A Poschiavo conferenza su “Biomassa: nuove prospettive per un vecchio combustibile”

Sabato, 4 febbraio 2006
alle ore 21 si terrà a Poschiavo il secondo incontro
organizzato dal Centro Studi Energia del Polo Poschiavo.

Dopo Jeremy Rifkin sarà la volta di un altro relatore
d'eccezione, il Prof. A. V. Bridgewater, della Aston
University di Birmingham in Inghilterra, uno dei massimi
esperti europei per quanto riguarda le tecnologie di
valorizzazione della biomassa.

La conferenza avrà per titolo: "Biomassa: nuove
prospettive per un vecchio combustibile"

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Centro Studi sull’Energia del Polo Poschiavo -
Secondo incontro


L’ottobre scorso, con un intervento di Jeremy Rifkin, il
Centro Studi Energia del Polo Poschiavo ha iniziato un
ciclo di incontri per approfondire le opportunità delle
nuove tecnologie energetiche: idrogeno, biomassa,
idroelettrico, quali prospettive?

Il 4 di febbraio il secondo appuntamento con nuovamente
un relatore d’eccezione: il Prof. A. V. Bridgewater,
dell’Aston University di Birmingham in Inghilterra, uno
dei massimi esperti europei per quanto riguarda le
tecnologie di valorizzazione della biomassa. Appare
ormai più che un trend il fatto che nel prossimo futuro
dovremo confrontarci se non con l’immediato tramonto
della società del petrolio certamente alla sua
integrazione con una diversificata ed eterogenea serie
di tecnologie alternative per la produzione energetica.
Questo indurrà anche un profondo ripensamento nella
modalità di produzione, consumo e distribuzione
dell’energia. Lo sviluppo di tecnologie in grado di
promuovere fonti energetiche alternative per valorizzare
elementi di scarto del ciclo produttivo o consentire una
diversa valorizzazione di prodotti agricoli permetterà
anche una diversa percezione del valore dell’energia ma,
soprattutto, del valore dell’autonomia energetica

Il nostro territorio ha un consolidato rapporto con la
produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili
tradizionalmente legata ai grandi impianti
idroelettrici. Essi hanno determinato un forte
coinvolgimento dell’economia locale sia per le imponenti
opere pubbliche legate alla regimazione delle acque e la
realizzazione degli impianti che per la normale gestione
del processo di produzione e distribuzione dell’energia.
Lo scopo del ciclo di incontri organizzato dal CSEPP
(Centro Studi sull’Energia del Polo Poschiavo) in
collaborazione con Rätia Energie è quello di avviare una
riflessione sui possibili scenari che si potranno
delineare nel medio periodo a causa di questi
cambiamenti.

In particolare si affronteranno argomenti di frontiera
rispetto alle nuove tecnologie per la produzione di
energia con particolare attenzione a quelle
dell’idrogeno e delle biomasse. Ma l’obiettivo del ciclo
di seminari è anche quello di delineare lo scenario di
medio termine che aree periferiche come la nostra
dovranno affrontare alla luce di questi cambiamenti nel
modello energetico. Quando e se i costi di installazione
di generatori locali saranno inferiori al costo
economico, sociale ed ambientale del trasporto di
energia, avrà senso mantenere unità produttive in aree
delocalizzate pur legate a fonti rinnovabili?


Dunque sabato, 4 febbraio 2006: 2° incontro BIOMASSA:
NUOVE PROSPETTIVE PER UN VECCHIO COMBUSTIBILE

Scopo dell’incontro è proseguire l’attività di
divulgazione del CSEPP (Centro Studi Energia del Polo
Poschiavo) in merito alle opportunità offerte dalle
nuove tecnologie energetiche.

