PROPOSTA DEL PRESIDENTE DEL CANTON GRIGIONI: PRONTI AD ACCETTARE LA VALTELLINA

La singolare posizione espressa a Sondrio dal Presidente dei Graubunden é meno singolare di quel che sembra

IL
FATTO

Giovedì 26 settembre il
Governo Cantonale dei Grigioni é venuto in visita a Sondrio
incontrandosi con la Giunta della Provincia di Sondrio.

Innanzitutto
il cordoglio nostro che si aggiunge a quello espresso dal
Presidente Tarabini per la strage, quasi in contemporanea,
avvenuta nell'Assemblea Cantonale di Zug che é costata la vita
a undici parlamentari e tre consiglieri, fatto che ha
forzatamente abbreviato il programma dell'incontro.

A
sorpresa la Presidente dei Graubunden Eveline Widmer Sclumpf ha
affermato che loro sarebbero pronti ad accogliere a pieno titolo
nel Cantone la Valtellina.

Va
ricordato che Il Cantone dei Grigioni é nato tardi, solo nel
1803 ("Atto di mediazione"), dato che prima non faceva
parte della Confederazione Elvetica. ma delle "Tre Leghe
Grigie", sotto le quali vi rimase per lungo tempo la
Valtellina. Avrebbe allora potuto essere la quarta Lega, ma
ostavano ragioni essenzialmente religiose in quanto la
popolazione valtellinese, quasi tutta cattolica, avrebbe
determinato la perdita della maggioranza ai protestanti.

Chissà
quale avrebbe potuto essere lo sviluppo se si fosse aggiunta la
Valtellina. Per territorio e popolazione nonché per posizione
geografica e canali di penetrazione, forse le "Quattro
Leghe" sarebbero persino riuscite a restare autonome
facendo pendant verso l'Italia al Liechtenstein sul versante
austriaco...

UN'AVANCE
SINGOLARE
Si é trattato di
un'avance singolare. Certo un modo molto simpatico per
manifestare sentimenti di amicizia e fratellanza fra due Regioni
alpine molto simili tra loro. La popolazione é suppergiù la
stessa (poche migliaia di abitanti in più per gli svizzeri) e
il territorio presenta caratteristiche simili al nostro anche se
per estensione risulta qualcosa più del doppio, anche se la
nostra lingua é parlata solo nelle valli nostre vicine.

Tanto
più da apprezzare questa avance se pensiamo che i primi
contatti ufficiali tra le Autorità delle due Regioni sono
avvenuti soltanto intorno al 1980 dopo un lunghissimo periodo di
totale assenza, salvo qualche contatto a livello di piccole
comunità locali a cavallo dei confini.


UN'AVANCE
PIU' REALISTICA DI QUANTO NON SEMBRI
Naturalmente nessuno
pensa che vi sia una pur lontana possibilità concreta che la
provincia di Sondrio si stacchi dall'Italia e confluisca nella
Svizzera, in particolare nel Canton Grigioni. 

Un'avance
quindi destinata a restare simpatica battuta, sia pure di
significato notevole?

No.

Si
tratta di una prospettiva interessante, se si ha l'umiltà e la
voglia di fare quello che oggi é divenuto merce rara delineare
una strategia. 

In
altri termini andare al di là del naso, guardarsi intorno,
cercare di tracciare gli scenari futuribili, cioè i futuri
possibili e conformare le proprie azioni, anche contingenti, e
le linee di sviluppo a questi scenari.

Tutto
teorico?

No,
molto pratico, molto realistico, e vediamo perché.


LA REGIONE
TURISTICA PIU' FORTE D'EUROPA


Portiamoci avanti di qualche anno, e non di molti. Oggi non
esistono le condizioni perché la Svizzera entri anche lei in
Europa. Fra qualche anno, non molti, diverrà ineluttabile
(rinviamo ai saggi degli analisti l'analisi, per evidenti
ragioni di spazio).

Oggi
a Montespluga, Castasegna, Campocologno, Passo di S. Maria non
c'é solo il confine italo-svizzero, ma quello tra Europa e
Svizzera e fra 94 giorni quello tra franco e euro. 

