PROBLEMI DELLA PROVINCIA: PRONTO IL DECRETO PER GLI ELETTRODOTTI
Testi riproducibili citando però fonte e relativo indirizzo Internet:
www.gazzettadisondrio.it
Il 9 maggio il Consiglio dei Ministri aveva all'ordine del giorno la bozza del decreto sugli elettrodotti predisposta dal Ministro Bordon e di cui il nostro giornale da tempo ha dato notizia, corredata da commenti e soprattutto dall'esame delle conseguenze.
Il Ministro della Sanità Veronesi non è d'accordo sui valori previsti che reputa troppo restrittivi.
La conclusione è riassunta nel comunicato ufficiale emesso al termine della riunione e che riportiamo tal quale, con l'omissione dei provvedimenti adottati dato che esulano dal tema.
Il Comunicato ufficiale dopo la seduta del Consiglio dei Ministri n.69 del 9 maggio 2001:
"La Presidenza del Consiglio dei Ministri comunica:
il Consiglio dei Ministri si è riunito oggi, alle ore 9,55 a Palazzo Chigi, sotto la presidenza del Presidente, Giuliano Amato.
Segretario, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza, Enrico Micheli.
Il Consiglio ha approvato i seguenti provvedimenti:"
…OMISSIS…
Quindi, al termine dell'elenco la seguente nota:
"Nota di Palazzo Chigi. Il Consiglio dei Ministri, affrontando il problema dell'elettrosmog, ha espresso un parere positivo al provvedimento presentato dal Ministro Bordon. Al di là delle deliberazioni di cui è stata data comunicazione formale con il consueto comunicato, il Consiglio dei Ministri ha affrontato anche il problema dell'elettrosmog, esprimendo un parere positivo al provvedimento presentato dal Ministro Bordon.
Nei prossimi giorni, e comunque entro il termine del 22 maggio, verrà definito il concerto che deve essere dato dal Ministero della Sanità.
Susseguentemente, il provvedimento inizierà la procedura che prevede la consultazione del Consiglio di Stato, della Conferenza Stato-Regioni, e quindi delle Commissioni parlamentari".
IL PROVVEDIMENTO
Il provvedimento cui si riferisce la nota di Palazzo Chigi è lo schema di decreto sugli elettrodotti, illustrato da tempo su "La Gazzetta di Sondrio" e, tutela della salute a parte, fonte delle esposte preoccupazioni, così come è scritto, per gli ulteriori pesanti vincoli territoriali che introdurrà in provincia.
Una precisazione fin ovvia: non critichiamo l'introduzione di valori restrittivi di induzione magnetica e campo elettrico fatta per tutelare le persone; abbiamo scritto e scriviamo, sulla base del principio giuridico del "nemo neminem ledere", che non è la nostra gente a dover subire i danni per l'allargamento delle fasce di rispetto che consegue all'introduzione di tali valori-limite, ma sono gli elettrodotti che debbono spostarsi.
I VINCOLI (conseguenti all'art. 4 della bozza di decreto)
I nuovi vincoli, sostanzialmente dovuti alla induzione magnetica e non ai campi elettrici, visti i valori previsti, dipendono dalla tensione e dalla intensità, cioè dai kVolt delle linee e dagli Ampère della corrente (e conseguente potenza in MVA).
Per le nuove costruzioni (e sono tali da intendersi residenze, uffici, attività produttive, in ogni caso tutte quelle ove è prevista una permanenza superiore alle quattro ore giornaliere), ma conseguentemente anche ampliamenti di quelle esistenti nonché talune ristrutturazioni di edifici, la bozza del decreto stabilisce un valore limite di 0,2 microtesla.
La distanza corrispondente varia in funzione del tipo di elettrodotto. Per fare un solo esempio la distanza da un elettrodotto a 150 kV e 375 A dagli 11 metri previsti dal Decreto del 1992 sale a 57 metri, per parte (fonte: Programma di calcolo campi elettrici e magnetici ENEL), ovviamente per parte. Nella improbabile ipotesi che venissero accolti i valori-limite sostenuti in dissenso con i colleghi dal Ministro Veronesi, e cioè 0,5 e 3 microtesla per "qualità" e "attenzione", questa distanza salirebbe comunque a 35 metri, per parte. In provincia abbiamo anche elettrodotti a 220 kV; in questi casi la distanza sale ulteriormente.
RISCONTRI A CAMPIONE IN PROVINCIA
Abbiamo voluto fare alcuni riscontri semplicemente a campione (Sondrio, Montagna, Albosaggia, zona industriale Morbegno-Talamoma ecc.) e pur senza poter fare una verifica con le previsioni urbanistiche - cosa peraltro semplicissima per ogni Comune - abbiamo rilevato la fondatezza delle preoccupazioni da noi espresse, e subito pubblicate, fin dall'approvazione della legge, ancor prima della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Per favorire la lettura, in calce al presente articolo, riportiamo i testi già pubblicati su altre sezioni de "La Gazzetta di Sondrio".
