RIFIUTI:

La crescita dei rifiuti - Intese per un impianto in provincia -I problemi che si pongono -Alla gente interessa una sola cosa: il costo - A 200 lire si, a più di 200 lire no - Un'occhiata ai conti: ballano

LA CRESCITA DEI
RIFIUTI

L'evoluzione dei
consumi, per quantità, tipologie, esigenze di conservazione,
varietà degli imballaggi, ha condotto alla situazione attuale.
Oggi una parte consistente di qualsiasi cosa si acquista diventa
rifiuto. Oggi si butta via molto più di un tempo quando tutto, o
quasi, poteva servire a qualcosa d'altro per cui, mirando al
risparmio, si selezionava accuratamente quello che non aveva
altra via che lo smaltimento, un tempo in discariche per nulla
"controllate". Si é poi capito nel tempo che una serie di
materiali può essere nociva se smaltita in modo indifferenziato.

Il risultato é che i costi di raccolta, trasporto, smaltimento
sono cresciuti via via con il passare degli anni.

Le polemiche ambientaliste degli anni '70 e '80 contro gli
inceneritori hanno fatto perdere tempo prezioso. Oggi infatti
nessuno contesta più quegli impianti, con la sola sottile
ipocrisia del cambio di nome. L'esempio più vistoso,vicino a
noi, é quello del "forno" di Valmadrera per anni contestatissimo
e che dopo, una volta realizzato e andato a regime, si é
dimostrato del tutto affidabile senza mai inconvenienti d'alcun
tipo.

Oggi la soluzione largamente dominante é quella della
termodistruzione dei rifiuti rimasti dopo la selezione per la
raccolta differenziata con produzione di energia e recupero del
calore.

Ci sono esempi anche di altre tecnologie, diciamo intermedie,
non prive però di problemi come, per fare un solo esempio, il
caso dei CDR (combustibili da rifiuti), impianto di
Venezia-Mestre con le difficoltà incontrate a trovare chi questo
CDR gli bruciasse.

INTESE
PER UN IMPIANTO IN PROVINCIA


La provincia di Sondrio deve smaltire circa 50.000 tonn/anno di
rifiuti indifferenziati con una percentuale di raccolta
differenziata del 30%. Fosse del 40% le 50.000 tonn.
scenderebbero a poco più di 40.000, quantitativo che dovrebbe
essere preso in considerazione per il futuro, a partire dal
primo gennaio del 2003.

Il Piano Provinciale Rifiuti non c'é ancora, un ritardo che
dovrebbe finire con la presentazione conclusiva alla Provincia
dello stesso da parte dei progettisti incaricati. Da questo
Piano, come annunciato dal Presidente della Provincia, 
dovrebbe venire l'indicazione del futuro.

Nel recente incontro con i Sindaci la S.EC.AM. ha però
annunciato che il progetto di un impianto in provincia é in fase
avanzata, con ubicazione già individuata. Un annuncio che fa
ritenere che la Provincia, anche nelle more del Piano, abbia
dato già il suo assenso e che l'Amministrazione Comunale
interssata, comunque Sindaco e Giunta, siano pure d'accordo
nell'ospitare sul loro territorio comunale questo impianto, un
passaggio essenziale.

I
PROBLEMI CHE SI PONGONO


Stando così le cose si potrebbero porre alcuni problemi.

Chi fa l'impianto, chi lo gestisce, chi lo finanzia (si tratta
di svariate decine di miliardi se la scelta é quella del
termodistruttore), che fornisce, in questo caso, da fuori
provincia su base duratura negli anni la quantità di rifiuti che
occorre aggiungere ai nostri per rendere economicamente valida
l'intrapresa. Se si sceglie altra tecnologia chi é disponibile e
a quali costi a ricevere i rifiuti trattati. Rcc. ecc.

Non entriamo però in questa sede su tali problemi. Sicuramente
saranno stati affrontati da chi se ne sta occupando o
istituzionalmente o aziendalmente. Di questo aila gente non
interessa niente, o quasi.

ALLA
GENTE INTERESSA UNA SOLA COSA: IL COSTO


Alla gente, e quindi di riflesso ai Comuni che devono emettere
le bollette di pagamento, interessa sapere una sola cosa: quale
sarà il costo di smaltimento, solo trasporto compreso, nel caso
di termodistruttore oppure, negli altri casi, il costo di
smaltimento più il trasporto più magari il costo delle modifiche
eventualmente necessarie ai sistemi di raccolta locali.

170/180 lire al Kg é stato
detto che sia la soglia di accettabilità del osto.
Diciamo pure che si può accettare un costo sino alle 200
£/Kg.

Si deve stare in questa cifra.

A
200 LIRE SI, A PIU' DI 200 LIRE NO

I casi sono solo due:
l
 Se
si sta nelle 200 lire, visto che sono d'accordo Provincia,
S.EC.AM., Comune futura sede dell'impianto, Unione Industriali,
Unione Commercio e Turismo, implicitamente gli ambientalisti
(non fosse così avrebbero fatto sentire la loro voce come ha
fatto Rifondazione Comunista), si corra, e il più velocemente
possibile, senza alcun indugio. L'unica pausa accettabile é
quella relativa alla verifica accuratissima che il costo futuro
reale sia effettivamente quello teorico attualmente indicato e
alle relative garanzie.
l
Se non si riesce a starci nelle
200 lire nessuno si sogni di dire che non ci sono altre
soluzioni. In proposito qualcuno sostiene che in questo caso si
dirà che non c'é altro da fare solo per portare in porto la
soluzione autonomistica dell'impianto in provincia, costi quel
che costi.

Non facciamo processi alle intenzioni né tantomeno siamo di
questa opinione che presupporrebbe scarso interesse in chi dive
decidere per i portafogli dei valtellinesi.

Non essendo di questa opinione sosteniamo che l'unico
parametro di riferimento per la scelta deve essere il costo, e
cioé le 200 lire massimo.


UN'OCCHIATA AI
CONTI: BALLANO MILIARDI

Si passassero le 200 lire al Kg non c'é altro da fare che
cambiare strada e, con la Regione, imboccare quella dello
smaltimento fuori, in due o forse anche tre province.

Basta dare un'occhiata ai conti.
l
Ogni 10 lire in più oltre le 200,
considerata una presumibile durata decennale dell'impianto da
realizzarsi in provincia, significano l'estrazione dai
portafogli dei valtellinesi di 5
miliardi
, che possono scendere a 4 se la raccolta
differenziata sale dal 30 al 40%.
l
Per un costo di 250 £/Kg
l'aggravio, a valore monetario 2001,
sarebbe tra i 25 e i 30 miliardi.

l
Per un costo di 300 £/Kg
l'aggravio sarebbe tra i 40 e i 50
miliardi
.

Qualcuno potrebbe seriamente pensare che si possano percorrere
strade con pedaggi superiori alle 200 lire al kg.?

S.T.


24 XI 01


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