Rifiuti: MA ADESSO COSA SUCCEDE?

Rifiuti: sembrava discorso chiuso - Tutto bloccato - Fatti nuovi - AdessoA sei mesi dalle elezioni - Occorre decidere: termocombustore - Occorre decidere: fuori provincia - Ipotesi di lavoro


RIFIUTI: SEMBRAVA
DISCORSO CHIUSO


Rifiuti.

Il discorso, oggettivamente, sembrava ormai chiuso.

- Scelta la strada, quella del termocombustore evidentemente
perché si era trovata una soluzione tecnologica appropriata alle
nostre esigenze. Questo perché gli esperti generalmente
ritenevano non confacente alla nostra provincia un impianto di
tal fatta vista la modestia dei rifiuti prodotti in provincia
che avrebbe, secondo loro, avuto due sbocchi: o importare
rifiuti da fuori per arrivare alla massa critica necessaria per
ragioni di contenimento dei costi oppure avere, appunto, costi
molto alti. Due rischi che sembravano sventati visto che in una
riunione pubblica con i Sindaci è stato autorevolmente detto che
lo smaltimento verrebbe a costare 170 vecchie lire al kg.

 Da crederci?

Se la società che garantisce questo costo lo garantisce con
adeguata, e sostanziosa per via del lungo periodo, fideiussione
c’è da crederci. Al buio crediamo non firmi nessuno, a
cominciare dalla Provincia, a seguire SECAM e Comuni.

- Scelta anche la localizzazione e non solo per conferma
indiretta del Sindaco di Andalo (altrimenti perché sarebbe stato
portato a vedere due impianti fuori provincia e percé – come lui
ha dichiarato – gli sarebbe stata chiesta massima discrezione al
punto di non dire nulla a nessuno -. A quanto è stato detto
sarebbero stati infatti acquistati terreni – si dice persino con
ben altra motivazione – a ben 45.000 lire al metro (se questa
voce, che gira in Bassa Valle, non fosse esatta lo si smentisca
e ovviamente pubblicheremo – NdD), evidentemente non per fare un
investimento da tenere lì.

- Scelto di chiudere la partita del “fuori-provincia”, in
particolare con la chiusura della trattativa con Bergamo.

- Scelto di decidere visto che la questione era stata sottoposta
alla Giunte provinciale. Se poi non si è deliberato è solo
perché il neo-assessore De Gianni, che è stato Sindaco per due
mandati a Dubino e che è tuttora in Giunta, si è reso interprete
delle posizioni degli amministratori della zona, nessuno dei
quali sembra favorevole all’impianto in loco..


Tutto bloccato


All’improvviso tutto sembra bloccato.

L’opposizione degli amministratori della Bassa Valle, che non è
certo la “zona baricentrica” di cui si è parlato e come il
Direttore ha dimostrato nel suo articolo sullo scorso numero del
giornale, ha fatto capire che lì di impianti non se ne fanno. Se
si fanno devono essere imposti, e siamo alla vigilia delle
elezioni amministrative…

Il Presidente della Provincia sen. Tarabini ha accennato
nell’ultima riunione dei Sindaci che l’impianto sul Tartano non
darebbe fastidio. Va precisato che ha subito aggiunto che non si
prenda questa osservazione come una scelta. Eppure di fronte a
questa pur lontana ipotesi hanno subito reagito negativamente i
Sindaci di Ardenno, Forcola e Talamona.

Localizzazione sempre più ardua dunque. Forse resta una sola
possibilità. (Ne omettiamo l’indicazione per evidenti ragioni,
chiedendo scusa all’autore dell’articolo e anche ai lettori, ma
non vorremmo interferire col rischio di innescare ulteriori
reazioni (NdD).


Fatti nuovi


Sono intervenuti fatti nuovi. Alla scontata posizione negativa
dell’opposizione si sono infatti aggiunte alcune prese di posizione.
All'inizio, come ricordato, lo stop dell'assessore De Gianni
anche se in questi giorni ha gettato acqua sul fuoco dicendo che
la sua é stata una iniziativa per permettere un approfondimento
anche con gli altri soggetti. L'iter, ha aggiunto, ora é stato
messo sul binario giusto con gli incontri con i Sindaci.

