NOTE POSITIVE PER LA SANITA' IN PROVINCIA


              
IMMAGINI DI UN FINE ANNO ALL’OSPEDALE

     Dott. C. Fojanini di SONDRIO – REPARTO CHIRURGIA
La nostra società, per
i ritmi convulsi di cui è ormai totalmente permeata, è portata
ad emettere giudizi su tutto e tra gli argomenti in questo
scorcio d’anno sembra essere preferita la sanità. Taluni
emettono giudizi, senza peraltro avere l’esatta percezione di
ciò di cui trattano ed incuranti dei danni che potrebbe causare,
ingenerando dubbi o rilasciando informazioni menzognere su
persone e cose. E’ il mondo dei tuttologi, il mondo di chi,
“dando sulla voce” ad altri, riesce a far passare un messaggio
che è magari diametralmente opposto alla realtà. In queste
riflessioni mi sono trovato calato anch’io per almeno due
fattori: da un lato sono politicamente impegnato con una
posizione ben determinata sulla sanità locale, dall’altro perchè,
trovandomi momentaneamente ospite di una struttura ospedaliera,
ho toccato, seppure in modo del tutto epidermico lo stato dei
fatti: le reali potenzialità, qualità, pregi e difetti di questa
struttura recentemente tanto bistrattata con titoli surreali
(lenzuola portate da casa!). Come detto nel titolo mi limiterò
ad alcune immagini di vario contenuto ed interesse per offrire
la mia impressione sulla struttura ospedaliera e per
tratteggiare l’aspetto che riveste maggior peso, dopo la
professionalità: i rapporti umani tra degente e personale. Non è
con questo che mi voglia sottrarre ad un giudizio sulla
situazione della sanità nella nostra provincia ma ritengo che
sia altrettanto importante sottolineare gli spetti positivi che
spesso, invece non vengono tenuti in debito conto mentre
assurgono a “normalità” piccoli fatti negativi che, purtroppo,
esistono in ogni contesto.
Ricovero

Il primo impatto è senz’altro positivo: si va dall’accoglimento
con redazione di scheda all’assegnazione della camera. Tutto in
tempi rapidi in modo che il neodegente si trova immediatamente
calato nella sua nuova realtà in attesa di essere avvicinato dai
medici per la sequela di formalità e visite che preludono ad un
intervento chirurgico.
Pulizia

Tutto il reparto ha un aspetto curato, ordinato, ovunque si ha
la sensazione di massima pulizia; più tardi avrò modo di
rendermi conto personalmente che si tratta di normalità, non vi
è angolo che non venga spolverato accuratamente: dal letto agli
arredi con un’attenzione “maniacale”. Non esagero sicuramente se
affermo che simili attenzioni non si riscontrano in hotel a
cinque stelle.
Aspetto generale e riflessioni

Tutto su un piano, dal blocco operatorio e post-operatorio alle
camerette di degenza ad uno e due letti. Un solo neo: alcune
camere non sono dotate di servizi interni; certamente la
struttura risente di ristrutturazioni che non hanno potuto
operare sui moduli delle camere. Sul lato est vi sono quattro
camerette singole e, quindi, sino al blocco scale, il reparto
femminile, ad ovest le camerette doppie, le singole, le
post-operatorie, i box ed il blocco operatorio.

Da posizione orizzontale, semi-addormentato, non ritengo di
avere avuto cognizioni tali per trarre indicazioni seppur
minime, sul blocco operatorio, ribadisco quindi che le mie sono
sensazioni epidermiche che si captano senza vedere. Ebbene,
forse la paura, forse chissà cos’altro la mia sensazione su
questa zona è che non sia all’altezza del personale che vi opera
e che, solo l’abnegazione di primario e medici tutti, ben
coadiuvati dal personale paramedico suppliscano in modo egregio
alle “carenze?”. Ripeto forse la mia impressione sul blocco
operatorio e post-operatorio potrebbe essere sbagliata tuttavia
alcune piccole pecche di carattere tecnico, tra l’altro
facilmente risolvibili, sono evidenti e fastidiose
(climatizzazione ecc.). Di fronte al vano scale un lungo
corridoio ai cui lati sono ubicati gli studi di primario, medici
e della solerte e sensibile caposala.

Forse è vero che in certi momenti si è portati a riflessioni di
carattere personale sul proprio “credo” e tante piccole cose
assumono un’importanza che altrimenti non sarebbe rilevata.
Personalmente sono cattolico, raramente sono però portato a
riflessioni su argomenti religiosi, eppure una cosa ha attirato
la mia attenzione: in ogni cameretta è affisso un piccolo
crocefisso, dimensioni adatte ai locali, stile gradevole e, quel
che mi ha colpito è la sua collocazione: all’ingresso di ogni
camera e ad altezza d’uomo. Non più il Cristo che ti protegge
dall’alto ma il Cristo con te, alla tua portata, alla tua
altezza, sofferente tra i sofferenti.
Personale medico e paramedico

Rimasto per alcuni giorni nel reparto post-operatorio ho avuto
modo di apprezzare la dedizione con cui queste persone, dotate
di una preparazione non comune, specialmente nei rapporti
interpersonali con i pazienti svolgono la loro lodevole
attività. Tre nomi su tutti (sono coloro che mi hanno assistito
nelle prime ore dopo l’intervento) : Monica, Cristina e Paolo.
Non me ne vogliano gli altri che accomuno quanto a capacità e
dedizione.

Tutto il personale medico, guidato dal capace primario Dott.
Marcolli, paramedico e generico merita un pubblico encomio per
le grandi capacità nel sopperire ad inevitabili mancanze, che
spesso si verificano in strutture di questo tipo, attraverso
sacrifici personali, il più delle volte non gratificati.
Conclusioni

Le ultime notizie sulla sanità regionale sembrano proiettare
fosche nubi sul futuro della sanità locale, mi auguro sia solo
un problema temporaneo di assestamento e che in seguito si
voglia finalmente dare corso a quelle ristrutturazioni che
dovrebbero assegnare all’Ospedale di Sondrio quella funzione di
asse trainante della sanità in provincia.

Ho quasi esaurito le mie impressioni e mi sorge un dubbio: non è
che abbia vissuto alcuni giorni in un’oasi felice e che questo
non sia la normalità ma un eccezione? Mi auguro di no e ritengo
si possano dire le stesse cose anche di altri reparti di questa
struttura.

Ho detto della dedizione di tutto il personale, dedizione ed
entusiasmo che sembrerebbero supportati da una base di certezza,
di sicurezza per il futuro mentre dai brevi colloqui avuti con
il personale medico traspare un serpeggiante pessimismo sul
futuro. Mi auguro sia infondato e dovuto esclusivamente al
periodo di assestamento che sta subendo la sanità. Sarebbe
davvero un peccato buttare alle ortiche tanta professionalità ed
abnegazione come quella riscontrata nel reparto chirurgia della
struttura ospedaliera di Sondrio.

Concludo con un invito: non parliamo sempre male delle nostre
strutture pubbliche, a volte ve ne sono di veramente funzionali
ed è un peccato buttare tutto alle ortiche.

Flavio Pirondini


GdS 28 XII 03 - www.gazzettadisondrio.it
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Flavio Pirondini
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