato per la
tangenziale. (Ma un articolo pubblicato
e leggibile su questo giornale dà i tempi, e quindi per anni
ancora ci sarà da attendere! ndr).
A Delebio però c'é ben altro. Ci sono i morti. C'é
l'insicurezza, c'é la paura della gente, per sé, per i bambini,
per gli anziani.
Si discute che fare, tenuto conto che tutti dicono che qualsiasi
provvedimento deve passare per l'ANAS.
Non é vero. Per "ragioni contingibili e urgenti" il Sindaco può
emettere ordinanze, motivando. Purtroppo é facile motivare vista
l'esasperazione della gente. E allora cominci con i dissuasori,
debitamente segnalati anche per la notte per evitare
inconvenienti. Misura temporanea in attesa di soluzioni, anzi
acceleratrice di soluzioni. Con i dissuasori e i veicoli
obbligati ad attraversare i tratti delicati di centro paese a
20/25 Km/h la sicurezza é assicurata. Più incerta la soluzione
del semaforo, perché, se lo si mette, occorre anche un controllo
continuo per evitare che il mancato rispetto, magari per via di
qualcuno che accelera quando vede il giallo, provochi altri
incidenti e altri lutti.
Poi la questione della "tangenzialina", che potrebbe anche
essere modesta a senso unico, con senso unico inverso
nell'attraversamento del centro.
Ma il Comune di Delebio, e il suo Sindaco, non può essere lasciato solo! I suoi
problemi sono i problemi di tutti. I provvedimenti li deve
prendere lui, ma dovrebbe esserci il conforto dell'intera
provincia (e i soldi per la tangenzialina che non é giusto li
debba sborsare il Comune).
MAXIELETTRODOTTO
Dall'altra parte della Valle, nel Tiranese, i Sindaci di Tirano,
Lovero, Tovo, Vervio (e in Valcamonica quelli di Berzo, Demo,
Edolo, Monno, Sonico) sono in
agitazione per il nuovo progetto del maxielettrodotto di
interconnessione delle reti italiana e svizzera, tra il Lago di
Poschiavo (Robbia) e San Fiorano (Sellero). Ben di più che
un progetto di massima, che é loro letteralmente piovuto sulla
testa.
Un po' di anni fa il primo progetto, portato avanti in sordina,
con l'incredibile autorizzazione-Galasso che definiva la zona
attraversata - Trivigno - "zona di nessun pregio ambientale" e
con la Soprintendenza di Milano del tutto silenziosa, fu
bloccato dalla energica reazione, guidata dall'allora Presidente
del BIM. Se ne era accorto, per caso, il Sindaco di Villa di
Tirano che aveva notato sull'albo Pretorio, una comunicazione
arrivata da via. Senza questo caso fortuito e senza l'azione del
Presidente del BIM un bel giorno si sarebbero scoperte le ruspe
al lavoro!
Ad alti dirigenti dell'ENEL che chiedevano "solidarietà" in
quanto si trattava di un'opera vitale per la fornitura di
energia si rispondeva non con barricate ma semplicemente dicendo
che bastava sedersi attorno ad un tavolo per concordare le
soluzioni senza far cadere le cose dall'alto. Inoltre le
Autorità competenti in materia ambientale non potevano usare due
pesi e due misure per l'ENEL e per le esigenze locali. Il
maxielettrodotto sì, il cavetto dell'impianto di risalita di
Valfurva no...
Il progetto odierno va visto anche alla luce dei provvedimenti "sblocca-centrali"
che stanno per essere adottati a Roma. Ci sarà una sola
autorizzazione a Roma, ed é facile prevedere che non saranno
solo le centrali oggetto delle nuove norme ma anche gli
elettrodotti. Il fatto che il progetto presentato si presenti
sostanzialmente come un progetto definitivo fa pensare che sia
pronto, non appena emanato il nuovo decreto, a essere catalogato
come opera di pubblica utilità e quindi sottratto ad ogni
autorizzazione locale o regionale, ma subordinato ad una sola,
romana.
Occorre agire in fretta, e bene. Le pur comprensibili richieste
di interramento, ad esempio, non sono realisticamente tali da
poter fare molta strada. Ma il tracciato, questo sì, può e deve
essere concordato con le Istituzioni locali, tanto più che
finalmente é stato dato l'incarico per il Piano Territoriale che
di elettrodotti, con le loro servitù e condizionamenti, dovrebbe
pur occuparsi!
Ma anche qui i Sindaci non possono essere lasciati soli in una battaglia già
ardua per una provincia solidale, figurarsi poi per pochi Comuni
lasciati soli.
Potrebbe servire a loro quanto pubblichiamo su questa stessa
rubrica, in particolare la questione dell'elettrodotto unico
sostitutivo della selva di quelli esistenti, che lo stesso
Consiglio di Amministrazione dell'ENEL nel 1992 aveva visto
favorevolmente dopo l'intervento del BIM...
TOCCHEREBBE ALLA PROVINCIA
Per entrambi questi problemi ci sarebbe il punto di riferimento:
la Provincia, sia come Ente di Governo che come titolare delle
competenze in materia di Piano Territoriale. Provincia insieme
con le Comunità Montane, con i Comuni ma anche con la Camera di
Commercio per via dell'impatto economico.
I consiglieri provinciali, di maggioranza e di opposizione,
visto che questi problemi non hanno colore politico, sarebbe
logico che se ne occupassero, non personalmente ma con un Consiglio Provinciale
convocato appositamente, da un lato per individuare ipotesi di
soluzione, dall'altro per una forte presa di posizione che
faccia capire come su questi problemi non ci sono solo pochi
e quasi inermi Sindaci, lasciati soli con cose obiettivamente
più grandi di loro. Sarebbe un dovere dimostrare che con loro
c'é una intera provincia, con la p
minuscola, rappresentata dalla Provincia, con la p maiuscola,
sintesi di una volontà comune delle genti di queste valli.
Servirebbe anche per altri problemi.
Lo si farà? Sarebbe bello, e saggio, che lo si facesse, ma i
tempi in cui sui problemi fondamentali si mobilitavano tutti, e
tanti risultati sono arrivati in questo modo, sono passati.
S.T.
Gds - 28.1.2002