“Modelli di gestione dell’energia idroelettrica in ambiente alpino”

Al Convegno del 17 aprile 2004 promosso a Sondrio da ACLI Provinciale sul tema ?Modelli di gestione dell?energia idroelettrica in ambiente alpino? ha destato interesse il

Il gruppo è sorto nel maggio 2002, sullo stimolo fornito
dalla costruzione di un mini impianto idroelettrico in
Valmalenco.

Inizialmente abbiamo studiato l’impianto specifico ma da
subito abbiamo capito che occorreva una visione
generale, una visione almeno provinciale del problema
dello sfruttamento idroelettrico. In effetti il
comunicato che abbiamo prodotto al momento della nascita
contiene elementi tuttora validi e in piccola parte
raggiunti quali “contribuire alla nascita di un
dibattito provinciale sul tema”, riesaminare i minimi
vitali applicati fino ad ora, richiedere una moratoria
delle concessioni fino all’attuazione del piano
provinciale di tutela.

Non mi soffermo sugli altri punti fondanti quali: dare
informazione alla popolazione, controllare i minimi
vitali, studiare e monitorare l’iter documentale delle
concessioni, ecc. : queste cose sono dipese e dipendono
dalle nostre potenzialità di azione ed ognuno di voi può
giudicare se abbiamo operato bene o male.


PROBLEMI APERTI

1) Richieste di costruzione di nuovi impianti.

2) Gestione e controllo degli impianti esistenti


1 - Richieste di costruzione di nuovi impianti


1.1 Piccoli Salti

Diciamo subito che siamo in linea di massima contrari ai
piccoli salti idroelettrici (<=3000 Kw) per i seguenti
motivi:

- non contribuiscono al fabbisogno elettrico nazionale
se non per frazioni percentuali insignificanti;

- la costruzione di questi impianti va ad intaccare in
maniera pesante le piccole valli alpine che, nella
stragrande maggioranza dei casi, sono quei micro -
luoghi in cui l’intervento antropico è assente o molto
limitato;

- la loro costruzione, in virtù della tariffazione da
“certificato verde”, è un’operazione puramente
speculativa ad alto ritorno finanziario.

- il territorio valtellinese è già captato per l’80-90%
da derivazioni idroelettriche.

Abbiamo anche notato che la presenza di impianti
idroelettrici attira la costruzione di strade forestali
e viceversa e abbiamo in più di un caso osservato un
singolare intreccio sinergico di azioni pubblico/private
diretto ad ottenerne la costruzione.

Siamo favorevoli allo sfruttamento idroelettrico degli
acquedotti esistenti in quanto non sottraggono risorse
idriche ai torrenti - in modo diretto – , non consumano
nuovo territorio in quanto utilizzano percorsi già sede
dell’acquedotto e sono un valido sistema di
approvvigionamento finanziario comunale in un momento di
stretta dei proventi statali. Tutto ciò è di semplice
realizzazione e può essere fatto e gestito senza l’aiuto
del capitale privato. Serve solo un salto di mentalità
degli amministratori comunali.


1.2 Grandi derivazioni


Proprio ad inizio di quest’anno abbiamo assistito al
passaggio di competenze dalla Regione alla Provincia per
quanto attiene ai piccoli salti e dallo Stato alla
Regione per le grandi derivazioni. Le richieste di
grandi derivazioni, già bloccate dalla legge 102, si
sono sbloccate contestualmente all’approvazione del PAI
e sappiamo che la Regione sta lavorando alacremente per
smaltire la grande mole di lavoro accumulato.

L’elenco è abbastanza impressionante: 34 richieste
totali di cui 13 nuove realizzazioni; le restanti sono
ampliamenti. Tra le nuove richieste spiccano per
incremento di nuovo territorio captato le derivazioni
dei Roaschi (di nuovo), Masino, Adda, Bianzone, Val
Fontana.

Specificatamente in Valmalenco troviamo: Val Torreggio,
Lanterna e Mallero (nel tratto tra San Giuseppe ed il
Curlo).

Una parentesi sul Mallero:

Abbiamo già sottoposto e riponiamo all’attenzione dei
signori preposti al controllo ed al rilascio delle
concessioni di Provincia e Regione che su uno stesso
tratto di Mallero esistono due domande pressoché
identiche – però di potenza diversa (di 10 e 2,9 Mw ) -
dello stesso concessionario (IMI-FABI srl) che
riguardano due iter d’istruttoria separati.

