PROBLEMI DELLA PROVINCIA: AUMENTO ENERGIA ELETTRICA PER IL PETROLIO (ANCHE PER NOI!!!)

L'ennesimo aumento dell'energia elettrica motivato dall'aumento dei costi del petrolio.

Se il petrolio aumenta, si dirà, aumentano i costi per produrre energia elettrica nelle centrali termiche, e questi costi debbono essere per forza di cose riversati sui consumatori.
C'è il piccolo particolare che in provincia di Sondrio di quella energia prodotta da petrolio non se ne consuma un
chilowattora
. In provincia infatti si producono, nella cinquantina di centrali idroelettriche, grossomodo - dipende dall'anno idrologico - cinque miliardi di kWh, con punte in vicine ai sei. Di tutto questo ben di Dio valtellinesi e valchiavennaschi ne consumano in tutto poco di più del 10% e il resto va fuori provincia. 

Non basta. In provincia esistono 56 bacini con una trentina di grossi serbatoi - i cosiddetti laghi artificiali ottenuti con imponenti dighe - con una capienza massima complessiva di circa 700 milioni di mc., vale a dire 700 miliardi di litri d'acqua. Tutti sono a quote alte, per cui il salto che si può sfruttare per far arrivare l'acqua alle turbine è notevole. Consegue una grande potenza e poi una grande produzione. 

Non basta ancora. Le centrali termiche funzionano sostanzialmente in maniera costante. Le persone, le fabbriche, i treni e quant'altro non consumano energia in maniera costante e così ci sono le punte, sia di consumo che di potenza. Ci fossero solo le centrali termiche occorrerebbero grossissimi investimenti in macchinari da fare entrare in funzione solo quando le richieste aumentano e toccano anche picchi elevati. Gli investimenti andrebbero ammortizzati e il costo dell'energia salirebbe di parecchio. Fortunatamente però ci sono gli impianti idroelettrici ad accumulo. C'è forte richiesta? Si apre una saracinesca e l'acqua dei bacini artificiali scende per le condotte forzate e fa girare le turbine collegate agli alternatori e l'energia viene immessa in rete, magari per una richiesta che viene da centinaia di Km di distanza. Questa energia di punta non viene pagata dai grandi utilizzatori allo stesso prezzo. I produttori ci ricavano molto di più.

E così l'energia che viene dalla nostra provincia, così come da altre zone alpine o appenniniche, vale molto di più.

Cornuti e razziati direbbe Totò. Infatti noi dobbiamo pagare il sovrapprezzo termico, legato al caro-petrolio, noi che abbiamo i 3200 Kmq di territorio in gran parte percorsi da canali di gronda che, anche in valli (nella sola Valtellina le convalli dell'Adda sono 105, molte di queste poi con una serie di ulteriori con valli laterali, per un totale di corsi d'acqua che si aggira sui 1300 Km, due volte la lunghezza del Po) nelle quali non sono state costruite dighe e quindi bacini artificiali, captano le acque e le portano, spesso in galleria, in altre valli dove sono stati costruite le dighe. Qualcuno, inesperto, si chiederà che conta questo aspetto. Se l'acqua viene deviata non percorre più il suo corso naturale, ed evidentemente non è più possibile quello che viene chiamato un uso plurimo delle acque. Qualche danno, qualche problema, qualche disagio c'è pure…

Non basta ancora. Più sale il costo dell'energia elettrica da petrolio, dato che quella idroelettrica continua a costare lo stesso prezzo, il vantaggio aumenta. Per l'ENEL e per i produttori.

Non per valtellinesi e valchiavennaschi che, appunto "cornuti e mazziati", dobbiamo pagare in più quel petrolio da cui viene quell'energia che noi non consumeremo mai!

OC-GdS b3: Un sorriso di più per gli altri. Al bar per strada, sul posto di lavoro, ovunque. Ci farà piacere riceverne ma si scoprirà che fa ancor più piacere darne.

 

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