Polo PoschiavoPagina 2Questo secondo incontro verterà
sulle tecnologie di valorizzazione della biomassa con
particolare

attenzione alle tecniche di pirolisi veloce. Di fatto la
biomassa è la prima forma di sfruttamento dell’energia
solare. È la cattura dell’energia

solare tramite la fotosintesi clorofilliana che porta
alla formazione della biomassa. Stante le molte forme
con cui si presenta la biomassa e le diverse tecnologie
che consentono di recuperare energia da essa tra le
fonti di energia rinnovabile quella legata alla biomassa
è la meno definita. Meno definita nel senso che con un
unico termine si tendono ad indicare molte tecnologie
diverse. Malgrado la biomassa stia conoscendo un
crescente interesse soprattutto nella produzione di
energia termica o in cicli di generazione combinata il
suo impiego è legato principalmente ai processi di
combustione. Questo tipo di combustibile conosce però
alcune limitazioni intrinseche che ne limitano
fortemente la nicchia di applicazione. La densità di
energia che la biomassa è in grado di fornire è di gran
lunga inferiore rispetto ad altre fonti energetiche. La
stessa densità volumetrica del materiale implica
l’utilizzo di grandi volumi con la necessità di
programmare adeguatamente le fasi di approvvigionamento
e di stoccaggio del materiale. Molta attività di ricerca
è svolta sulle tecnologie di trasformazione della
biomassa in solidi (pellets) liquidi (biocarburanti) o
gas; quindi in forme più facilmente utilizzabili in
processi di combustione. Una possibile tecnologia per un
più efficace uso della biomassa è legato all’impiego
delle tecnologie di pirolisi veloce che stanno
conoscendo un crescente interesse legato al costante
progresso tecnologico. La pirolisi è una decomposizione
termica che ha luogo in assenza di ossigeno. Rappresenta
sempre il primo passo dei processi di combustione e di
gassificazione casi nei quali i prodotti di reazione
vanno incontro ad una ossidazione parziale o totale.
Temperature di processo più basse e tempi di permanenza
dei vapori più lunghi portano alla formazione del
carbone (è il normale processo con cui si produce il
carbone di legna), temperature più elevate e maggiori
tempi di residenza aumentano la conversione di biomassa
in forma gassosa e temperature intermedie e brevi tempi
di residenza del vapore rappresentano le condizioni
ideali per la produzione di liquidi.

La pirolisi veloce ha luogo nel giro di pochi secondi o
meno. Di conseguenza non solo la cinetica di reazione ma
anche i processi di trasferimento termico e di massa
così come i processi di trasformazione di fase giocano
un ruolo fondamentale. L’elemento critico è quello di
portare la particella di biomassa che deve andare
incontro alla reazione alla temperatura di processo
ottimale minimizzando l’esposizione alle temperature
intermedie che favoriscono la formazione di carbone. Un
modo per ottenere questo risultato è quello di impiegare
particelle piccole come avviene ad esempio nei reattori
a letto fluido. Nella pirolisi veloce la biomassa si
decompone per generare principalmente vapore, aereosols
ed una certa quantità di carbone. Dopo il raffreddamento
e condensazione si ottiene un liquido bruno e viscoso
che ha una capacità termica pari a circa la metà del
convenzionale olio combustibile. Le caratteristiche
essenziale per i processi di pirolisi veloce per la
produzione di liquidi sono:tassi di riscaldamento molto
veloci all’interfaccia di reazione il ché comporta di
norma una alimentazione di biomassa in forma di cippato
sottile;attento controllo delle condizioni di reazione
con temperature intorno ai 500°C e temperature della
fase vapore nell’intorno dei 400-450°C tempi brevi di
residenza del vapore tipicamente non superiori ai 2
secondi, raffreddamento rapido dei vapori di reazione
per l’ottenimento del bio-oil;

Il prodotto principali in termine di bio-oil rappresenta
di norma circa il 75% in peso della biomassa fornita
assieme a prodotti secondari quali carbone e gas che
sono reimpiegati nel processo per contribuire alle
richieste energetiche del reattore. Questo consente di
non avere produzione significativa di scorie a parte il
gas di flussaggio e la cenere. In generale qualunque
forma di biomassa può essere presa in considerazione per
la pirolisi veloce. Malgrado gran parte del lavoro
sperimentale sia stato svolto sul legno grazie alla sua
consistenza ed ad una maggiore riproducibilità in test
comparativi, in laboratori diversi sono state testate
complessivamente sino ad un centinaio di differenti tipi
di biomassa. cascami agricoli, noccioli di olive, gusci
di nocciole, coltivazioni ad alta velocità di rotazione
(miscanthus, sorgo...), rifiuti della lavorazione del
legno (segatura) o del pellame.