Ora la regione è in procinto di rilasciare il decreto di
compatibilità ambientale per quello di da 2,9 Mw.
Abbiamo informato tutti gli uffici regionali che su quel
tratto esistono altre derivazioni concorrenti e che non
è possibile rilasciare alcunché in queste condizioni.

Chiediamo che Provincia e Regione si parlino in questo
senso.


E che dire del nuovo ampliamento AEM in alta Valle; come
è stato possibile che AEM per decenni abbia mantenuto
intatti i diritti di concessione di tre torrenti senza
costruire le opere ed utilizzare la captazione ?


Anche per le grandi derivazioni siamo in linea di
massima contrari perché il territorio valtellinese è già
captato per l’80-90% da derivazioni idroelettriche e
vorremmo che almeno il territorio restante rimanga
intatto, dal punto di vista idrologico.


1.3 Il ruolo dei Comuni nella concessione di nuovi
impianti


Noi sosteniamo che il ruolo del comune è di fondamentale
importanza in quanto ha i mezzi per opporsi alla
costruzione di un impianto. Altri dicono di no; ma
perché la Provincia di Sondrio non si fa carico di
sbrogliare questo problema di interpretazione della
legislazione vigente?

Altro ancora: avere la documentazione richiesta può
essere un problema; non è scontato avere collaborazione
nell’accesso agli atti malgrado ci sia una legge che
faciliti questo.

Non abbiamo mai sottovalutato l’insieme dei rapporti che
intercorrono tra il potenziale concessionario e gli
amministratori comunali. Spesso il concessionario è o fa
parte di un gruppo potente, con disponibilità
finanziaria notevole, capace di condizionare in qualche
modo l’amministratore pubblico o di intimorirlo
paventandogli ricorsi o citazioni milionarie per danni
arrecati alla sua impresa.

Spesso non c’è bisogno di condizionare gli
amministratori in quanto essi stessi sono d’accordo con
la costruzione dell’impianto. Altre volte non è così e
abbiamo amministratori che ritengono dannosa la
costruzione dell’impianto e che si oppongono con tutti i
mezzi.

Questi amministratori sono stati lasciati soli dagli
altri “colleghi” e dalla Provincia di Sondrio che non è
stata in grado di creare un momento di aggregazione, di
studio e di tutela degli interessi dei singoli comuni.


1.4 Il ruolo della Provincia nella concessione di nuovi
impianti


La Provincia di Sondrio, al di là delle affermazioni di
circostanza, non è mai entrata nel vivo del problema
idroelettrico., ne dal punto di vista di acquisire fin
dall’inizio la delega regionale per dare essa stessa le
concessioni, né proponendo una moratoria delle
concessioni (L’amministrazione precedente a questa,
l’amministrazione Dioli qualche proposta ai comuni
l’aveva tentata, tra cui anche una moratoria). La
Provincia, fino a poco tempo fa, ha rifiutato la delega
motivandola con il fatto che la legislazione regionale
attuale non tutelava sufficientemente i nostri torrenti.
Fintantoché la Regione non avesse accettato la proposta
provinciale tutto sarebbe rimasto così com’era, ovvero
le concessioni inferiori ai 3000 Kw di potenza sarebbero
restate di pertinenza regionale.

Detto in parole povere: siccome negli ultimi 2 anni le
richieste in scadenza erano molte e “scottavano” si è
lasciato “soprassedere” finché si è potuto. Ci spiace
pensarla così ma è una constatazione fin troppo ovvia.


1.5 La pertinenza dei controlli durante la costruzione
di nuovi impianti


Durante la fase di costruzione degli impianti gli enti
preposti al controllo sono il Comune e Corpo Forestale.

Abbiamo avuto modo di vedere i seguenti casi:

- Posa di una condotta forzata del diametro di 60cm.
facendo scassi e distruzione del territorio per una
larghezza di quasi 20mt.

- Opere di presa costruite all'interno di Siti
d'importanza comunitaria senza che gli amministratori
locali mettessero in atto gli strumenti di difesa messi
a loro disposizione dalla legge.

- Derivazioni che potenzialmente possono far sparire
sorgenti;

- Richieste di sfruttamento con la costruzione di opere
sovradimensionate rispetto alla potenzialità dichiarata;

- Progetti di impianti modificati in corso d’opera
mediante presentazione di tempestive varianti subito
autorizzate dal comune ( modifica dimensioni della
griglia di presa, tubo condotta, linea elettrica di
svariati chilometri non prevista);

- Espropri di terreni effettuati dopo la scadenza dei
termini.