Poi la presa di posizione pubblica
del cons. regionale Bordoni critico verso il combustore e
favorevole a portare i rifiuti fuori provincia ora che la legge
regionale, in dirittura di arrivo, elimina l'obbligo di
smaltimento nella provincia di produzione. Quindi la proposta
dell'ex Presidente della Provincia Dioli di chiedere a Milano,
visto che metà dei suoi consumi di energia sono assicurati dalla
Valtellina, con quale utilità si é visto nel recente black-out,
di ricevere i nostri rifiuti e allo stesso prezzo pagato dai
milanesi. Infine il capogruppo di Forza Italia Tieuli se ne é
uscito con una dichiarazione che definire pesante é ancora
eufemistico: "vergognoso il modo in cui é stata gestita la
localizzazione del sito", trovando sponda nelle "perplessità",
altro eufemismo, del capogruppo della Lega Pirondini. Tacciono i
Popolari Retici e così pure  AN anche se qualche suo
esponente é per l'esportazione dei rifiuti.


Adesso

Ma allora, adesso cosa succede?
Luca Alessandrini

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A SEI
MESI DALLE ELEZIONI


L'interrogativo in chiusura d'articolo merita una risposta, ma
con una premessa.

Siamo a poco più di sei mesi dalla scadenza del mandato della
Provincia e di larga parte dei Comuni. Siamo a poco più di tre
mesi dalla campagna elettorale, quella di fatto anche se quella
ufficiale partirà dopo. Il rischio evidentissimo. Il tema si
presta alla polemica, ma la polemica, inevitabile sotto
elezioni, non aiuta la soluzione dei problemi.

Ci vorrebbe un "coup-de-foudre". Ci vorrebbe che intorno a
questo problema emergesse il meglio da tutte le forze politiche,
con un passo indietro per tutti. Da un lato una disponibilità,
quella che in realtà non c'é stata finora, da parte della Giunta
nei confronti delle minoranze. Dall'altro che queste mettano da
parte lo spirito polemico. Trovare una soluzione dovrebbe essere
interesse di tutti perché così facendo si va incontro agli
interessi dei valtellinesi e valchiavennaschi.

Esortazioni e auspici vanno certo bene ma non é con questi che
si risolve il problema. E allora noi andremo oltre mettendo sul
piatto una ipotesi di lavoro, naturalmente senza la pretesa di
essere evangelici, ma solo per far vedere che qualche via può
anche esserci.

OCCORRE DECIDERE:
TERMOCOMBUSTORE


Occorre decidere. C'é un mese, un mese e mezzo di tempo, non di
più. In un modo o nell'altro.

Se ha da essere termocombustore, soluzione preferita dal
Presidente Tarabini, si proceda in questo senso. Con
il costo di smaltimento ufficialmente annunciato, 170 £/kg (e
supponiamo ottenuto tenendo anche conto che i "certificati
verdi", quelli che fruttano bei soldi ai kWh prodotti con la
combustione dei rifiuti, ci sono solo per otto anni),
opportunamente garantito con fidejussione da parte della società
vincitrice della gara, il cittadino potrebbe essere contento. Se
la Provincia ha queste garanzie non ha che da decidere dove
l'impianto va costruito, anche contro eventuali, ma ormai
costanti, opposizioni locali.

Per il periodo transitorio, riducibile a due anni e mezzo
soluzione duplice.

1) Saleggio.
Un anno é fronteggiabile completando Saleggio. Si tratta di una
necessità, qualche che sia la soluzione prescelta. E' giusto e
doveroso dire le cose come stanno. Se Saleggio non viene
completato ci sono due grossi rischi. Il primo é l'indennizzo -
quasi una certezza - da dover pagare alla società Tecnoambiente
Valtellina visto che essa aveva stipulato un'intesa sulla base
del totale riempimento, sino a volume e sagoma progettuali,
della discarica. Non sarebbe cosa da poco. Il secondo é più
delicato e lo sfioriamo appena perché sarebbe un peso che
ricadrebbe ingiustamente sulle famiglie degli amministratori:
l'intervento della Magistratura contabile.

Sono in ballo tre elementi che concorrono ad un maggior costo
per le Pubbliche Amministrazioni: l'indennizzo citato, la
differenza di costi tra Saleggio e Milano, l'addendum concesso
al Comune di Teglio per il completamento, che continua nel tempo
anche se Saleggio non é stato completato. Sulla base di questi
aspetti il Comune di Teglio dovrebbe poter trovare la necessaria
disponibilità anche se, per ragioni che non conosciamo, a suo
tempo si é scelto di non attendere il completamento prima di
iniziare a portare i rifiuti a Milano, col risultato di andare
oltre la data-limite stabilita nella convenzione
Provincia-Comune di Teglio.
2) Milano, o altra soluzione, per il restante anno e
mezzo necessario perché il termocombustore venga costruito,
avviato e portato a regime.

OCCORRE
DECIDERE: FUORI PROVINCIA


L'alternativa al termocombustore é smaltire fuori provincia i
rifiuti.