Di
qua si stanno gradatamente armonizzando legislazioni e
normative, in particolare poi con Regolamenti a pioggia che
arrivano a definire anche nei dettagli un mare di materie. Non
solo, ma in tempi non lunghi il confine dell'Europa é destinato
a spostarsi sempre più man mano che aderiranno i vari Paesi che
sono in lista di attesa.

Se
questo é un futuribile, un futuro possibile - in realtà é
qualcosa di più, vale a dire un futuro probabile -, vediamo le
prospettive che potrebbero aprirsi il giorno in cui da Poschiavo
si andasse a Morbegno come oggi si va a Brusio e, viceversa.
Come del resto si va oggi da Ventimiglia a Cannes o da Nizza a
Cuneo. Non solo le persone a spasso, ma anche le attività
economiche, gli scambi e quant'altri.

In
questo scenario proviamo a collocare una forte Regione Alpina
comprendente, ad esempio, Valtellina, Engadina, Alto Lario,
propaggini del Ticino. Una zona che manda le sue acque in
quattro mari, distantissimi tra loro e che può essere il centro
di un compasso che spazi su tutta Europa. Potenzialmente la
zona turistica più forte d'Europa
in grado di disporre di
una offerta turistica rilevante, articolata, con una gamma di
possibilità (mare escluso, ma in una logica di innovazione
esistono anche i gemellaggi, magari di tipo insulare...).

NON
BASTANO PERO' LE IDEE, O ANCHE LE PROPOSTE

Non
bastano però, da sole, le idee. E neppure le proposte.
Essenziali certamente, le une e le altre, ma ad esse dovrebbero
seguire le iniziative, in uno stretto coordinamento di ampio
respiro. Non semplice, ma sicuramente stimolato dall'interesse
di tutti i soggetti coinvolti all'insegna di un motto che
rovesci la situazione di troppo tempo alle spalle. 

Le
montagne ci hanno diviso. E' ora di pensare invece che questa
parte splendida di Alpi le abbiamo invece in comune. Che S.
Moritz-Samaden e Sondrio-Caiolo sono oggi due scali aerei a sé
stanti, anche per i problemi doganali, ma domani saranno
"sistema". Che il circuito del Bernina
(Tirano-Pontresina-S. Moritz-Maloia-Chiavenna-Sondrio-Tirano é
chanche turistica di alto livello per tutti. Che Parco dello
Stelvio e Parco Nazionale Svizzero insieme - più magari i due
Parchi Regionali lombardi ancora sulla carta - diventerebbero
sistema. Che le stazioni invernali di oggi domani potrebbero
essere una grande ski-area. Eccetera, eccetera.

AVANCE
DA RACCOGLIERE, SIA PURE IN CHIAVE DIVERSA

Avance
dunque, quella della gradita ospite, Presidente dei Grigioni, da
valutare ben oltre la pur apprezzata manifestazione di simpatia,
e da accogliere, sia pure nella chiave diversa che abbiamo
descritto.

Si
comincia con il fare circolare le idee sapendo che la seconda
legge della futurica di Isaac Asimov ("La resistenza al
cambiamento", definizione testuale) regna sovrana in
qualsiasi comunità, normalmente diffidente verso chi pensa al
di là del proprio naso e si appalesa restia a seguirlo, anche
se poi, quando le cose marciano, spuntano come i funghi i padri
tardivi delle idee, delle proposte, delle iniziative.

Sarebbe
una bella sfida con le capacità, che ci sono, delle genti di
queste montagne, al di qua o al di là dello spartiacque,
recuperando magari il molto tempo perduto anche per le
difficoltà oggettive che qualsiasi confine comporta. Una bella
sfida e ci fosse chi é disposto a raccoglierla, ovviamente con
tutte le verifiche e gli approfondimenti del caso.

L'esperienza,
lo sappiamo, gioca contro. La visione strategica non é infatti
di molti come di pochi é il coraggio di affrontare le
difficoltà quando queste si presentano rilevanti.

Se
il mondo é andato avanti non é per opera di chi ha preferito
il grembo protettore del proprio orticello, ma di chi ha osato
volgere lo sguardo avanti. In fin dei conti poi da idea nasce
idea, e chissà che il nostro razionale pessimismo circa la
possibilità di sviluppo dell'idea che abbiamo lanciato non
venga smentito, magari da qualcuno delle giovani generazioni, di
qua o di là dello spartiacque.



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GdS 28 settembre 2001

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