In questo campo lamentiamo la totale assenza di
controlli durante i lavori e soprattutto alla fine degli
stessi senza badare al ripristino ambientale che, nei
casi studiati, è assolutamente insoddisfacente.

Facciamo notare che, in questi casi, il Comune ha
strumenti sufficienti per obbligare il concessionario ad
eseguire quanto prescritto in quanto ha una fideiussione
in corso.


1.5 Trasparenza dell’iter amministrativo e accessibilità
degli atti


Abbiamo chiesto in gennaio 2004 al Presidente della
Provincia, tra le altre cose, che pubblicizzi ogni atto
relativo a tutto l’iter delle concessioni ( richieste,
visite istruttorie, riunioni istruttorie, atti
deliberativi, corrispondenze con comuni e richiedenti,
appuntamenti di interesse pubblico, scadenze varie)
nonché tabelle riassuntive sul modello degli elaborati
prodotti per gli anno 2000 e 2001 a cura del sig.
Songini, con particolare riferimento alle produzioni dei
piccoli salti e che questa documentazione sia
consultabile nel proprio sito internet in apposito
spazio.

Non abbiamo avuto nessuna risposta.

A nostro avviso dare tutte le informazioni rafforza la
democrazia e rafforza lo stato di diritto.


2 – Gestione e controllo degli impianti esistenti


2.1 Premessa fondamentale


E’ utile focalizzare alcuni aspetti legislativi e
obblighi a cui deve attenersi il concessionario. Non è
velleitario ribadire che i titolari di concessione
idroelettrica non sono proprietari del bene acqua ma,
appunto, lo utilizzano in concessione e quindi hanno
l’obbligo di osservare le leggi di questo Stato e le
disposizioni che loro stessi hanno accettato
controfirmando il disciplinare di concessione. Inoltre
hanno l’obbligo di denunciare le acque derivate e hanno
l’obbligo di installare rilevatori di portata scaricata.


La legge vigente punisce sia civilmente che penalmente
(possibile prevedere anche il furto d’acqua) i casi
accertati - cioè appurati in contraddittorio con altri:
es. C. Forestale, Ups - in cui il concessionario non
abbia ottemperato al rilascio dei Minimi Vitali
ostruendo il canale apposito, abbia dimostrato imperizia
nella manutenzione degli organi di presa, abbia alterato
gli organi di presa senza comunicazione ecc. ecc. La
legislazione prevede anche, in casi accertati di
ricorsività delle azioni dolose, il ritiro della
concessione.

Chi affronta lo studio delle concessioni idroelettriche
si addentra in una giungla legislativa in cui è
difficile districarsi.

L’intreccio del tema acque coinvolge leggi specifiche
(es. rd 1775 del 1933 e suo regolamento attuativo) e
leggi a tema generale (es. n.183 sulla difesa dei suoli,
n. 102 “legge Valtellina”, leggi sui Siti di Interesse
Comunitario). In linea generale possiamo dire che la
legislazione specifica in materia si è nettamente
evoluta, specialmente per quanto riguarda quella
regionale, e la tendenza, se guardiamo le delibere della
Autorità di Bacino, fanno ben sperare per il futuro – SE
APPLICATE - .

Qual è il problema?

I controlli sugli impianti funzionanti sono inesistenti
ed i pochi che si attuano sono inefficaci. Questo è il
vero problema e qui sta il vero arretramento tra la
nostra Provincia ed altre Province a noi vicine.

-°-

Abbiamo avuto modo di vedere i seguenti casi:

- Minimi vitali occlusi;

- Sfioratori di massima portata alterati (innalzati con
delle assi di legno);

Abbiamo potuto toccare con mano l’assenza di controlli
in questo campo e la totale libertà di azione dei
produttori idroelettrici.

Questo è quello che abbiamo potuto studiare, vedere e
monitorare.

-°-

Diamo atto che in questi ultimi mesi alcune novità
importanti sono arrivate: ci riferiamo al protocollo
d’intesa tra Provincia e UPS in merito all’incarico di
eseguire i controlli sui piccoli impianti idroelettrici
in esercizio.

Auspichiamo un’ analoga azione da parte della Regione
nei riguardi delle grandi derivazioni.

Poi si dovrà risolvere il problema di come istruire
questi controllori – problema non indifferente-.

