Il progetto delle nuove piazze e del teatro di Sondrio. Occasione storica per la città

Pubblichiamo il testo inviato dal nostro Direttore al quotidiano "La Provincia di Sondrio" e pubblicato sul numero di domenica 29 agosto.

Da 20 anni - Il
principio della conservazione del baricentro - Il problema del
centro di Sondrio - Una proposta soddisfacente - Non perdiamo il
tram - Siamo per e con la sequoia



DA
20 ANNI


Sondrio 27 agosto 2004

Spett. La Provincia di Sondrio


Presentando oggi, venerdì 27, “le nuove piazze di Sondrio” il
Vs. giornale ha ricordato come sia stato “preso spunto dai
diversi progetti che nel 1984 parteciparono a un concorso di
idee indetto dal Sindaco Frizziero”.

Pur essendo passati vent’anni le motivazioni alla base della
ristrutturazione urbanistica proposta sono le stesse di allora
con l’aggiunta del contingente problema del Teatro Perdetti.

Nel decennio da Sindaco la responsabilità del Territorio è stata
la mia non avendo delegato la materia. Fra i punti nodali per
ragioni di sintesi ne cito solo due.


IL PRINCIPIO DELLA CONSERVAZIONE DEL BARICENTRO


- Da un lato il principio della conservazione del baricentro,
ovviamente di funzioni in quanto quello geometrico non poteva
che spostarsi verso sud. Non si trattava, né si tratta, di
ipotesi astratte ma di problemi concreti. Se si sposta il
baricentro delle funzioni – pubbliche e private -, si innescano
fenomeni di degrado di ciò che è a monte con tutte le
conseguenze del caso: diminuiscono i flussi, decresce
l’appetibilità, i beni si svalutano ma, quel che conta ancor
più, vengono meno valori storici e di identità propri dei centri
storici. Un solo esempio al riguardo: nel mentre allora si
realizzava la Piastra con le attrezzature collegate si
interveniva nel Centro Storico, Museo Sassi e sede del Credito
Valtellinese - e ci sarebbe stato dell’altro se la miopia di
qualche funzionario milanese non avesse impedito alcune
realizzazioni - per un giusto riequilibrio.


IL PROBLEMA DEL CENTRO DI SONDRIO

- Dall’altro lato il problema del Centro. Sondrio, epicentro di
una importante provincia turistica, anzi di una vera e propria
Regione alpina come da definizione del prof. Alberto Quadrio
Curzio, non ha un centro degno di questo nome. Circa 20 anni fa
bandimmo un Concorso di idee su base regionale per avere
risposte culturalmente valide e la possibilità di confronti di
adeguato livello. Il Concorso ebbe un esito molto positivo con
soluzioni interessantissime che certamente avremmo attuato se ne
avessimo avuto il tempo, ma la scadenza elettorale era ormai
vicina e per me, dopo un decennio, era tempo per pensare alle
cose mie e non solo a quelle degli altri, così come per gran
parte degli allora amministratori.

Non c’era solo il tema architettonico.

Nelle nostre intenzioni, confortate da apposito studio, c’era
anche l’utilizzo in sotterraneo di Piazza Garibaldi: un piano
per box, a costo convenzionato, al servizio del Centro Storico,
uno di box a vendita libera, uno di parcheggio pubblico. Non
solo, ma entrando sotto da Via Caimi e uscendo su Via Alessi si
sarebbe assicurata la penetrazione in centro, essenziale per
Sondrio qualsiasi sia la volontà di pedonalizzazione, ma
lasciando libera la superficie.

UNA PROPOSTA
SODDISFACENTE

L’impostazione attuale, alla luce dei nutriti approfondimenti di
allora ma anche di discussioni in questi anni con qualche
addetto ai lavori, appare decisamente soddisfacente sotto molti
profili.

Non tocco ovviamente gli aspetti politici, ma sto a due elementi
fondamentali: l’impostazione progettuale e la fattibilità. Si
tratta di elementi strettamente connessi in quanto o c’è
l’equilibrio economico o non se ne fa nulla e non si può pensare
di intervenire sull’impostazione, con variazioni sul tema, senza
che le modifiche risultino finanziariamente compatibili.

Sotto il profilo dell’impostazione, a titolo di esempio, come
più volte scritto anche a me piacerebbe qualcos’altro: la
galleria in Corso Italia, come da progetto Stefanelli, pure
premiato al Concorso. Una galleria che non sarebbe difficile da
realizzare, e neppure molto costosa, ma che evidentemente non
può rientrare nella proposta oggi sul tavolo se non con il
reperimento delle risorse necessarie.

NON
PERDIAMO IL TRAM
Tocca comunque al Comune valutare la proposta e su questo è
doveroso non interloquire minimamente. L’unica cosa che però mi
sento di dover esprimere è l’auspicio che non si perda il tram
imboccando la via delle questioncelle.

In fin dei conti la proposta sul tavolo non è tale da
determinare contese politiche o esercitazioni semantiche.
L’esperienza suggerisce che il postino non bussa due volte e se
non si risponde alla prima…

Qualcuno – è il solito refrain di ogni volta in cui si ipotizza
qualche cambiamento – potrà anche sostenere che si possono
lasciare le cose come sono oppure comportarsi in modo che così
finiscano le cose. Senza, appunto, cambiare.

SIAMO
CON E PER LA SEQUOIA


La sequoia insegna. Svettava a 100 metri di altezza così come
altro albero gigante, forse l’eucalipto nano. Ha continuato a
modificarsi con il passare dei millenni. Svetta ancora a 100
metri di altezza, profondamente modificata rispetto ad allora.

L’altro albero ha voluto difendere le sue caratteristiche. Le ha
mantenute, tutte. Le foglie sono come decine e forse centinaia
di migliaia di anni fa e così tutto se stesso.

Non ha cambiato niente.

E’ rimasto sempre lui, sempre lo stesso, sempre uguale.

Però da 100 metri si è ridotto a due.
Alberto Frizziero


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Alberto Frizziero
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