Parco Stelvio. Il nuovo Presidente l'ha capita
Da OSSESSIONE
A RISORSA
I Parchi sono diventati una specie di ossessione - che
potrebbe tramutarsi in risorsa - per le popolazioni locali che
si sono abituate a leggere l'istituzione di un Parco o un suo
ampliamento come una sorta di dichiarazione di guerra. Questo
perché spesso e volentieri Parco ha voluto dire vincoli, in
alcuni casi addirittura provocatori, in altri giusti nella
sostanza ma sbagliati nella forma.
Non c'é Parco che tenga che possa vivere in conflitto con le
popolazioni locali. Il Parco vive e si può sviluppare se marcia
di conserva con chi abita, sempre o stagionalmente, in tali
zone.
La cultura metropolitana é la principale responsabile dei
problemi, e anche dei conflitti perché per lui l'andar nel
Parco é occasione da week-end o al più di qualche giorno di
ferie. Per lui, per fare un esempio abbastanza marginale ma
comunque utile al discorso, salire in un certo posto a piedi,
magari un'oretta di camminata, é, la domenica o d'agosto, un
piacevole diversivo per il quale il divieto di traffico
veicolare é un complemento desiderato. Per l'indigeno che
quella strada la deve fare ogni giorno, o comunque spesso le
cose sono un po' diverse...
Altra coniderazione: alcune zone sono diventate, nei decenni
scorsi, ma anche non molto tempo fa Parco. Se lo sono diventate
é perché meritevoli di diventarlo. Vuol dire allora che le
popolazioni locali non erano fatte di speculatori o di succubi
agli speculatori, ma erano state bene in grado di tutelare
l'ambiente senza bisogno dei mammasantissima venuti da via a
vincolare, a vietare, a proptestare, sport questo diventato
diffusissimo e in modo volgarmente scorretto. Si sarà sentito
infatti in più di un'occasione levarsi alta la denuncia:
"costruiscono in zone vincolate!", evocando fantasmi
di dilapidazione dell'ambiente e cose di questo genere. Già,
perché la gente sentendo che si fa questo o quello "in
zona vincolata" pensa subito al peggio, alla delinquenza e
a chissà cosa ancora.
Balle.
Che una zona sia vincolata non significata che lì non si possa
fare niente. Salvo isolatissime eccezioni (o il
"temporaneo" uno-ter della Galasso) il vincolo in una
zona, che può essere ambientale, monumentale, paesistico,
idrogeologico, fluviale, persino militare, specifico in funzione
di particolari aspetti, significa che chi vuole intervenire lì
deve farlo in modo compatibile e con le autorizzazioni del caso.
La
linea del nuovo Presidente Tomasi
La lunga premessa di cui sopra ci voleva proprio prima di
arrivare al nocciolo, ossia alla linea che il nuovo Presidente
del Parco Nazionale dello Stelvio, Ferruccio Tomasi, uomo non
dell'ambientalismo professionale, dell'accademia universitaria,
dei salotti à la page, ma uomo nato e vissuto in montagna che
sa cos'é la montagna non per sentito dire o per letto sui libri
o per limitati e rari sopralluoghi feriali, ha annunciato nel
suo primo incontro con la stampa, qualche giorno fa.
Dopo avere ribadito questi concetti ha ricordato la
contestazione da certi settori ambientalisti con l'accusa
"di essere amico del Ministro Frattini" (ricolo!!!).
"Discutano invece con me" - ha detto Tommasi -
il programma che mi accingo a realizzare". Di questo Parco
nemico della gente voglio fare giustizia una volta per tutte,
dimostrando di sapere quello che molti, anche soloni, non hanno
ben compreso, e cio° che la prima fauma da tutelare nel Parco
é quella a due gambe e statura eretta. "Senza
permissivismi", sia chiaro. Tanto per fare un esempio lotta
durissima ai bracconieri ai quali un cerbo abbattuto
abusivamente non costerà più i 950 €uro di oggi ma 10.000.
Un
aiuto dagli Enti Locali
Cosa importante, diremmo essenziale, resta il varo del piano del
Parco, persino a stralci, in forme normativamente compatibili,
ove l'avanzamento non risultasse uniforme di qua e di là del
Passo.
Occorre però che gli Enti locali, tutti e all'unisono,
fiancheggino il nuovo Presidente, rispondano alle sue aperture
finalmente attente prioritariamente alle giuste e legittime
esigenza delle popolazioni, anche sostenendolo in momenti
difficili che non mancheranno quando si dovesse presentare la
necessità di rigore e atti conseguenti.
A un Presidente "che l'ha capita" un bel voto per
l'esordio e i voti augurali del caso.
Red
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