Ci è capitato spesso di inoltrare lettere di
segnalazione all' ex Genio Civile, e anche la Provincia
di Sondrio ne è al corrente, per mancato rispetto dei
minimi vitali o per esercizio non corretto di una
derivazione (le ultime sono di pochi giorni fa). Ma cosa
succede dopo?

Nulla o quasi – fino a pochi giorni fa – ora alcuni
segnali ci fanno capire che qualche piccola novità
esiste. Aspettiamo fiduciosi.

Sebbene esista l’obbligo di legge di installare i
misuratori di portata, in pratica i misuratori non
esistono. Come si fa ad esercitare il controllo?

La grande maggioranza degli impianti esistenti sono
telecontrollati, cioè comandati a distanza e/o
automatici; per fare questa operazione occorre che tutte
le informazioni (livello, potenza, ecc) siano
teletrasmesse al posto di teleconduzione.

Rilanciamo in questa sede una proposta operativa che può
sembrare provocatoria ma in realtà, se ci pensate bene
non lo è affatto:

Perché non si pretende che le misure arrivino anche in
una sala apposita nei locali della Provincia di Sondrio?

In merito alla gestione e all’esercizio dell’impianti
idroelettrici ci piacerebbe che qualcuno rispondesse ad
alcune nostre domande:

- Come fa un impianto ancora non collaudato a produrre
energia e metterla in vendita?

- Perché un impianto può essere costruito con una
potenza installata molto superiore rispetto alla potenza
massima di concessione, ben al di la della ragionevole
comprensione ?

- Perché un impianto produce di più della media
stabilita in disciplinare?

- Le competenze autorizzative: Regione, Autorità di
Bacino, Provincia, Comunità Montana, Comuni, il
Concessionario stesso. E’ difficile districarsi tra
pareri, conferenze di servizi, svincoli di piano
regolatore, pubblicazioni, avvisi, visite ecc. ecc.

In mezzo a tutto questo stato cose il cittadino che
potere di intervento ha?

- Il suo comune come pubblicizza questi atti?


Riconosciamo alla Provincia di aver prodotto dati e
studi sul problema idroelettrico e di averli messi a
disposizione. Però dissentiamo sulle conclusioni.

La Provincia sostiene che i produttori idroelettrici
utilizzano più acqua di quella concessa quindi ritiene
che i produttori debbano pagare più canoni e
sovraccanoni. Noi diciamo che invece i produttori devono
scaricare più acqua nei torrenti.

Qualcuno ci potrebbe dire che non è possibile dire
sempre di no e che bisogna fare delle proposte in
positivo per alleviare in nostro deficit energetico:

Certamente; per esempio:

Nel campo strettamente idroelettrico:

a) Utilizzo degli acquedotti comunali per la produzione
idroelettrica: è certamente un’ottima idea che
eviterebbe spreco di ulteriore territorio e porterebbe
un po’ di soldi nelle povere casse comunali;

Nel campo energetico in generale:

a) Promozione ed incentivazione dell’utilizzo di energie
alternative quali il solare termico combinato allo
sfruttamento del legname proveniente dalla pulizia dei
boschi per produrre acqua calda e/o energia elettrica;

b) Risparmio energetico come pratica comune da
incentivare non solo a parole.


L’INIZIATIVA IN CORSO

Abbiamo aderito alla petizione popolare assieme a CGIL,
CISL, UIL, Unione Pesca Sportiva, Legambiente, WWF ed
agli altri comitati popolari per una moratoria delle
concessioni idroelettriche ed una ridiscussione delle
concessioni esistenti perché questo è nelle nostre
finalità e perché ciò potrà contribuire ad un dibattito
allargato tra le forze sociali, istituzionali e
politiche.


Tutti noi vediamo ogni giorno lo stato di agonia del
fiume Adda e di parecchi torrenti secondari a causa del
prelievo idroelettrico; tuttavia siamo convinti che sia
possibile trovare un accordo che accontenti ambiente -
cittadino e produttori idroelettrici, salvaguardando
l’uso plurimo del bene acqua in tutti i suoi molteplici
aspetti.


Ribadiamo che la nostra azione ben si discosta
dall’essere dei “Robin Hood” in difesa delle acque, che
attaccano i cattivi concessionari perché vogliono
vederli soccombere, e non vuole neanche sostituirsi alle
azioni di controllo deputate agli organi istituzionali.
Il G.V. vuole pubblicamente evidenziare una situazione
di carenza che non è legislativa (strano ma vero) ma di
controllo del territorio da parte degli organi
competenti.



