Il riassetto di Piazza Garibaldi a Sondrio

Un articolo pubblicato da ?La Gazzetta di Sondrio? del 9 ottobre 2001 e leggibile all?indirizzo http://www.gazzettadisondrio.it/piazza.html e una nota in data 14.4.2005

IL PARCHEGGIO SOTTO PIAZZA GARIBALDI A SONDRIO

Si discute sulla Piazza Garibaldi del capoluogo ma non molti si
rendono conto che il problema é molto più vasto e riguarda
l'intera provincia, per quanto possa apparire esagerato


PARK SI O PARK NO?

Torna la discussione su Piazza Garibaldi di Sondrio e sul
parcheggio, da fare secondo alcuni, da non fare secondo altri
fra i quali il Sindaco.

- Se il problema é quello di fare un parcheggio sotterraneo ha
ragione chi si oppone.

- Se il problema é di fare altro e come corollario fare anche il
parcheggio é un altro discorso.

Il vero nodo é quello urbanistico.


SOLO SONDRIO CAPOLUOGO SENZA UN CENTRO

Sondrio é forse l'unico capoluogo di provincia d'Italia a non
avere un centro degno di tal nome, una lacuna pericolosa - e più
avanti vedremo perché - e una lacuna significativa per quello
che é l'epicentro di una vera e propria "Regione Alpina", per
dirla con Alberto Quadrio Curzio.

Senza un centro viene meno l'accoglienza che un epicentro di tal
fatta dovrebbe essere in grado di offrire alla clientela
turistica.

Senza un centro, con la sua capacità polarizzante, viene però
anche progressivamente meno la vitalità. Resta la "CitY", con le
attività di prim'ordine sino alle 13 e dalle 14 alle 17 e la
malinconica decadenza delle altre ore e dei giorni festivi e
prefestivi, con la sola eccezione, momentanea e non certo
qualificante, del mercato ambulante del sabato mattina, o di
qualche manifestazione, tipo la rondine che non fa primavera.

In questo quadro ha il respiro corto la tradizionale asta
commerciale del centro storico verso Piazza Vecchia e quel non
molto che si trova fra una Banca e l'altra, fra un ufficio
pubblico e l'altro, e magari anche a fianco di una chiesa che ha
perso molto della sua frequentazione.


UNA PRE-CRISI CHE E' STRUTTURALE

Lo stato di pre-crisi delle attività commerciali centrali viene
spiegato da taluni con la viabilità e l'assenza di parcheggi.


Sono pochi coloro che si rendono conto che il problema va ben
oltre, che non é affatto congiunturale legato a tali aspetti,
bensì strutturale.

C'entra l'evoluzione del commercio, l'influenza della grande
distribuzione, ma anche e soprattutto la citata progressiva
decadenza, una sorta di lenta asfissia.

Se la ragione é strutturale le difficoltà vanno prese alle
radici con una convergenza di impegni da parte di pubblico e
privato. Un "centro" non diviene tale per illuministiche
decisioni e realizzazioni della Pubblica Amministrazione,
ancorché positive, ma queste debbono coniugarsi con
un'assunzione di ruolo, e conseguenti iniziative operative, da
parte del privato cui non é richiesto di fare beneficenza o
mecenatismo bensì semplicemente di far coincidere interesse
privato, e quindi potenzialità di profitto, con un interesse
generale.


DIAMO A SONDRIO UN CENTRO

Il parcheggio, dicevamo, é un errore. Realizziamo pure 250
posti-auto in sotterraneo. Per le auto di chi? Di chi deve
andare in centro. Ma in centro a far cosa? Quali gli stimoli
polarizzanti, di attrazione?

Diamo invece a Sondrio un centro nel vero senso del termine.

Il Comune, con le sinergie possibili, determini lo scenario. La
privata iniziativa, sorretta dai due Istituti Bancari - il cui
cuore pulsante é proprio lì e da lì si é irradiato persino fino
alla Sicilia o persino nel Paradiso bancario, in Svizzera -, non
con mecenatismo ma con imprenditorialità, completi lo scenario.

Non siamo all'anno zero, anche se nelle discussioni e nei
dibattiti non si riesce a far tesoro di strade già percorse.