DUE PROSPETTIVE (O VALTELLINESI E VALCHIAVENASCHI FORTEMENTE PENALIZZATI O, FORSE, UNA SOLUZIONE)
Abbiamo davanti due prospettive:
a) O, in attesa degli eventi, non ci si muove per cercare di cambiare la bozza di decreto, - e più avanti vedremo che qualcosa si potrebbe fare se però, come suggeriamo da due mesi, si intervenisse SUBITO -, i nuovi vincoli, sostanzialmente nel fondo valle e nelle parte antropizzate dei versanti, condizioneranno in maniera notevole lo sviluppo e penalizzeranno un gran numero di valtellinesi e valchiavennaschi e le loro attività;
b) O ci si muove inserendosi IMMEDIATAMENTE nell'iter del provvedimento con proposte e modalità che, per quanto ci riguarda, non solo personalmente ma anche come giornale e Comitato Cittadini Consumatori Valtellina congiuntamente abbiamo messo a punto, e allora si potrebbe ottenere un risultato positivo, tenuto conto che l'art. 4 della bozza di decreto lascia aperti varchi di rischio per la sua sopravvivenza (TAR del Lazio e soprattutto Corte Costituzionale), e che i problemi che stiamo sollevando non riguardano solo la nostra provincia ma tutta Italia. Il generalizzato assordante silenzio su questi rischi sostanzialmente deriva dal fatto che si tratta di materia per specialisti e nessuno, quantomeno dei non molti che hanno avuto conoscenza della bozza del decreto, finora, dalle Alpi al Lilibeo, ha collegato limiti di induzione magnetica a espansione dei vincoli territoriali e conseguente turbativa della pianificazione urbanistica e pesante condizionamento degli interessi dei cittadini e delle attività produttive.
CHE FARE A TUTELA DELLA NOSTRA GENTE?
Noi abbiamo ritenuto di rendere un servizio alla valle e ai con valligiani pubblicizzando, attraverso il nostro giornale, e così il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina, situazione e rischi. Se avessimo una veste istituzionale ci saremmo già mossi opportunamente ma non abbiamo tale veste né strumenti per inserirci nel circuito decisionale.
Confermiamo quindi la nostra piena disponibilità a fornire a quei Sindaci che lo ritenessero dettagli e indicazioni, ma rendendoci conto che un Sindaco, che pure ha qualche possibilità di muoversi, non ha però la bacchetta magica e da solo farebbe la fine descritta da Miguel Cervantes per il suo eroe Don Chisciotte in lotta con i mulini a vento, abbiamo ritenuto, a tutela dei convalligiani, di assumere un'iniziativa.
Abbiamo cioé segnalato il problema, con la disponibilità a fornire loro, se ritengono, elementi probanti per un'azione in sedi opportune, ieri al consigliere nazionale ANCI Lorenzo Giana e al consigliere nazionale UNCEM Moratti, - che hanno già positivamente risposto immediatamente attivandosi presso le rispettive organizzazioni -, e in data odierna, ai consiglieri regionali Bordoni e Tam. Questi in quanto le Regioni fanno parte della Conferenza Stato-Regioni e i primi perché i rispettivi Presidenti fanno parte della Conferenza Unificata (riferimento per entrambe il D.L.vo 28.8.1997, n. 281), considerato che la bozza di decreto dovrà essere esaminata appunto in Conferenza.
Ci auguriamo che sia possibile intervenire secondo equità.
Il problema appare comunque di interesse anche delle organizzazioni economiche e sociali.
Terremo informati i convalligiani.
Alberto Frizziero
Sondrio 11maggio 2001
Di seguito i testi in precedenza pubblicati su "La Gazzetta di Sondrio":
TESTO DEL FEBBRAIO 2001, all'indomani dell'approvazione della legge da parte del Parlamento, prima ancora della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale:
PROBLEMI DELLA PROVINCIA: UN'OCCASIONE IMPORTANTE PER LA PROVINCIA DI SONDRIO DOPO L'APPROVAZIONE DA PARTE DEL PARLAMENTO DELLA "LEGGE QUADRO SULLA PROTEZIONE DALLE ESPOSIZIONI A CAMPI ELETTRICI, MAGNETICI ED ELETTROMAGNETICI". URGENZA DI APPROFONDIRE E DI PROCEDERE
In provincia di Sondrio, escludendo gli impianti minori, i cosiddetti "piccoli salti", in circa 300 località l'acqua viene intercettata e poi convogliata perloppiù in una sessantina di serbatoi che hanno una capienza complessiva di oltre 700 milioni di metri cubi, con qualche utilizzo diretto. Una cinquantina di centrali utilizzano quest'acqua per produrre cinque miliardi di kWh all'anno (anno idrologico medio). Si tratta di energia pregiata in quanto essenziale per far fronte - sia in termini di energia che di potenza - alle punte della richiesta nazionale (nazionale in quanto di questa energia in valle ne resta poco più del 10%, quanto basta ai nostri fabbisogni). Pregiata quindi perché ci pensano le dighe a immagazzinare l'energia, cosa non possibile alle centrali termiche, comunque alimentate (combustibile, rifiuti, nucleare, geotermia) o alle centrali eoliche e solari.Non basta ovviamente produrre, ma occorre anche il trasporto. In provincia ci sono 1700 Km di elettrodotti, quasi la metà ad alta tensione, di proprietà di Enel, Aem, Sondel e uno anche di Montedison proveniente dall'Alto Adige.UNA SELVA DI "CORRIDOI"Ci sono quindi tanti "corridoi", tante "strisce" di territorio soggette a servitù di elettrodotto che tagliano il fondo valle, le pendici, i boschi (in questo caso con frequenti tagli della vegetazione arborea in crescita con dimensione che fa impallidire al confronto il taglio delle piante, deformatissimo nella rappresentazione nazionale, in occasione dei mondiali di sci del 1985 a Bormio).Alla servitù "territoriale" si è aggiunta nel 1992, con il DPCM 23 aprile 1992, una servitù, sempre territoriale ma avente natura di tutela sanitaria con l'obbligo di una fascia di rispetto pari a 10 e 28 metri rispettivamente per elettrodotti di 132 kV e 380 kV e conseguente