Sanità: valutazioni neutrali e obiettive nell'interesse dei valtellinesi. Raffreddare il clima polemicamente caldissimo

di Alberto Frizziero



RIFLESSIONI A FREDDO


La questione della sanità provinciale balzata agli onori (si fa
per dire) delle cronache con una vis polemica inconsueta per il
periodo più propizio per le vacanze merita qualche riflessione a
freddo e da un punto di vista imparziale, non condizionato cioè
da posizioni politiche o di altra natura.

Come era facile prevedere il dibattito accesosi dopo l’esito del
Consiglio Provinciale perdura tuttora con notevole virulenza,
pari del resto alla portata della posta in gioco,
sostanzialmente il futuro dell’Ospedale di Sondalo, ed anche
quello dei nosocomi di Morbegno e Chiavenna..

Riprendiamo intanto la nota inviata da chi scrive alla stampa
locale e pubblicata dai quotidiani “Il Giorno” e “La Provincia
di Sondrio” ed anche dal settimanale "Centro Valle":


LA NOTA PUBBLICATA
SULLA STAMPA LOCALE


"La questione sanità si è infilata in una spirale da cui, come
certe reti da pesca, diventa cosa improba uscirne.

Sembrava, dopo l’incontro convocato dal Presidente della
Provincia con la presenza, e la condivisione, di tutti i
soggetti interessati, che si fosse imboccata la via giusta.

Il Consiglio Provinciale che avrebbe dovuto suggellare questa
generale intesa è invece finito nelle secche determinando per
conseguenza una cristallizzazione di posizioni tale da
determinare un pericolosissimo stallo, ciascuno ovviamente
attestato sulle sue posizioni in un clima polemico.

Essendo al di fuori di ogni impegno politico posso permettermi
di guardare le cose con obiettività e nell’interesse superiore
della nostra gente, anche con l’esperienza personale di quando
si aprì “il problema Morelli”. Come segretario dell’allora
Partito di maggioranza assoluta, la DC, per alcuni anni portai
avanti la linea definita in sede politica. Sostanzialmente si
basava sulla constatazione del sovradimensionamento della rete
ospedaliera provinciale ove l’attività del Morelli gravasse sul
solo nostro bacino d’utenza.

Siamo a quel punto. O si trova la soluzione o altrimenti siamo
al ridimensionamento, in strutture, posti letto, occupati e con
Morbegno e Chiavenna destinati, anche se non subito, a seguire
la sorte di Tirano .

Non entro nel merito politico. Osservo solo che il Consiglio
Provinciale non aveva il compito di fare scelte definitive. La
seduta aveva un obiettivo: portare a Milano il messaggio di
un’intera provincia unita, anche al di là delle soluzioni per le
quali c’è il tempo di approfondire e dibattere.

A Milano arriva invece un messaggio quantomai negativo (quanto
sarebbe stato meglio, vista la situazione, aggiornare la
seduta!) di forze politiche e anche di forze sindacali divise
(CISL e CGIL con qualche inopportuno sconfinamento politico
nella loro nota, UIL per conto suo e con una certa
sottovalutazione dell’esito del Consiglio Provinciale), con il
riaffiorare di rivalità perniciose Sondrio-Sondalo.

Palla al centro e ricominciare. Non in queste condizioni.

Occorre qualcosa di nuovo, che ci sarebbe anche. Oggi però
sarebbe pericoloso anticipare perché in questo clima si
rischierebbe di bruciare l’ultima chanche".


LA NECESSITA' DI
ALLENTARE LE TENSIONI


Come si vede una nota distensiva in un momento di forti
tensioni, quei momenti cioè che si prestano meravigliosamente a
infilare vicoli ciechi e peggiorare le cose.

Sempre guardando le cose dall’esterno e con piena obiettività,
dobbiamo dire che perlomeno le cose non sono state peggiorate.
Da un lato il consigliere regionale Bordoni ha svelenito gli
aspetti polemici dichiarando pubblicamente il suo dissenso sul
documento dei suoi compagni di Partito e di schieramento
aggiungendo che mai e poi mai avrebbe portato avanti a Milano
quelle indicazioni, Dall’altro lato l’ex Presidente e ora
capogruppo del centro-sinistra in Provincia Dioli, che subito
aveva chiesto le dimissioni del Presidente della Provincia
Tarabini, ha poi dichiarato che l’opposizione è pronta a
mettersi di nuovo al tavolo, già positivamente sperimentato con
il “documento Tarabini”, poi smentito in Consiglio Provinciale,
azzerando tutto.

Per la verità abbiamo dei dubbi che sia possibile trovare a
breve una
sede con un tavolo sufficientemente elastico per ospitare, dopo
quello che è avvenuto, tutti i protagonisti.

La posizione più delicata appare quella del Presidente della
Provincia che dopo aver raccolto intorno al suo documento un
consenso pressoché generale si è trovato a non disporre di
quello che nessuno avrebbe immaginato che sarebbe mancato, vale
a dire quello della sua maggioranza in Consiglio Provinciale.

La delicatezza però non viene da quello che tutti dicono e cioè
il “golpe” della sua maggioranza che lo ha fatto uscire
indebolito in maniera vistosa. Osservatori del tutto neutrali
rilevano i due punti che determinano questa particolare
delicatezza.

