RIFIUTI: DOSSIER LEGAMBIENTE SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA (E A SONDRIO...)
SITUAZIONE VARIEGATA
E' stato diffuso il Dossier 2002 Osservatorio Nazionale sui
Rifiuti - Legambiente relativo alla produzione e alla raccolta
differenziata dei rifiuti urbani in Italia nel 2001.
Nella premessa si ricorda il Decreto legislativo 22/97 sui
rifiuti che ha costituito un elemento-base per una riforma del
servizio.
Si sottolinea come la raccolta differenziata: sia passata dal
7,2% nel 1996 al 16,9% nel 2001 anche se notevole resta la forbice
fra centro-nord e centro-sud.
In centinaia di Comuni si é oltre
quota 50%, ma sono solo nove le Province che hanno superato il
35%; cinque il 30%, otto il 25%, dodici sono sotto il 25%. Fra
un anno tutti, in base al decreto citato, dovrebbero essere al
35%. Si vede come la strada, non per la Lombardia, sia ancora lunga...
LA PRODUZIONE DI RIFIUTI
Per quanto riguarda la produzione, si è registrato un aumento
pari al 2%, una percentuale che segue il trend di crescita degli
ultimi anni.
La produzione complessiva è stimata in 29.325.000 tonnellate,
circa il 2% in più del 2000, con la parte del leone fatta dalla
Lombardia, che peraltro conta su poco meno di un sesto della
popolazione del Paese. Guardando invece alla produzione
pro-capite con 645,5 e 643,6 kg/abitante/anno in testa figurano
Emilia Romagna e Toscana anche se i milioni di villeggianti
sulla Riviera Adriatica, o le frotte di turisti in Toscana
evidentemente incidono.
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
In Italia sono stati raccolti in maniera differenziata circa il
16,9% dei rifiuti prodotti nel 2001, (+1,7%, avanti Lombardia e
Veneto, con il 36,7% e il 31,4%, Sopra la quota del 25% -
obiettivo del 2001 - solo il Trentino Alto Adige e la Toscana,
Tra il 15 e il 25% la Valle d'Aosta, il Piemonte, il Friuli
Venezia Giulia e l'Emilia Romagna.
C'E'
ORMAI UNA CULTURA DEL RECUPERO
Ciò che emerge da questo studio è che la gran parte delle
Province sono ancora lontane dall'obiettivo del 35% fissato da
qui ad un anno dal D.lgs. 22/97 e che le Province dove si è
registrata una crescita quasi nulla sono proprio quelle che si
attestavano nel 2000 a quote intorno al 20%.
Là dove già si
registravano quote più alte, il trend è in costante aumento,
segno che la raccolta differenziata è ormai un elemento
consolidato della gestione dei rifiuti urbani, entrata a far
parte della mentalità dei cittadini ed operata con costi
competitivi rispetto ai sistemi di gestione tradizionale.
Ormai sembra consolidata una cultura del recupero. Basti pensare
che lo scorso anno il CONAI ha riciclato 5 milioni di
tonnellate. Sta avviandosi anche l'ampio settore dei beni
durevoli, dai vari elettrodomestici (se ne dismettono oltre 5
milioni all'anno: quasi un milione di frigoriferi, 1,247 di
lavatrici, 200.000 lavastoviglie, 300.000 congelatori), agli
apparecchi TV (1,7 milioni), ai computers (800.000).
QUANTO
SI RECUPERA (ITALIA E LOMBARDIA)
Su oltre 29 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti, 13,4 al
nord, 6,2 al centro e 9,6 al sud, rispettivamente finiscono
nella raccolta differenziata e quindi al riciclo o recupero 3,6
milioni di tonn. al nord (27%), 875.000 al centro (14%) e
448.000 84,7%)al sud, per un totale di poco inferiore ai 5
milioni.
In Lombardia con oltre un milione e mezzo di tonnellate di
raccolta differenziata siamo al 36,7% (per inciso più o meno la
percentuale alla quale il redigendo Piano provinciale rifiuti
vorrebbe portare la provincia nel 2006; noi che abbiamo il
principaLe patrimonio nell'ambiente...)
Pro-capite abbiamo prodotto lo scorso anno 492 kg di rifiuti,
168 dei quali non sprecati ma recuperati o riciclati.
QUANTO
SI RECUPERA (SONDRIO E PROVINCE LOMBARDE)
In provincia il recupero é stato di un terzo esatto, il 33,4%:.