obbligo di risanamento entro il 31.12.2004 ove ed in quanto tale limite minimo non fosse rispettato. Per dare un'idea, la superficie complessiva di questi corridoi può essere valutata dello stesso ordine di grandezza dell'intero territorio del Comune di Sondrio o più di quello di Morbegno o 5/6 volte quello di Poggiridenti.Giova aggiungere in proposito che il limite normativo di 132 kV escluderebbe tutte le linee, e non sono poche, a 130 kV esistenti in provincia. Sarebbe dovere degli Enti locali puntare i piedi, utilizzando le proprie competenze esclusive, perché al di là dell'obbligo normativo, i due kV di differenza fra l'esistente e il dato di legge non giustificano l'esclusione, se l'obiettivo è quello della tutela della salute…"ASSORDANTE SILENZIO" IN PROVINCIALa nota inviata al B.I.M. dal Comitato Cittadini Consumatori Valtellina, pubblicata nella sezione de La Gazzetta di Sondrio ad esso riservata, invita tale Ente, - che già all'indomani del citato DPCM si era mosso dimostrando la fattibilità di trasformare la selva di elettrodotti in uno solo -, a prendere in mano il problema vista la grande importanza che esso ha per la provincia, anche se una provincia molto disattenta. Riprendiamo infatti un passo del tutto condivisibile della nota del Comitato: "Per la verità ci ha colpito il silenzio assordante - la contraddizione è solo lessicale - che ha accolto in Valle il varo di questo provvedimento. Silenzio delle Istituzioni, degli organi di informazione, degli ambientalisti ed anche di chi anche negli ultimi mesi ha sollevato il problema delle antenne per le comunicazioni via cellulare".LA NUOVA LEGGE - CONTENUTIVediamo alcuni punti di questa nuova legge.Innanzitutto le finalità, in sintesi: assicurare la tutela della salute dei lavoratori, delle lavoratrici e della popolazione dagli effetti dell'esposizione a determinati livelli di campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici; promuovere la ricerca scientifica per la valutazione degli effetti a lungo termine e attivare misure di cautela; assicurare la tutela dell'ambiente e del paesaggio e promuovere l'innovazione tecnologica e le azioni di risanamento.Ambito di applicazione: la legge in particolare si applica agli elettrodotti ed agli impianti radioelettrici, compresi gli impianti per telefonia mobile, i radar e gli impianti per radiodiffusione.Chiarite le funzioni e competenze dello Stato, fra cui (art. 4 lettere g - h) la definizione dei tracciati degli elettrodotti con tensione superiore a 150 kV e la determinazione dei parametri per la previsione di fasce di rispetto per gli elettrodotti; TENUTO CONTO CHE all'interno di tali fasce di rispetto non è consentita alcuna destinazione di edifici ad uso residenziale, scolastico, sanitario ovvero ad uso che comporti una permanenza non inferiore a quattro ore.Primo punto, ESSENZIALE: non si devono penalizzare le zone urbanizzate o comunque l'esistente. Si debbono invece SPOSTARE GLI ELETTRODOTTI!La legge non rimanda alle calende greche: limiti di esposizione, valori di attenzione e obiettivi di qualità, tecniche di misurazione e rilevamento dell'inquinamento elettromagnetico e parametri per la previsione di fasce di rispetto per gli elettrodotti devono essere stabiliti entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge.Per i criteri di elaborazione dei piani di risanamento un tempo maggiore, ma non di molto. Deve pensarci, entro centoventi giorni lo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri con suo DPCM.Per le misure di tutela dell'ambiente e del paesaggio tempi ugualmente brevi: ci sono 120 giorni entro la cui scadenza deve essere adottato apposito regolamento che preveda misure specifiche relative alle caratteristiche tecniche degli impianti e alla localizzazione dei tracciati per la progettazione, la costruzione e la modifica di elettrodotti e di impianti per telefonia mobile e radiodiffusione. Inoltre le particolari misure atte ad evitare danni ai valori ambientali e paesaggistici e eventualmente ulteriori misure specifiche per la progettazione, la costruzione e la modifica di elettrodotti nelle aree soggette a vincoli imposti da leggi statali o regionali, nonché da strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica, a tutela degli interessi storici, artistici, architettonici, archeologici, paesaggistici e ambientali. Non è finita. Il Regolamento adotta misure di contenimento del rischio elettrico degli impianti, ed in particolare del rischio di elettrolocuzione e di collisione dell'avifauna.Particolare attenzione si deve dedicare, SUBITO, in provincia alla parte del regolamento che definirà la nuova disciplina dei procedimenti di autorizzazione alla costruzione e all'esercizio degli elettrodotti con tensione superiore a 150 kV, in particolare alla prevista semplificazione dei procedimenti amministrativi, ai criteri di riduzione dell' impatto ambientale, paesaggistico e sulla salute dei cittadini; alla concertazione con le regioni e gli enti locali per la definizione dei tracciati;al riordino delle procedure relative alle servitù di elettrodotto e ai relativi indennizzi.Cambia dunque. Occorre vigilare perche' cambi in meglio (PER LA NOSTRA GENTE).COSA DEVE FARE LA REGIONEAndiamo a Milano e vediamo di cosa dovrà occuparsi la Regione. In sintesi: l'esercizio delle funzioni relative all'individuazione dei siti di trasmissione e degli impianti per telefonia mobile, degli impianti radioelettrici e degli impianti per radiodiffusione; la definizione dei tracciati degli elettrodotti con tensione non superiore a 150 kV, le modalità per il rilascio delle autorizzazioni alla