L'ACQUA. DOVE MANCA E DOVE C'E?. E UNA CURIOSITA?: IN VALTELLINA IN TANTI BEVONO L'ACQUA DI VENEZIA!
L'ACQUA.
DOVE MANCA E DOVE C'E?
Il vertice
mondiale in Sudafrica sullo sviluppo compatibile ha sul tavolo
grossi problemi. Il problema dei problemi resta però l'acqua.
Leggiamo di Paesi dove ogni abitanti ha a disposizione 5 litri
d'acqua al giorno, contro i 500 degli Stati Uniti e di alcuni
Paesi occidentali. Sentiamo previsioni, più o meno legate al
buco dell'ozono, che parlano di prospettive di carenze
pronunciate in certe zone (perfino da noi, nel Sud) e di
accentuazione dei fenomeni metereologici, con alluvioni e
uragani, in altre zone (perfino da noi, nel Nord).
Stiamo però in casa nostra, in Italia, dove si registra in parte
cospicua carenza di risorse idriche, carenze di infrastrutture,
sprechi nelle reti di distribuzione, sprechi nei consumi.
La storia, che dovrebbe essere "magistra vitae", non insegna
niente, anzi ben pochi la conoscono. E allora merita che ci
occupiamo di un caso esemplare di lungimiranza e visione
strategica. Non in Germania o in altri Paesi occidentali. No, in
Italia: l'Acquedotto Pugliese.
PRIMATO EUROPEO, TERZO
POSTO MONDIALE
Quando periodicamente, in occasione di siccità prolungate, le
prime pagine si riempiono di titoloni e di interviste nelle
quali l'Autorità di turno comunica finanziamenti e annuncia
interventi e opere pubbliche adeguate.
E' successo anche quest'estate.
Quasi nessuno sa però che l'Italia ha un primato europeo e il
terzo posto al mondo in fatto di acquedotti con quella grandiosa
realizzazione che é l'Acquedotto Pugliese, ora società per
azioni con bilancio a posto.
Sono 429 i centri abitati serviti (317 in Puglia, 97 in
Basilicata e 15 in Campania), con quasi 900.000 utenze per una
popolazione complessiva di oltre 4 milioni e 600.000 abitanti
per i quali scorre una portata incredibile, di ben 20550 litri
al secondo che assicura una disponibilità per abitante di 312
litri giornalieri. Quasi 600 milioni di mc immessi in rete -
quasi 20.000 Km il suo sviluppo - in un anno, oltre 300 milioni
dei quali potabilizzati.
Da notare che l'energia elettrica consumata, oltre 600 milioni
di kWh, si avvicina a quella che consumiamo in un anno in
provincia di Sondrio.
Infine da sottolineare come la gestione si occupi inoltre dei
156 impianti di depurazione e degli oltre 7.000 Km di fognature
con quasi 600.000 utenze.
STORIA INCREDIBILE
Se pochi conoscono quanto abbiamo prima illustrato quasi nessuno
sa che l'avvio di un'opera così colossale risale addirittura al
1896 quando con un Decreto venne nominata una Commissione per
studiare il problema. Nel 1903 viene bandita una gara
internazionale per dare acqua alle Puglie, gara cui partecipano
5 imprese italiane e 5 estere. Il 24 aprile 1915 l'acqua arriva
a Bari e, subito dopo, ad altri 27 Comuni. Nel 1918 a Brindisi,
nel 1926 a Foggia. Nel 1939 inaugurazione a Santa Maria di Leuca,
terminale dell'acquedotto. Sarà l'unica volta che nell'alveo
artificiale, in zona boscata e dall'altura su cui sorgono il
Santuario e l'alto faro, scorrerà l'acqua sino al mare, uscendo
da un'ampia grotta nei pressi del molo del porto.
Si va avanti. Nel 1942, nonostante la guerra, si decide
l'ulteriore estensione alla Lucania e nel 1947 all'alra Irpinia.
Via via si attivano nuovi impianti, ultimo l'acquedotto del
Locone nel 1998:
ora l'acqua
arriva anche in parte della Calabria e del Molise.
Le tariffe per uso domestico sono previste per scaglioni, con lo
stesso schema introdotto a Sondrio un quarto di secolo fa:
Agevolazione sino a 73 mc/anno (£. 812 al mc.) e poi per le
eccedeze £. 966, 1690, 2607, 3233 rispettivamente per gli
scaglioni da 73 a 110 mc., da 119 a 146, da 146 a 256 e oltre i
256.
Una storia incredibile pensando a quello che succede oggi.
Abbiamo letto e visto in TV di invasi finiti ma senza
utilizzazione perché la diga non ha ancora avuto il collaudo
oppure perché manca qualche tratto di tubazione. Di polemiche di
vario tipo e di Comitati che ostacolano la realizzazione di
opere. Di tante altre amenità - si fa per dire - del genere. Ma
abbiamo anche scoperto altre cose. Per esempio qualche anno fa
abbiamo scoperto, con la maggiore acutezza delle analisi, che
tanti acquedotti lombardi erano inquinati da atrazina,
apprendendo nel contempo che in quei Comuni l'acqua, estratta
dai pozzi, aveva tariffe ridicolmente basse.
E abbiamo i provvedimenti legislativi inattuati.