- Il primo riguarda lui personalmente in quanto lo
stravolgimento del documento - su cui si era registrato un
larghissimo consenso anche della società civile largamente
rappresentata nell’incontro che aveva dato l’O.K. - , prodottosi
a sorpresa negli ultimi minuti prima della seduta, era tale che
l’unica cosa da fare, sotto ogni profilo, sarebbe stata quella
di aggiornare il Consiglio Provinciale.


SI MANIFESTANO
RIPENSAMENTI IMPORTANTI


Per la verità è vero che la responsabilità maggiore è sua per
via del ruolo e di come il problema era venuto evolvendosi, ma
non la sola. Una responsabilità, pur minore, l’hanno anche altri
perché la proposta di aggiornare la seduta avrebbe potuto venire
anche da altri consiglieri, e non solo di opposizione, visto che
anche alcuni della maggioranza sono palesemente insoddisfatti.
La neo-Sindaco di Valfurva Antonioli, assente alla seduta del
Consiglio Provinciale, ha dichiarato di non essere per nulla
d'accordo, riscuotendo subito la condivisione dell'ex deputato
Oberti e di Francesco Valsecchi. Ma ha preso carta e penna, con
gli amministratori del Tiranese, anche Oscar Giudice, Sindaco e
Presidente della Comunità Montana, che in Provincia aveva votato
il documento contestato, segno questo che la posizione sul
documento poi approvato non era stata sufficientemente maturata
nella maggioranza (altri sono scontenti).

Anche il Direttivo di Forza Italia ha preso le distanze.

Il rinvio avrebbe potuto consentire gli approfondimenti del
caso, forse i chiarimenti, ai limiti una preparazione più
adeguata e quindi un minore impatto negativo.

La sostanza é, viste le posizioni assunte, che il documento é
stato sì approvato ma oggi non ha sicuramente più la
maggioranza. E' diventato un esercizio dialettico, da pomeriggio
di piena canicola.

E I
POPOLARI RETICI?


- Il secondo riguarda i Popolari Retici, il movimento che ha
proprio in Tarabini il suo leader, che hanno approvato il
documento condividendolo, come da dichiarazione di voto del
consigliere che è intervenuto in luogo del capogruppo, pure
presente. Indubbiamente la loro posizione risultava difficile.
Da un lato insistere sul documento Tarabini avrebbe comportato
problemi con i due partners di maggioranza, Forza Italia e AN,
questo, per inciso, il Partito dell’assessore regionale e del
Direttore Generale dell’ASL di Sondrio, autore tempo fa di un
ridisegno della sanità provinciale basato sui due poli
ospedalieri, ex novo, di Sondrio e Delebio. Dall’altro,
sottoscrivendo il documento dei capigruppo, si trattava, come è
stato, di una smentita del loro leader e Presidente della
Provincia.

Difficile pensare che si sia trattato di una posizione autonoma,
adottata senza consultarlo.

O si è trattato della scelta del male ritenuto, non proprio
oculatamente, minore oppure merita attenzione una spiegazione
semplice, quasi banale, e cioè che nella tensione del momento ci
si sia preoccupati di uscire dall’impasse senza neppure valutare
le conseguenze, ivi compresa la perdita di prestigio del
Consiglio e del suo Presidente, in provincia e a Milano, oltre,
dando per scontate le polemiche esterne, le inevitabili
lacerazioni interne, del resto in parte notevole già emerse.

Gli
scontenti ci sono infatti anche in questo Gruppo, pare persino
il capogruppo che durante la seduta non ha preso la parola,
lasciando intervenire un collega.

Nessuno si pronuncia, l'imbarazzo é sicuramente grande, e
comprensibile.

UN
ASPETTO PARADOSSALE


Devesi sottolineare un aspetto paradossale.

Se fosse stato approvato il “documento Tarabini” esso avrebbe
avuto notevole significato, persino al di là dei contenuti. Il
messaggio, ecco quello che contava: una provincia unita nelle
sue rappresentanze istituzionali, politiche, economiche,
sociali.

Approvato l’altro documento non cambia nulla di quello che il
documento vorrebbe si cambiasse.

In altre parole l’emigrazione
delle alte specialità da Sondalo a Sondrio resta una chimera
nonostante questa, di fatto, sia la volontà espressa dal
Consiglio Provinciale. E questo per la semplicissima ragione ben
presente a Milano: farlo significherebbe aggravare la situazione
di Sondalo, già oggi pesante per la Regione in termini
finanziari, e comunque improba per via delle eccedenze di
personale. Quindi comunque la Regione questa via non seguirà…

E
ADESSO?
E adesso?

Per ora comanda il generale-ferie. Poi il discorso dovrà pure
essere riavviato. Se la Provincia non aveva, come non ha,
competenze specifiche sulla sanità per cui la seduta sul
problema veniva ad avere un importante valore politico, la
Conferenza dei Sindaci ha specifica competenza in proposito.
Difficile pensare che possa essere convocata a breve, non solo
per difficoltà operative con tanta gente in vacanza, ma anche
perché il bubbone è troppo caldo e necessita di un po’ di
refrigerazione prima che si ricominci l’esame della situazione.

Non va però dimenticato che al di là delle prese di posizione,
quali che siano, dal dire al fare c’è di mezzo il mare, un mare
rappresentato da un sovradimensionamento della rete ospedaliera
provinciale ove ed in quanto per Sondalo, dopo tanti discorsi di
anni, non si individui una soluzione.

Che ci sarebbe.
Alberto Frizziero 



GdS 18 VII 02

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Alberto Frizziero
Dalla provincia