installazione degli impianti, tenendo conto dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici preesistenti. Inoltre la Regione fissa le competenze che spettano alle province ed ai comuni, i quali comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici.RISANAMENTOEntro dodici mesi dallo specifico decreto la regione adotta, su proposta dei soggetti gestori e sentiti i comuni interessati, un piano di risanamento al fine di adeguare, entro 24 mesi, gli impianti radioelettrici già esistenti ai limiti stabiliti dalla legge. Entro la stessa data i gestori degli elettrodotti debbono presentare una proposta di piano di risanamento, al fine di assicurare la tutela della salute e dell'ambiente, con tanto di programma cronologico di attuazione, considerando comunque come prioritarie le situazioni sottoposte a piú elevati livelli di inquinamento elettromagnetico, in prossimità di destinazioni residenziali, scolastiche, sanitarie, o comunque di edifici adibiti a permanenze non inferiori a quattro ore, con particolare riferimento alla tutela della popolazione infantile.Per gli elettrodotti con tensione superiore a 150 kV, la proposta di piano di risanamento é presentata al Ministero dell'ambiente che ha 60 giorni di tempo per approvarlo. Per gli elettrodotti con tensione non superiore a 150 kV, la proposta di piano di risanamento é presentata alla regione, che approva il piano, sempre entro sessanta giorni, sentiti i comuni interessati.Il risanamento degli elettrodotti deve essere completato entro dieci anni però entro il 31 dicembre 2004 ed entro il 31 dicembre 2008, deve essere comunque completato il risanamento degli elettrodotti che non risultano conformi, rispettivamente, ai limiti di cui al citato DPCM 23 aprile 1992. Sono previste severe sanzioni, ivi compresa la possibile disattivazione degli impianti.CONTROLLI LOCALIE' previsto che le amministrazioni provinciali e comunali esercitino le funzioni di controllo e di vigilanza sanitaria e ambientale per l'attuazione della legge, utilizzano le strutture dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente.LE DUE VIE CHE CI SONO DAVANTI A NOIValtellinesi e Valchiavennaschi hanno davanti a loro due vie fra cui scegliere:La prima: attendere gli eventi, salvo poi naturalmente stracciarsi le vesti se le cose non andranno nel verso giusto e ne uscirà qualche altra penalizzazione o, nel migliore dei casi, il potenziamento della nota fiera delle occasioni perdute.La seconda: precorrere gli eventi. Attivarsi subito, a Roma, a Milano, a Sondrio. Ci sono possibilità concrete di poter dire la nostra ove ed in quanto le Istituzioni della provincia, in collegamento fra loro e con la società civile, con il supporto di esperti di livello adeguato, si inseriscano nel processo avviato dalla legge. Ci sono tanti adempimenti in tempo breve. Bozze di regolamenti e di altre disposizioni sono già pronte e una campagna elettorale in corso comporta il rischio di una minore attenzione delle Autorità politiche con una prevalenza delle sedi tecniche. Rischio forte dunque, non per sfiducia in queste ma perché è facile immaginare che chi è interessato, ENEL in testa, non starà con le mani in mano, senza magari che vi sia per converso L'Alto Adige, che potrebbe essere un naturale alleato data l'importanza nel settore idroelettrico, non lo può essere per il semplice motivo che ha una fortissima autonomia resa clamorosa dalla trasmissione di competenze in fatto di acque fatta dallo Stato. Per stare sul livello istituzionale ci possono essere altre provincie dell'arco alpino interessate ad una partnership "di sindacato". Ci sarebbe da scuotere l'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), non molto attenta oggi sul problema, visto e considerato che gli elettrodotti interessano un alto numero di Comuni, anche di pianura, e le popolazione che in essi vive, e con l'ANCI magari anche l'UPI (Unione Provincie Italiane) e FEDERBIM (l'associazione dei Consorzi BIM).Oggi però. Domani potrebbe essere troppo tardi.L'ASSORDANTE SILENZIO E' ROTTOL'assordante silenzio che ha circondato in provincia la nuova legge non è un bel segno. Visto però che La Gazzetta di Sondrio e il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina questo silenzio hanno rotto, oggi la questione è di pubblico dominio, e la scelta fra le due strade indicate ineludibile, dato che anche il non far niente vorrebbe dire aver scelto la prima via.Non è detto, sia chiaro, che scegliendo la seconda si riesca ad ottenere qualcosa, ma almeno resterebbe la coscienza di avere tentato, di avere fatto il possibile. E poi, non si sa mai…QUALCHE ARMA C'E'Qualche arma le Istituzioni locali pure l'hanno. Il Piano Territoriale provinciale, per il quale finalmente la Provincia si accinge a dare l'incarico di progettazione, può servire alla bisogna, anche eventualmente in modo collaterale. L'inattuato disposto della Legge Valtellina sulla revisione delle concessioni idroelettriche qualche contributo lo può dare. Le competenze dei Comuni, eventualmente in modo collaterale, possono integrare la raccolta delle nostre chanches.Siamo gente pacifica e quindi non vorremmo la guerra, anche se in certe occasioni almeno minacciarla è giusto, ma per portare gli interlocutori a più miti consigli. Se nel 1994 era stato possibile avviare un discorso, e verificarne la positività da entrambe le parti, sulla eliminazione della selva di elettrodotti per Milano e loro sostituzione con uno solo, ciò vuol dire che la via della ricerca delle intese, quantomeno la ricerca, può essere percorsa.A chi di dovere di essere all'altezza della tradizione valtellinese di buon Governo.