LEGGI COME GRIDA MANZONIANE
E' del 1967 il Piano Regolatore Generale degli acquedotti
d'Italia, decisione saggia visto che ogni anno occorrono 8
miliardi di metri cubi di acqua per gli acquedotti (14 per gli
usi industriali e 30 per l'irrigazione) Parliamo di 35 anni fa, ma l'attuazione, come si suol
dire, é stata all'italiana. U
Qualche anno fa la cosiddetta Legge Galli, sinora in avvio di
attuazione in soli due o tre bacini (gli "ATO", ambito ottimale
per la gestione integrata delle acque che per noi coincide con
la provincia).
Alcuni mesi fa era stata avviata la procedura da parte della
Provincia con la costituzione di una specie di direttivo. Si
dovevano poi fare gli altri passi, ma la questione si é arenata
per l'opposizione di molti Sindaci che temono un rialzo,
inevitabile, di grande rilievo delle tariffe, si dice anche un
triplicamento.
Li possiamo capire. E allora? Non si applica una legge dello
Stato?
GRADUALITA'. SONDRIO PUO'
ASPETTARE
Nell'ATO, e quindi nella provincia di Sondrio, tutte le attività
connesse all'acqua - acqua potabile, pozzi, fognatura,
depurazione, usi ulteriori - dovrebbero essere demandati ad un
gestore unico, scelto con gara, addirittura europea, che dovrà
non solo gestire ma anche effettuare tutti gli investimenti
necessari, avendo come unico introito quello tariffario.
Una soluzione dunque che non piace ai Sindaci perché posto che
si verifichi in breve tempo quel che sostengono alcuni
favorevoli all'ATO, vale a dire un miglioramento della qualità
dei servizi, questo miglioramento rischia di non essere
avvertito dai cittadini che però il linguaggio della bolletta lo
capiscono benissimo! Oggi infatti non c'é nessun posto con i
rubinetti asciutti. L'acqua c'é e in genere abbondante. Non ci
sono grossi problemi per le fognature e, in ogni caso, i
cittadini non lamentano inconvenienti. La depurazione, carente
sino a qualche anno fa, si é estesa e anche dove gli impianti
non ci sono ci pensano le portate in alveo e la pendenza con
relativi salti fonte di forte ossigenazione, a depurare se non
totalmente quantomeno in limiti accettabili. Per fare un esempio
prima dell'entrata in funzione oltre 20 anni fa del depuratore,
di reflui civili e acque chimiche, di Sondrio in Adda a un paio
di Km a valle, e forse meno, le analisi rivelavano una avvenuta
completa depurazione.
Una situazione ben diversa dalle zone ove manca persino l'acqua
potabile, erogata a giorni alterni, per poche ore e in quantità
minime, oppure dove - pianura padana ad esempio - é presente il
fenomeno dell'inquinamento chimico delle falde.
Situazioni molto diversificate vorrebbero soluzioni
diversificate e graduate nel tempo.
LA CURIOSITA': QUI SI BEVE ACQUA
DI VENEZIA!
Gli italiani risultano al vertice dei consumi di acqua minerale
con un consumo medio annuo per abitante superiore ai 150 litri,
con una spesa che, come ordine di grandezza, potrebbe essere
stimata intorno alle 50.000 vecchie lire. Per chi ne beve un
litro al giorno la spesa annuale si può aggirare sulle 100.000
lire, se sceglie l'acqua minerale, o intorno alle 500 lire se
invece utilizza il rubinetto di casa.
Fa oggettivamente specie l'espansione dei consumi che vi é stata
anche in Valtellina dove l'acqua del rubinetto arriva - potremmo
citare le situazioni - direttamente da quote anche superiori ai
2000 metri. E non é che si beva solo la Levissima di Valdisotto
o Frisia e Bernina di Piuro, acque "DOC" di alta montagna. C'é
tanta gente che preferisce invece l'acqua della provincia di
Venezia. La "San Benedetto" infatti é prodotta a Scorzé, in
provincia di Venezia, quota sul mare ben metri sedici, fertile
pianura padana. Per meglio localizzare la situazione ricorderemo
che lì passa un fiume di 52 Km, il Dese, che nasce una ventina
di Km almeno più a monte a una quota significativa: 44 metri sul
livello del mare. (Per la verità la San Benedetto si
caratterizza per un'altra particolarità: se, magari con l'aiuto
di una lente visto il carattere minuscolo, si leggono le
etichette su alcune bibite di tale società, si vedrà che di
succo di arancia ce n'é il 6 per cento, quando in genere bibite
consimili di altre marche sono da tempo attestate sul 12&...).
Tant'é, de gustibus... Noi per la verità abbiamo un'ammirazione
sconfinata per Venezia, un unicum mondiale, per la sua storia,
per i suoi ordinamenti, per tante altre cose. Non riusciamo a
pensare nello stesso modo per le acque della sua provincia.
Evidentemente però per alcuni l'acqua della provincia di Venezia
deve avere attrattive particolari, virtù nascoste vista la
quantità di bottiglie che si trovano nei supermercati!
Questione marginale certo rispetto ai temi del presente articolo
ma una curiosità che meritava di essere raccontata.
Gds - 28 VIII 2002 -
www.gazzettadisondrio.it