C'ERA STATO UN CONCORSO...

C'era stato in passato addirittura un Concorso su base regionale
volto a dare questo centro che manca nella città. E il Concorso
non era stata una estemporanea pensata di qualcuno ma uno dei
terminali di un ampio approfondimento che aveva toccato il
culmine in un convegno, a lungo e con serietà preparato, sul
ruolo di Sondrio, cui avevano contribuito, oltre
all'Amministrazione Comunale promotrice, tutte le realtà vive
provinciali.

Gli atti sono in Comune e chi li ha visionati recentemente si é
stupito della loro permanente attualità.

Da quel Concorso, in cui si erano impegnati molti validi
professionisti non solo locali, erano venuti spunti di grande
interesse.


IL CENTRO SECONDO IL VINCITORE, CROTTI

Il progetto vincente, del gruppo che faceva capo al prof. Crotti
del Politecnico di Milano, ridisegnava il centro in un modo
oltre che culturalmente valido anche molto realistico, in
termini di agevole fattibilità.

Ai tre volumi della soluzione asburgica (Hotel della Posta,
Banca d'Italia, Teatro) ne corrispondono due ed uno monco,
attuale sede del Credito Valtellinese. La proposta prevedeva il
completamento del terzo volume, il cui prezzo sarebbe stato la
realizzazione - ovviamente senza spese per il Comune - del
cilindro di cristallo attiguo, sede di attività polarizzanti.
Palazzo Lambertenghi veniva allungato, per completezza
dell'impianto architettonico della piazza, e bucato al centro
con un ampio portico che avrebbe dovuto portare ad un giardino
all'italiana sul retro (il traffico sarebbe stato sotterraneo).
Del pari altre soluzioni venivano date a Piazza Campello, in
particolare con un recupero stilistico della parete della
Collegiata, antiestetica da quando furono demolite le strutture
laterali. L'Amministrazione stava inoltre discutendo una serie
di misure complementari incentivando gli operatori privati.

In quel quadro, quindi come complemento funzionale e non come
infrastruttura a sé stante, si inseriva il parcheggio
sotterraneo di piazza Garibaldi che avrebbe consentito la totale
disponibilità pedonale in superficie. Un piano di box da legare
indissolubilmente alle unità immobiliari del centro storico,
visto che sarebbero stati a prezzo di costo, con un plusvalore
indotto ma soprattutto con una capacità di richiamo rispetto ad
alternative periferiche. Interessi privati che però venivano a
coincidere con l'interesse pubblico di vitalizzazione del centro
storico.

Un piano di box a vendita libera e un piano di parcheggio
pubblico.

Lo studio dell'ing. Benetti e dell'arch. Tirinzoni aveva
dimostrato infatti che i piani fattibili erano tre rispetto ai
due inizialmente pensati. A queste condizioni c'era
l'imprenditore disponibile, per cui il parcheggio non sarebbe
costato una lira al Comune.

Andando oltre l'esito del Concorso era venuta l'idea di
"intubare" Via Caimi con un anello sotterraneo che sarebbe
sbucato in Via Alessi, dietro Palazzo Lambertenghi. Veniva in
tal modo assicurata la penetrazione in centro senza gli effetti
negativi delle auto in superficie ed era possibile una
sistemazione adeguata di Piazza Garibaldi con soluzioni di
arredo urbano di alta qualità.

Ai critici basta ricordare Villa Borghese a Roma piuttosto che
Piazza Massena a Nizza e tante altre soluzioni in molte città
europee.


ALTRE IDEE, COME LA GALLERIA IN CORSO ITALIA

E' passato qualche anno e si possono avere anche idee diverse.

Ad esempio significativamente di qualità l'idea lanciata tempo
fa dall'arch. Stefanelli di coprire Corso Italia con una
galleria, tipo quella di Milano per intenderci. Una grande idea
senza dubbio, e neppure eccessivamente costosa. Quanto ai
proprietari degli stabili avrebbero certamente tutto l'interesse
ad aderire all'iniziativa:

Corso Italia diventerebbe un salotto. Potenziale. Per renderlo
effettivo il Comune avrebbe una sola possibilità, quella di
ripristinare la sala-Mostre ove é stato collocato lo sportello
del cittadino, una sala polivalente, per rassegne di ogni tipo
onde aumentare al massimo la fruizione e quindi la capacità di
attrazione. Il resto toccherebbe all'iniziativa privata che
probabilmente non mancherebbe dato l'evidente interesse
economico.