NOTA INVIATA DAL COMITATO CITTADINI CONSUMATORI VALTELLINA AL CONSORZIO B.I.M. E PUBBLICATA NELL'APPOSITA SEZIONE DI QUESTO GIORNALETUTELA DELLA SALUTE: NOTA DEL. 23.02.2001 INVIATA AL B.I.M. DI SONDRIOAl Presidente del Consorzio B.I.M. di SondrioOggetto: "Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici"L'approvazione in via definitiva della Camera dei deputati lo scorso 14 febbraio della "Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici" è certamente, - e a Lei non c'è bisogno di spiegarne le ragioni - molto importante per la nostra provincia percorsa da 1700 Km di elettrodotti, quasi la metà dei quali in alta tensione, e senza naturalmente contare le linee a bassa tensione della distribuzione urbana.Per la verità ci ha colpito il silenzio assordante - la contraddizione è solo lessicale - che ha accolto in Valle il varo di questo provvedimento. Silenzio delle Istituzioni, degli organi di informazione, degli ambientalisti ed anche di chi anche negli ultimi mesi ha sollevato il problema delle antenne per le comunicazioni via cellulare. Il nostro Comitato non pensava di doversi occupare anche di questo problema ma, vista la situazione, ha deciso di farlo. Assunta questa decisione ha ritenuto di doversi rivolgere al B.I.M., per sua natura istituzionale, per specifica indicazione del suo Statuto, ed anche perché ci risulta che nel 1993 l'Ente aveva esaminato la possibilità di eliminare la selva di elettrodotti, singolarmente a bassa capacità di trasporto, che portano l'energia a Milano concentrandola in un solo elettrodotto, rilevandone la fattibilità attraverso le valutazioni di ENEA e dello stesso ENEL.Allora il B.I.M. si era mosso, con assoluta tempestività, non appena entrato in vigore il DPCM 23 aprile 1992 che non solo aveva fissato le fasce di rispetto dalle linee esistenti (almeno 10 m. per quelle a 132 kV e almeno 28 per quelle a 380 kV) ma aveva anche prescritto l'obbligo di risanamenti ove non fossero stati rispettati i limiti di intensità di campo indisturbato e di induzione magnetica con una scadenza perentoria per i programmi di risanamento e cioè il 31.12.2004.Non c'è bisogno, in questa sede, di fissare i punti di legge che sollecitano l'attenzione valtellinese, anche se sono parecchi.Richiamiamo alla Sua attenzione tre aspetti:1) Le scadenze a breve termine. Ve ne sono di quelle che per loro natura possono essere determinanti per gli sviluppi futuri, in sede romana o milanese.2) I problemi connessi al risanamento, alla definizione dei tracciati, al ruolo che gli Enti locali hanno in questa materia, sia per gli elettrodotti oltre i 150 kV, di competenza statale, che per quelli inferiori ai 150 kV, di competenza regionale. In questo quadro entra certamente in gioco la Provincia in quanto ruolo fondamentale può e DEVE esercitare il Piano Territoriale di coordinamento, tuttora mancante ma ora almeno alla fase di scelta dei progettisti.3) L'opportunità che le Istituzioni della provincia - seppure a nostro modesto avviso, come anzidetto, il più idoneo sarebbe appunto il B.I.M. - da subito affrontino risolutamente il problema con il supporto di consulenze tecnico-amministrative di grande spessore.Tanto il Comitato Cittadini Consumatori Valtellina ha ritenuto di esporre alla Sua cortese attenzione, nell'auspicio che le opportunità che potenzialmente si aprono per la provincia vengano colte.A disposizione per quanto eventualmente necessario, distintamenteComitato Cittadini Consumatori Valtellina
NOTA DELL'APRILE 2001
PRONTO IL DECRETO PER GLI ELETTRODOTTI
(INQUINAMENTO ELETTROMAGNETICO)
Un servizio in esclusiva ed in anticipo de "La Gazzetta di Sondrio" e del "Comitato Cittadini Consumatori Valtellina" per i valtellinesi e valchiavennaschi)
SI PROFILA UN CONSISTENTE AUMENTO DEI VINCOLI PER IL NOSTRO TERRITORIO SOLCATO DA 1700 KM DI LINEE, QUASI LA META' AD ALTA TENSIONE
MOLTO SILENZIO IN PROVINCIA SU UNA QUESTIONE COSI' IMPORTANTE
(E il Ministro Bordon riprende l'espressione de "La Gazzetta di Sondrio": SILENZIO ASSORDANTE…)
L'articolo - ed anche la presa di posizione del Comitato Cittadini Consumatori Valtellina, pure inserita in queste pagine - subito pubblicato, ancora prima che se ne occupasse la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, da questo giornale all'indomani dell'approvazione in Parlamento della "Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici", opportunamente si soffermava sull'importanza del provvedimento per la provincia di Sondrio.
I 1700 Km di elettrodotti, quasi la metà ad alta tensione, che solcano Valtellina e Valchiavenna lo dimostrano.
L'articolo opportunamente sottolineava l'urgenza di approfondire e di procedere a tutela di valtellinesi e valchiavennaschi.
Siamo in presenza di una legge-quadro, quindi tale da richiedere provvedimenti attuativi.
Opportunamente l'articolo in questione poneva l'accento sulla necessità di un'attenzione particolare in Valle per le conseguenze che potranno venire dai provvedimenti di carattere attuativo.
Questa attenzione non c'è stata.