Al top Lecco con il 48,2% (in realtà é qualcosa di più, ma il
dossier di lLegambiente non ha ancora i dati consuntivi
ufficiali, per cui c'é una parte di stima, comunque con
differenze non sostanziali). Poi Bergamo, oltre il 46%, Cremona
oltre il 42, Milano sul 40 ecc.
Preoccupa il fatto che escluso Bergamo - ove però il dato é già
elevato, Sondrio ha il più basso incremento rispetto al 2000 con
un tasso di crescita dell'1,2%, anche se é facile immaginare, in
relazione alla stangata arrivata per i costi dello smaltimento,
che l'incremento nel 2002 sarà ben altro!
NOVITA'
SUL FRONTE PROVINCIALE
Sul fronte provinciale, accennato ai titoli ormai quotidiani in
cui in questo o in quel Comune si decidono, ovviamente, gli
aumenti - e i cittadini protesteranno solo quando arriverà a
casa il conto! -, l'unica novità, peraltro scontata, é stata la
notizia che per la localizzazione dell'inceneritore sarà il
Piano Territoriale a decidere. Non esistendo però nessun signore
di nome Piano e di cognome Territoriale c'é da chiedersi chi
sarà la persona, o le persone, fisica a decidere e sulla base di
quali considerazioni.
La decisione é prevalentemente politica, non sono certo i
tecnici che dovranno dire che la posizione giusta é quella e
nessun'altra.
Non occorre per la verità molta fantasia.
IN QUALE
COMUNE L'INCENERITORE?
I tecnici dei rifiuti diranno che l'inceneritore deve stare in
una zona centrale, per evidenti ragioni di trasporti. I tecnici
progettisti dell'impianto diranno che vogliono avere nelle
vicinanze forti consumatori del calore prodotto.
Due più due fa quattro: o Sondrio o Morbegno.
A Sondrio l'inceneritore ha tante possibilità quante ne ha
qulacuno di noi di fare un sei al Superenalotto. Anche qualcuno
che pensava che dopo le elezioni della primavera 2003, cambiando
le cose, si sarebbe potuto ottenere l'OK da Palazzo Pretorio, si
é accorto che faceva i conti senza l'oste, rappresentato in
questo caso, appunto, dalla prossima campagna elettorale. Il
candidato Sindaco che si pronunciasse per fare l'inceneritore a
Sondrio, o magari che non si pronunciasse contro, uno dei tre
probabili, sia esso del centro-destra, del centro-sinistra o
della lista civica, si esporrebbe ad un flop elettorale.
Fra Morbegno e Piantedo, inagibile la piana per via dei vincoli
alluvionali, gli unici spazi utili sarebbero a sud, prima del
versante, ma lì ci sono abitati.
Resta il Tartano. Sono dieci anni che aspetta i rifiuti e
adesso arriveranno. Ci sarà qualche spesuccia da fare ma poco
male per questi miliardi anche perché andranno a carico del
settore idrogeologico.
QUANTI
RIFIUTI DALLA PROVINCIA?
Semmai il discorso
verte su quanti rifiuti vi confluiranno dalla provincia.
Un conto é mettere dei numeri per far quadrare il Piano
Provinciale Rifiuti, un conto é poi vedere in concreto.
Di fronte all'aumento dei rifiuti, che non é l'ultimo, visto che
l'anno prossimo arriverà la seconda rata, nei vari Consigli
Comunali sta correndo una sola parola d'ordine: aumentare la
raccolta differenziata.
Se agli impegni corrisponderanno i risultati nel 2006 la
previsione del Piano Provinciale Rifiuti di prossima
approvazione, una previsione che ci classifica come i peggiori
di Lombardia, non sarà mantenuta, ma non come capita di solito
per difetto, bensì per eccesso.
Ottimo risultato dunque sotto tutti i profili, etico compreso.
Meno uno.
Se aumenta la raccolta differenziata diminuisce quello che deve
essere bruciato. E' già poco con le previsioni teoriche del
Piano...
Importeremo da fuori provincia. Facile dirlo, ma per avere i
rifiuti bisognerà praticare un prezzo concorrenziale data la
capacità complessiva esistente il regione. Mica facile quadrare
i conti.
TUTTO
BENE COMUNQUE, SE 0,1 €URO al KG
Tutto bene comunque, e tanto di cappello, se smaltire bruciando
costerà alle nostre tasche 10 centesimi di €uro al kg.
Il business si concilierebbe con gli interessi della gente.
Se lo smaltimento dovesse costare di più non invidiamo chi oserà
prendere una simile decisione, che andrebbe bene per il business
ma non per gli interessi dei valtellinesi!
GdS 5 iii 02