Ed infine ci facciamo un augurio:


Auguriamoci che tutta la comunità valtellinese, e per
primi gli amministratori locali, comprenda l’importanza
del ruolo di gestore e controllore che, nell’ambito
delle leggi vigenti, le compete. Attrezziamoci al più
presto con una serie di strumenti e controlli affinché
non si lasci spazio di manovra ai produttori che
volessero fare cose non concesse.

Concludo con un invito ad una seria riflessione sul
nostro futuro affinché si giunga a comprendere quale
ruolo assegnare al nostro territorio: ambiente da
consumare a fini produttivi e/o speculativi (piccoli
salti, cave, piste forestali per seconde case, opere di
viabilità di fondovalle, “divertimentifici vari”) o
ambiente da tutelare in quanto valore comune e primario
in sé ma anche, e non da meno, patrimonio fondamentale
per lo sviluppo di un turismo responsabile.

A noi la scelta.

Allegato 1

COMUNICATO STAMPA DI NASCITA DEL GRUPPO


Si è costituito a Chiesa Valmalenco il Gruppo
Valmalenco.

Il gruppo si propone di :


Studiare e monitorare le domande di concessione
Idroelettrica in Valmalenco, dalla domanda al collaudo
ed al controllo delle produzioni.


Informare l'opinione pubblica dei paesi interessati dei
risultati di questa indagine in particolar modo in
riferimento ad un uso plurimo dell'acqua (idropotabile,
irriguo, ambientale, energetico), in secondo luogo in
riferimento ad eventuali comportamenti irregolari o
fuori legge tenuti dai produttori concessionari.


Controllare, per quanto riguarda gli impianti in
costruzione, che l'iter burocratico - amministrativo
adottato dagli enti pubblici sia corretto, che il
concessionario esegua le eventuali prescrizioni imposte
dall'ente pubblico e che l'ente pubblico metta in atto
reali controlli.


Verificare che i rilasci minimi vitali prescritti dagli
enti pubblici (Genio Civile) siano congrui.


Premere presso gli enti pubblici (Genio Civile, Regione
Lombardia, Provincia), ove ci sia un caso concreto e
documentabile, affinché si arrivi ad un eventuale
riesame dei rilasci minimi vitali.


Il Gruppo Valmalenco considera amico il Comune
interessato dalla derivazione idroelettrica ed intende
collaborare con esso al fine di intraprendere iniziative
comuni.


Il Gruppo Valmalenco pertanto non chiede la chiusura
degli impianti idroelettrici in costruzione bensì
auspica uno sviluppo di tali impianti compatibile con le
attività umane e ambientali nel rispetto totale delle
leggi.


Pertanto il Gruppo Valmalenco vuole contribuire alla
nascita di un serio dibattito (forze sociali, politiche
, associazioni, sindacati) sulle derivazioni
idroelettriche che pervenga alla richiesta di una
moratoria alla Regione Lombardia delle concessioni
idroelettriche anche dette "piccoli salti".


Il Gruppo Valmalenco invita chiunque fosse interessato a
partecipare ed aderire, sia in veste di ascoltatore o di
promotore, a contattare le persone sottoindicate.


Daniela Mascheroni tel. 0342 451694 email: danymasc_@libero.it

Ornella Pellegatta tel. 0342 453573 email: orpelle@libero.it

Rabbiosi Franco tel. 0342 214386 email: frabbios@inwind.it

Allegato 2
Situazione delle concessioni in Valmalenco (mappa
sintetica)
Impianti in funzione Richieste di Concessione

Chiareggio Mallero I Pirola

Foraschetto I Mallero II Largone

Foraschetto II Sondrio Torreggio

Foraschetto III Cotoni di Sondrio Giumellino Sorgente


Entovasco Mallero (S. Giuseppe-Chiesa)

Giumellino Mallero (S. Giuseppe)

Campo Francia

Valbrutta Richieste non concesse

Lanzada Ausiliaria Secchione (Chiesa)

Campo Moro Lanterna (Tornadri)

Lanzada

Produzione complessiva della Valmalenco: da 800.000.000
a 1.000.000.000 di Kwh

Allegato 3

Nuove richieste di concessione in Provincia di Sondrio
al 22 MAR 2004-04-17

(Da elenco richiesto a Regione Lombardia)
Franco Rabbiosi
(x)


(x) de "Il
Gruppo Valmalenco"



GdS 30 IV 04 - www.gazzettadisondrio.it

Franco Rabbiosi (x)
Dalla provincia