Allora avevamo coniato, noi, l'espressione "SILENZIO ASSORDANTE" che rifletteva la situazione della provincia. E' singolare che il Ministro Bordon, ovviamente attentissimo a quanto si pubblica in questi tempi in fatto di elettromagnetismo, data la sua querelle con la Radio Vaticana, abbia ritenuto di riprendere, dedicandola "alla sinistra", tale inconsueta espressione vistosamente evidenziata da tutta la stampa nazionale.
FERMENTO SULLE ANTENNINE, SILENZIO SULLE ANTENNONE
Tornando all'argomento, c'è molto fermento in giro per le antennine della telefonia cellulare e silenzio sulle antennone che portano fuori provincia oltre il 90% dell'energia qui prodotta.
Questa disattenzione è diffusa nelle varie Istituzioni provinciali - senza distinzioni fra maggioranze e minoranze -, negli organi di (…non) informazione - con le sole eccezioni de Il Giorno e di Tele Unica che hanno ripreso l'argomento da La Gazzetta di Sondrio -, persino nel settore ambientalista, sorprendentemente silenzioso su questo delicato tema.
DUE RAGIONI DI ATTENZIONE
Le ragioni di attenzione dovrebbero essere due.
Da un lato i problemi di tutela della salute, pur senza tensioni ideologiche dato che il mondo scientifico non è ancora pervenuto a conclusioni generali certe, il che non deve però escludere l'adozione di misure cautelari, via del resto seguita dalla recente legge. Non va dimenticato infatti che in queste situazioni il parametro da prendere in considerazione non è quello dei valori medi, ma come reagiscono gli organismi più deboli o comunque più suscettibili di condizionamento. In fin dei conti le variazioni del campo gravitazionale lunare lasciano indifferenti la maggior parte delle persone il cui organismo vi è abituato ma alcuni soggetti afflitti da particolari patologie ne risentono, eccome.
Dall'altro lato un problema concreto: quello della grande quantità di territorio soggetta già oggi a servitù e inevitabilmente destinata, in sede applicativa delle nuove norme, ad aumentare, anche sensibilmente.
PRONTO IL DECRETO
Come oculatamente previsto nel citato articolo de La Gazzetta di Sondrio, il Ministero non ha perso tempo e la bozza del Decreto relativo agli elettrodotti l'ha già predisposta con il dichiarato intento di concluderne definitivamente l'iter entro il 22 maggio p.v.
Cercando di semplificare gli aspetti tecnici, precisiamo che viene prevista una soglia di attenzione per i campi generati dagli elettrodotti in residenze, scuole, ambienti di lavoro (con presenze umane superiori alle 4 ore). Si parla di limiti per l'induzione magnetica e per il campo elettrico rispettivamente di 0,5 micro-tesla (ma per l'obiettivo qualità, valido per ogni nuova costruzione, il valore scende a 0,2) e di 1000 Volt al metro.
Non ci si spaventi di queste citazioni, ai più incomprensibili visto che non si parla di Kg, metro o altre unità di misura di uso e comprensione comuni.
Vediamo infatti, quello che in definitiva interessa alla gente, che cosa la fissazione di questi limiti può comportare.
LE DISTANZE DAGLI ELETTRODOTTI
Quel valore di 0,5 micro-tesla - fonte ENEL -, per un elettrodotto ad alta tensione da 150.000 Volt lo si registra a una distanza di 35 METRI se la corrente dell'elettrodotto ha una intensità di 550 Ampère e di 29 METRI per corrente di 375 Ampère.
Ovviamente queste distanze aumentano con l'aumentare sia della intensità di corrente che della tensione.
Ricordiamo le inferiori distanze in vigore, fissate con il DPCM 23 aprile 1992: 10 metri per linee a 132 kV, 18 (220), 28 (380). In provincia non abbiamo linee a 380 kV.
Ricordiamo inoltre il precedente della legge che la Regione Veneto aveva approvato nel 1993 - legge ripetutamente sospesa dal Governo - portando queste distanza rispettivamente a 60, 100, 150 metri.
Ricordiamo infine che i corridoi di territorio soggetto a vincolo sono ovviamente IL DOPPIO di questi valori dato che la fascia di rispetto deve esserci da una parte e dall'altra dell'elettrodotto.
QUALCUNO NON POTRA' PIU' COSTRUIRE, ANCHE SE IN REGOLA CON IL COMUNE
Non basta.
Nel caso di nuovi elettrodotti la soglia si fa più restrittiva, con valori, in particolare, dell'induzione magnetica che si traducono in distanze, per i due tipi di elettrodotti considerati prima, rispettivamente di 57 o 46 METRI.
Il guaio interviene per gli elettrodotti esistenti, per cui valgono ancora queste distanze ma in un altro modo.
In questo caso la fascia di rispetto di 114 METRI (57x2) o di 92 METRI (46x2) VARRA' PER CHI DEVE COSTRUIRE. Quindi anche se le norme del Piano Regolatore del Comune consentono la costruzione (magari con progetto già definito e pronto per la concessione edilizia), una volta pubblicato il Decreto, così come oggi si presenta, non ci sarà più niente da fare, salvo destinare la costruzione progettata ad altro uso che non comporti la permanenza di persone oltre le 4 ore giornaliere.
Inciso: chi farà i calcoli di questa fascia di rispetto? I gestori degli elettrodotti (art. 6 del Decreto).
PROVINCIA
La Provincia deve (pardon: dovrebbe) fare il Piano Territoriale. Sulle carte si comincino pure a segnare queste fasce di rispetto, territorio reso inutilizzabile, a Decreto emanato, per le normali attività antropiche.
