La scomparsa di Alfredo Tavolaro

Il ricordo dell'uomo di scuola, del politico, dell'amministratore

A 87 anni è scomparso a Sondrio Alfredo Tavolaro. Un’altra delle
figure rappresentative del capoluogo che la ruota del tempo
porta con sé, lasciando però una non comune scia di ricordi per
il costante intreccio del quotidiano personale con il fluire
della vita della comunità.

Sono in tanti a ricordarlo. Dietro la cattedra quando spiegava –
“in modo affascinante”, ci dicono – Iliade o Odissea oppure i
classici latini. Più avanti negli anni da “Signor Preside”, qui
ma anche a Lecco, pendolare ogni giorno delle sei e mezza in
discesa e della tarda serata in salita.

Lo ricordano al Partito. Il Partito Socialista naturalmente per
lui “Lombardiano” di ferro (l’ing. Lombardi era il leader
storico della sinistra socialista).

Lo ricordano in Comune, come amministratore per tanti mandati.
Dovrebbero essere almeno quattro, per una ventina d’anni, ma
purtroppo non c’è più in Comune quell’archivio vivente che era
il Filippo Marveggio. Vicesindaco dal 1982 al 1985 e dopo in
CORECO.


-
GARBELLINI

Ricorda l’uomo di scuola il prof. Mario Garbellini che ne era
collega.

Scompare con Alfredo Tavolaro un uomo di cultura che ha dato
molto, in qualità di impegno, alla Scuola Valtellinese per la
sua competenza di uomo di lettere (al magistrale ed al liceo
classico di Sondrio).

Ha formato generazioni di studenti portando nella scuola la sua
passione politica e sociale.

Il suo marxismo era di ispirazione umanitaria e antileninista.

Da buon napoletano ricordava volentieri la lezione di Vincenzo
Cuoco: “ Il vero artefice delle autentiche rivoluzioni non è
l’avanguardia, ma il popolo”.

Da Preside era molto sensibile al tema dello svantaggio
culturale di partenza degli studenti delle classi sociali non
abbienti.


-
STEFANELLI

Eravamo insieme, dice l’arch. Pier Carlo Stefanelli, nel Partito
e fra i “Lombardiani” nei quali c’era anche l’on. Zappa, un
tempo ma anche ora dato che avevamo recentemente dato, come
“laburisti” adesione ai DS.

Anche in questa posizione era rispettato da tutti che seguivano
i suoi interventi come si segue una lezione, “professore” anche
quando era momento di scontro ideologico-politico con il
compianto Libero Della Briotta, leader dell’altra anima del
Partito. Animatore anzi di questo confronto interno, sempre in
un ambito di correttezza, su posizioni di possibile accordo
delle forze di sinistra. Uomo di cultura politica, animatore del
Centro Rosselli e dell’ Istituto sondriese per la storia del
movimento di liberazione, non mirava “alle poltrone” ma al
servizio e come tale era stato anche candidato due volte al
Parlamento oltre ad aver ricoperto diversi incarichi di Partito,
compresa la direzione del Lavoratore Valtellinese.


-
FRIZZIERO

Prima Giunta di centro-sinistra in Valtellina nel 1982, ricorda
Alberto Frizziero Sindaco di Sondrio dal 1975 al 1985. La
situazione per la verità era matura nel 1980 ma una campagna
elettorale politicamente aspra portò al rinvio a due anni dopo.
Il prof. Tavolaro entrò in Giunta, e fu Vicesindaco, con l’avv.
Giugni. Esperienza nuova, non facile perché nel resto della
provincia DC e PSI erano su fronti opposti. Ci fu piena intesa
fin dall’inizio. In tre anni intensi, di grandi realizzazioni,
non ci fu un solo problema, una sola seria difficoltà, salvo,
sul finire di mandato, una questione però esterna
all’Amministrazione.

Lui, sinistra PSI, ma anche innovatore, aveva condiviso la
necessità di sperimentare la collaborazione con la DC, di
mettersi alla prova nel governo della città, di condividere le
vie nuove amministrative d’avanguardia che il Comune di Sondrio
stava percorrendo.

Una vita d’impegno. Ricordo un grande evento nazionale in
Lombardia, con Autorità in serie a partire dal Presidente del
Consiglio, cui erano invitati i sindaci dei capoluoghi. Gli
dissi di mettere la fascia tricolore e andare lui, anche se mi
sarebbe piaciuto esserci. “Tocca a te, deve esserci il Sindaco”.
No. Il significato era simbolico e anche adesso lo lascio alla
riflessione di chi legge. Lo capì e non ci dicemmo nulla. Un
felice ricordo.


Animatore della SO.CREM, di cui fu anche Presidente, in un
articolo del 18 luglio 2002 usò una felice espressione del
Presidente nazionale avv. Bruno Segre: “la cremazione é
indispensabile per restringere le città dei morti e dare spazio
alle città dei vivi”. E’ un tributo alla sua memoria e alle sue
volontà ripetere questa espressione nel momento del cordoglio ai
familiari.
frial


GdS 20 IV 2005 - www.gazzettadisondrio.it

frial
Dalla provincia