Il liquido (bio-oil) che si ottiene dalla pirolisi
veloce ha il considerevole vantaggio di essere
facilmente stoccabile e trasportabile così come il
potenziale di essere la materia prima da cui estrarre un
gran numero di composti chimici. Da questo punto di
vista esso offre un vantaggio competitivo e dovrebbe
essere considerato complementare agli altri processi di
conversione termica. Benché le tecnologie di pirolisi
veloce per la produzione di combustibile liquido siano
state testate con successo sulla scala di laboratorio ed
un certo numero di reattori pilota stiano attualmente
funzionando o siano in avanzata fase di realizzazione
esse sono ancora relativamente più costose se
confrontate con quelle legate allo sfruttamento degli
idrocarburi fossili. Di conseguenza si trovano ad
affrontare barriere economiche oltre che tecnologiche
nel tentativo di entrare nel mercato dell’energia.Ci
sono specifiche difficoltà che le tecniche di pirolisi
veloce devono affrontare sia collegate agli aspetti
tecnici che alle specifiche applicazioni:il costo del
bio-oil può essere dal 10 al 100% maggiore del
combustibile fossile;Disponibilità: vi è un numero
limitato di strutture per svolgere test e sviluppare

tecnologie; Vi è una mancanza di standard per l’uso e la
distribuzione di bio-oil. Una qualità modesta limita un
più largo impiego; una notevole mole di lavoro è
necesasria per caratterizzare e standardizzare questi
liquidi consentendo lo sviluppo di un più ampio
ventaglio di applicazioni energetiche;Il Bio-oil non è
compatibile con i carburanti convenzionali;La conoscenza
di questi combustibili è assai limitata;È necessario
disporre di dispositivi di manipolazione del
combustibile specifici.

Prof. A. V. Bridgewater Il Professor Bridgwater ha
svolto gran parte della sua vita professionale presso la
Aston University di Birmingham (GB) dove attualmente è
professore di Ingegneria Chimica con specifico interesse
per la bioenergia. Laureatosi nel 1963 all’UMIST, dopo
alcuni anni al centro di ricerca BP a Sunbury on Thames,

entrò alla Aston University. È responsabile di un gruppo
di ricerca internazionalmente noto specializzato nelle
applicazioni

della bioenergia con una gamma di attività a livello
mondiale. Tra questi la gestione del consorzio
britannico Supergen-Biomass e Bioenergy, nucleo
principale del Network di Eccellenza della Comunità
Europea sulla Bioenergia, il coordinamento del network
Thermalnet della Comunità Europea e dei network IEA (International
Energy Agency) sulla pirolisi della biomassa PyNe.


Informazioni:

Sabato, 4 febbraio 2006 • ore 21:00 • Salone de La Tor,
Poschiavo (Svizzera) Prof. A. V. Bridgewater, Aston
University - Birmingham (GB)Biomassa: nuove prospettive
per un vecchio combustibile Conferenza in inglese.
Servizio di traduzione simultanea in italiano.Posti
limitati. Prenotazione consigliata. Ingresso libero.

Prenotazioni: Poschiavo: Ente Turistico Valposchiavo, T
+41 81 8440571, info@valposchiavo.chTirano: Libreria Il
95, T +39 0342 70 25 69Gli incontri del Centro Studi
Energia del Polo Poschiavo sono organizzati in
collaborazione con Rätia Energie (www.REpower.ch) e con
il sostegno del Comune di Poschiavo.

Cassiano Luminati


GdS - 20 I 05 - www.gazzettadisondrio.it

Cassiano Luminati
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