COMUNI
Ogni Comune attraversato da un elettrodotto prenda le tavole di Piano Regolatore e veda quali sono le conseguenze pratiche. In particolare, ma non solo, nel fondovalle.
PROPRIETARI DELLE AEREE
Ogni valtellinese o valchiavennasco proprietario di aree su cui grava la servitù di elettrodotto prenda le tavole di Piano Regolatore e veda quali sono le conseguenze pratiche.
ISTITUZIONI, FORZE POLITICHE, ECONOMICHE, SOCIALI
Ognuno di loro sa certamente cosa deve fare e non ha bisogno del nostro suggerimento.
Lo diamo però lo stesso, con scarse speranze ma comunque se non altro a futura testimonianza di un tentativo di tutela dei valtellinesi e valchiavennaschi.
La prima delle cose da fare è la valutazione delle conseguenze, poche o tante che siano. Fossero poche - ne dubitiamo - non cambierebbe nulla perché pochi o tanti che siano si tratterebbe comunque di nostri convalligiani penalizzati.
Non sono questi che debbono cambiare destinazioni e programmi.
Sono gli elettrodotti semmai che si debbono spostare!
La seconda delle cose da fare è l'esaminare se è ancora attuale la possibilità a suo tempo individuata, con possibilità effettiva di realizzazione anche sotto il profilo economico-finanziario, dal B.I.M. - se ne parla nel precedente articolo presente in questo sito - della eliminazione della selva di elettrodotti oggi esistenti con loro sostituzione con un elettrodotto unico che potrebbe avere un percorso lontano da insediamenti e attività umane.
La terza, collegata alla seconda, è quella di accorgersi che il DPCM del 1992 - allora se ne era accorto subito il BIM ed aveva operato di conseguenza - prevedeva PIANI DI RISANAMENTO, da completarsi entro il 2004. Questo è un aspetto sul quale puntare i piedi. Se per effetto delle nuove norme la fascia di rispetto nuova degli elettrodotti esistenti viene a condizionare l'attività di valtellinesi e valchiavennaschi, si tratta di pretendere lo spostamento. E questo non soltanto per costruzioni oggi esistenti ma anche per quello che è previsto nella normativa territoriale vigente (Piani regolatori e loro piani attuativi). Possibilmente al tavolo delle trattative ma se occorre anche con l'apertura di una vera e propria vertenza.
Inoltre visto che, per legge, ci sarebbe da fare - e chissà che prima o poi non ci si metta mano! - un Piano Territoriale provinciale con valenza anche paesistica, lo si utilizzi anche per questo fine. Anticipiamo al riguardo che ove qualcuno eccepisse in ordine alle competenze in sede locale, precisiamo che esistono modi diretti e modi indiretti per raggiungere il risultato (potremmo dare al riguardo qualche utile suggerimento ma preferiamo non entrare nel merito lasciamo ai vari consulenti ufficiali di farlo).
VIETATO, E INUTILE, PROTESTARE DOMANI
Non si protesti domani se ci si accorgerà, tardivamente, che le conseguenze sono pesanti.
Questo problema è stato posto all'attenzione di tutti con assoluta tempestività da La Gazzetta di Sondrio e dal Comitato Cittadini Consumatori, appena uscita la legge, ed ora, appena si è informalmente verificato il testo della bozza di Decreto.
Le proteste domani oltre che inutili e improduttive sarebbero anche fuori luogo se al momento giusto (e il momento giusto "era" il marzo e l'aprile 2001, come sollecitato dal nostro giornale) nonostante l'essere stati messi sull'avviso non ci si è resi conto di cosa stava bollendo in pentola…
Alberto Frizziero, aprile 2001
LA NOTA DEL COMITATO CITTADINI CONSUMATORI VALTELLINA
Da Ancona la conferma dei nostri timori !!!
Sondrio 23.4.2001
Ai lettori richiedenti
e, p.c., Provincia, BIM, CCIAA, CC.MM., Soggetti interessati
Oggetto: Nuovi vincoli per normativa vigente ed emanando decreto su elettrodotti
Premesse: 1) Legge 22 febbraio 2001, n. 36
2) Decreto attuativo per elettrodotti
In relazione alle richieste pervenute o a questo Comitato o al giornale che lo ospita (La Gazzetta di Sondrio) e a quanto risposto o telefonicamente o via e-mail, si precisa:
- CCC Va e giornale, non appena il Parlamento approvò la legge sull'inquinamento elettromagnetico, e prima ancora della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, si attivarono, in particolare con la pubblicazione non solo di una sintesi dei contenuti della legge ma anche di valutazioni sulle conseguenze possibili per Valtellinesi e Valchiavennaschi.
Esiti in provincia noti:
a) Istituzioni: risulta che si attivò il BIM;
b) Altri soggetti: ripresa dei nostri articoli da parte di Teleunica e de "Il Giorno".
- Puntualmente, come previsto, è emerso all'inizio del mese, che la bozza di decreto attuativo per gli elettrodotti, importantissimo per noi, era stata ormai predisposta ed anzi il Governo si era ed è impegnato ad emanarlo entro il 22 maggio p.v..
Tale bozza di decreto attuativo ha ovviamente contenuti tecnici, per cui per la generalità dei cittadini, e magari anche per molti addetti ai lavori, la sua comprensibilità è paragonabile a quella di un testo in arabo o in aramaico. Se anche infatti qualcuno avesse familiarità con termini del tipo "microtesla", "Volt/metro" e quant'altro, è difficile, salvo che per lo specialista raffinato, trarre da questo deduzioni di interesse comune, in particolare - per quanto ci riguarda - l'impatto sulla vita quotidiana.