Soluzione Crotti, altre ipotesi emerse in quel Concorso,
Galleria Stefanelli, ulteriori nuove proposte, non importa come.
Importa che si capisca l'esigenza di dare un centro alla città e
si operi di conseguenza, innanzitutto interrogando la città ma
anche la provincia in quanto il capoluogo é patrimonio non dei
soli sondriesi. Il parcheggio sarebbe lo scontato e inevitabile
complemento funzionale.

Ma, qualcuno potrebbe dire, i tempi e i soldi?

Per quanto riguarda i tempi, compresa la parte
burocratico-amministrativa, basterebbero tre anni. Per i soldi,
dipende certo dalla soluzione prescelta, ma riuscendo a dar vita
ad un'intesa pubblico-privato, non si tratterebbe di una spesa
fuori dalla portata di un Comune come quello di Sondrio.


SI PUO' LASCIARE TUTTO COM'E' MA LA SEQUOIA...

Si può anche lasciare tutto così com'é. Ricordiamo però la
storia della sequoia e dell'eucalipto nano. Entrambi svettavano
altissimi quando ancora l'uomo non c'era. Queste due piante
hanno scelto due vie diverse. La sequoia ha continuato a
cambiare, adeguandosi alla mutata realtà circostante, tanto che
oggi non ha quasi più nulla della sua lontanissima antenata.
Cosa gli é rimasto di allora? Così facendo ha continuato a
svettare altissima costituendo oggi una splendida attrattiva
naturale. L'altra pianta ha difeso invece strenuamente le sue
caratteristiche originarie. Immutata nel tempo, o quasi, le sue
foglie sono quelle di allora, la sua struttura é quella di
allora, fotocopia dell'antichissimo antenato. Non del tutto
quella di allora: per questa difesa strenua ha pagato il suo
prezzo. Non svetta più altissima. Per difendere la sua
fisionomia si é racchiusa in se stessa sempre più piccola ed
oggi ciascuno di noi la può guardare dal basso in alto.

Chi ha a cuore le sorti del centro storico di Sondrio non può
non essere assalito da una grande malinconia pensando che questa
può essere la sorte che lo attende se prevale la mentalità
dell'eucalipto su quella della sequoia.

***

GdS 9.10.01

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IL PROBLEMA, ANNO 2005

Il problema del sopralzo dell’ex INA fu allora analizzato a
fondo dalla Commissione qualificata che giudicò il Concorso.
Sull’impostazione data dal Presidente della Facoltà di
Architettura di Venezia relativa alla condivisione delle
proposte di vari concorrenti per quanto concerne il
completamento architettonico (ai tre volumi della parte sud
della piazza corrispondono a nord due e …un tonfo a livello uno)
convennero tutti, anche chi, come il prof. Foianini e l’avv.
Venosta erano per soluzioni conservative della piazza.

Si tratta semplicemente di un problema culturale. Si può
cambiare rispetto a quella impostazione alla condizione però che
si dia risposta adeguata al problema architettonico-ambientale.
Si può, per essere espliciti, rinunciare al sopralzo ma in tal
caso si dia soluzione al problema del “bug” che il Concorso di
allora ha evidenziato esserci e nuocere all’armonia della
piazza.

Quando si cambia con un assetto che sarà tale per tutto il
secolo XXII° c’è la necessità che la cultura alimenti le scelte
amministrative (possibilmente nella logica della sequoia).

Tutto questo senza voler entrare nelle scelte degli
amministratori, ma per un accenno di memoria storica visto che
una volta si diceva “historia magistra vitae”. E per l’invito,
se si sceglie la strada minimale, di dare compiutezza al disegno
con il supporto culturale che certamente chi ritiene che sia
questa la via da seguire avrà predisposto.

Sondrio 14 aprile 2005
Alberto Frizziero


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Alberto Frizziero
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