Si dice che non li vogliono. Riteniamo assai
problematica l'accettazione dei nostri rifiuti da parte di chi
si trova comunque a sei mesi dalle elezioni con intese
bilaterali. Sarebbe difficile all'inizio del mandato, figurarsi
verso la conclusione.

Il discorso può cambiare se si segue un'altra strada.
a) Regione. Il tavolo attorno al quale riunire i soggetti
interessati (le Provincie di cui avanti e quella di Sondrio) per
concordare una soluzione é quello dell'assessore Nicoli Cristiani. Non é
certo responsabilità sua se a suo tempo la Regione ha fatto
scelte fondate su auspici e non sulla realtà, indicando
Valmadrera come destinazione dei rifiuti di Sondrio (ma poi
approvando un Piano-rifiuti di Lecco tale da esaurire solo una
parte modesta dei rifiuti di Sondrio). Come Ente é però la
Regione ad averci cacciati nei guai e quindi anch'essa deve
concorrere.

b) Tre
Provincie.
Che tutti i nostri rifiuti vadano in una sola
provincia ce lo dobbiamo, quasi, scordare per via delle
inevitabili opposizioni. Si semplificherebbero le cose se la
produzione dei nostri rifiuti venisse suddivisa fra le due
provincie confinanti e Milano.

- LECCO. In un incontro ufficiale, di cui esiste verbale, tra
assessori provinciali, Presidenti e Direttori di SECAM e SILEA,
era emersa la possibilità di un impegno di Lecco a ricevere a
Valmadrera 6/7.000 tonnellate di rifiuti, ma con la possibilità
di riceverne anche 9 o 10.000 se questo incremento non
pregiudicasse la loro possibilità di bruciare i rifiuti
ospedalieri. Due le condizioni: in cambio ricevere a Gordona le
ceneri di Valmadrera e portare la percentuale di raccolta
differenziata se non a livelli lecchesi quantomeno ben più in su
dell'attuale. Inoltre studio della possibilità di realizzare in
Pian di Spagna, come fatto nel Parco del Ticino, un piccolo
impiantino di compostaggio per trattare l'organico anche
dell'Alto Lario.

A Lecco, con risparmio sul trasporto, potrebbero confluire i
rifiuti della Valchiavenna e di parte della Bassa Valle.

- BRESCIA. L'ASM ha un maxi-impianto utilizzato ben al di sotto
della sua potenzialità che produce energia e utilizza il calore.
Potrebbe destinare allo smaltimento dei rifiuti valtellinesi un
5% della sua potenzialità, una quantità cioé tale da non
determinare forti opposizioni.

- MILANO. A Milano potrebbe andare il resto.

c) Raccolta
differenziata
. Lecco é abbondantemente sopra il 50% di
raccolta differenziata. Noi siamo intorno al 35%, anche se i
Comuni hanno scoperto che aumentando questa diminuisce la
bolletta che devono girare per l'incasso ai cittadini. Non
diciamo che si debba arrivare al livello di Lecco, ma passi
avanti debbono, comunque, essere fatti. Ci sono Comuni che hanno
percentuali molto basse. Basta stabilire per il 2004 l'obiettivo
da raggiungersi, che sia almeno la media provinciale del 2003.
Fosse questa, per esemplificare, il 36% il Comune che non
raggiunge tale limite paga per i rifiuti tal quale conferiti
eccedenti il 65% una tariffa notevolmente maggiorata. Ovvio che
debbano essere considerate situazioni particolari e anche che i
Comuni poco "ricicloni" debbano essere aiutati nell'operadi
sensibilizzazione dei cittadini. E nel 2005 l'obiettivo dovrebbe
essere il 40%.

Modifiche al Piano Rifiuti vigente dovrebbero essere apportate
subito.

Fare questo vorrebbe dire stare entro le 40.000 tonnellate da
smaltire fuori provincia facilitando all'assessore regionale il
compito di trovare la soluzione dianzi indicata.
d) Saleggio. Pari pari resta la valutazione fatta nel
caso di realizzazione del termocombustore per le stesse ragioni.

IPOTESI
DI LAVORO


Si tratta di una ipotesi di lavoro. Facciamo addirittura finta
che sia una novità perché l'importante, per la nostra gente, é
risolvere il problema nel migliore dei modi, che vuol dire in
particolare con minore prelievo dal portafogli di valtellinesi e
valchiavennaschi.

Non vogliamo, per carità, insegnare niente a nessuno per cui
saluteremo positivamente ogni altra soluzione, anche totalmente
diversa, purché, quello che interessa, che abbia a riferimento
quelle 170 lire annunciate.
Alberto Frizziero



GdS 18 X 03 
www.gazzettadisondrio.it

Luca Alessandrini - commento Alberto Frizziero
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