"La Gazzetta di Sondrio" , prima in Italia, ha approfondito e concluso questo aspetto, individuando la più importante delle conseguenze pratiche, vale a dire l'entità degli ampliamenti delle fasce di rispetto intorno agli elettrodotti e, conseguentemente, l'ampliamento dei vincoli che, ope legis, si calano ulteriormente sul territorio. I risultati sono stati pubblicati nell'aggiornamento in rete del 15 aprile, leggibile nel sito www.gazzettadisondrio.i-ndex.net oppure www.gazzettadisondrio.it
Soli riscontri la ripresa della notizia, come in precedenza, da parte di Teleunica e de "Il Giorno".
- A clamorosa e rapida conferma della precisione, tempestività e acutezza di approfondimento del nostro Comitato e de "La Gazzetta di Sondrio", viene una notizia da Ancona, ove il Consiglio Comunale, non molti giorni fa, prima di sciogliersi, aveva votato all'unanimità una mozione di richiesta di sospensione della costruzione di un elettrodotto da parte dell'ENEL vista la imminente pubblicazione del decreto attuativo. Ebbene al Commissario Prefettizio che aveva dato seguito alla cosa richiedendo la sospensione dei lavori è pervenuta la risposta da parte di ENEL e Consorzio Q2/A: i lavori vanno avanti e semmai ci si adeguerà poi nei termini e con le modalità previste dal decreto. Non solo: si provvederà altresì ad asservire qualsiasi altro tratto di terreno.
E' esattamente quello che si era paventato come grosso pericolo in una provincia scarsa di territorio "utile" e solcata da 1700 Km di elettrodotti di cui quasi la metà ad alta tensione.
Chiunque del resto può vedere di persona quante sono le residenze interessate, le aziende o addirittura le zone artigianali o industriali, sulle quali abbiamo compiuto sopralluoghi per essere certi di quanto si scrive.
Se questa data del 22 maggio verrà rispettata, dopo la pubblicazione molti cittadini avranno amare sorprese, se non si arriva alla conclusione più logica: non sono i valtellinesi e valchiavennaschi a dover pagare ma gli elettrodotti a spostarsi, con i "piani di risanamento" che l'ordinamento vigente prevede, sia pure con razionale gradualità e oculatezza di scelte, salvo i casi ove si presenti la necessità di tutela della salute per i quali la priorità deve essere assoluta e il risanamento più che tempestivo.
Ciò precisato, a chi si è rivolto a noi ripetiamo quanto sommariamente già direttamente precisato:
1) Noi abbiamo provveduto a rendere un servizio ai convalligiani, avvisando con assoluta tempestività di quanto stava per succedere, spiegandolo ampiamente in termini a tutti comprensibili;
2) Tocca a Istituzioni, forze economiche, politiche, sociali, trovare le soluzioni;
3) Comitato e giornale sono a disposizione dei cittadini, con loro sì anche per presentare ipotesi di soluzione, per le quali però non si intende avanzare alcun suggerimento alle Istituzioni avendo esse risorse e mezzi oltre che responsabilità decisionale (nonché il lavoro informativo svolto per tutti da CCC Va e Gazzetta di Sondrio);
4) Comitato e giornale sono comunque a disposizione anche di legali e consulenti che eventualmente convalligiani lesi nei loro diritti volessero incaricare di sacrosanta tutela, pur auspicando che siano i soggetti in indirizzo, cui la presente viene inviata per doverosa conoscenza, ad intervenire con sollecitudine - così come è stato per la parte informativa da parte di CCC Va e Gazzetta di Sondrio - a tutela di Valtellinesi e Valchiavennaschi. Auspicio che si accompagna ad un altro, e cioè che su un problema come questo si operi in piena concordia d'intenti, senza divisioni politiche che non sarebbero comprese.
IMPORTANTE: S'intende che invece per alcuni casi in Valle, legati direttamente all'influenza, già tecnicamente documentata, dell'alta tensione e quindi concernenti la tutela della salute, data la delicatezza dell'argomento e anche della situazione emersa, dimostratasi seria e d'interesse plurimo, sviluppi e possibili iniziative verranno rese note, in queste pagine e in altre sedi, solo con il consenso delle famiglie interessate.
Distintamente
Per CCC Va e Gazzetta di Sondrio: Alberto Frizziero
EDITORIALI
Si aggiungono inoltre i commenti negli editoriali, leggibili sul sito. L'ultimo, di fine aprile, per questa parte recitava:
1) DECRETO ELETTRODOTTI. DA ANCONA CONFERMA PER LE CONSEGUENZE PER LA PROVINCIA. Il periodico aggiornamento quindicinale è stato, almeno per parte del materiale, anticipato non solo per il ponte del 1 maggio ma soprattutto per via dell'importanza per la provincia di Sondrio del Decreto sugli elettrodotti, che il Governo, in attuazione della legge 22 febbraio 2001, n. 36, si accinge ad emanare e i cui effetti La Gazzetta di Sondrio, prima in Italia, ha illustrato. Il giornale infatti è stato in grado di individuarli operando una ricostruzione - difficoltosa anche per specialisti - partendo dai dati tecnici della bozza del Decreto. La nota del Comitato Cittadini Consumatori Valtellina, pubblicata nello spazio concesso dal giornale a tale Comitato, è estremamente chiara al riguardo. (In rubrica "CCC Va", sezione "Attività Valtellina").
Testi riproducibili citando però fonte ed indirizzo Internet
www.gazzettadisondrio.i-ndex.net
oppure
www.gazzettadisondrio.it