INdagine di Cittadinanzattiva sui costi del Servizio Idrico Integrato in Italia: quando anche la dolce è “salata”

di Mariano Votta

IN LOMBARDIA
In Lombardia, a parità di consumo, la bolletta può
variare anche di 72 €, a seconda se si risiede a Milano
piuttosto che a Brescia. In particolare, una famiglia di
tre persone che consuma 192 m3 annui spende a Brescia
oltre il 55% in più rispetto a Milano e Lecco, il 36% in
più rispetto a Lodi, dal 22 al 26% in più rispetto a
Varese, Pavia, Bergamo e Sondrio, l’11% in più rispetto
a Mantova e il 3-4% in più rispetto a Cremona e Como.

Brescia presenta un costo annuale di 187 €, superiore
del 21% rispetto alla media regionale (154 € annui).
Sopra la media si attestano anche Como (181 € annuali),
Cremona (180 €), Mantova (168 €) e Sondrio (157 €),
mentre le altre città lombarde ne sono al di sotto: a
Bergamo la spesa annua ammonta a 154 €, a Pavia a 150 €,
a Varese a149 €, a Lodi a 138 €, a Lecco a 119 € e
infine a Milano a 115 €. Relativamente alle città di
Milano e Lecco va evidenziato che sono entrambe tra i 10
capoluoghi di provincia italiani in cui si spende meno
per il servizio idrico.

A livello nazionale, le tariffe sono mediamente più care
al Sud, e in una provincia il servizio idrico integrato
può avere costi anche tre volte superiori rispetto ad
un’altra provincia, e più che doppi tra province
nell’ambito di una stessa regione.

Sul sito www.cittadinanzattiva.it la comparazione
completa a carattere regionale.

Nello studio realizzato dall’Osservatorio prezzi &
tariffe di Cittadinanzattiva, l’analisi a carattere
nazionale del Servizio Idrico Integrato (acquedotto,
fognatura, depurazione più quota fissa, ove presente) in
termini di costo sopportato da una famiglia di tre
persone che consuma all’anno 192 metri cubi di acqua, in
linea con quanto calcolato dal Comitato di vigilanza
sull’uso delle risorse idriche nell’ultima relazione al
Parlamento.

L’indagine ha preso ad oggetto le tariffe del servizio
idrico ad uso domestico applicate nel 2004 in tutti i
capoluoghi di provincia delle venti regioni italiane, ed
è stata realizzata da settembre 2004 a marzo 2005 da
rilevatori civici di Cittadinanzattiva. I dati sono
stati reperiti (e confermati) direttamente dagli Ato o
dai gestori del servizio idrico nelle città interessate
alla rilevazione, e tutti i costi sono stati considerati
comprensivi di Iva al 10% (eccetto la Puglia che applica
un’Iva al 20%).

LE VOCI:
Città Depurazione costo annuo - Fognatura costo annuo - 
Acquedotto costo annuo - Quota fissa costo annuo - Altre
voci
Costo annuo- Costo complessivo annuo


Milano 54,52 € 26,71 € 21,31 € 5,11 € 7,27 € 114,92 €

Lecco 62,72 € 21,32 € 29,31 € 6,00 € 0,00 € 119,35 €

Lodi 59,36 € 20,27 € 40,30 € 11,21 € 6,85 € 137,99 €

Varese 61,83 € 22,00 € 61,83 € 3,07 € 0,00 € 148,73 €

Bergamo 58,89 € 20,26 € 69,73 € 4,95 € 0,00 € 153,83 €

Sondrio 63,15 € 24,29 € 53,46 € 15,85 € 0,00 € 156,75 €

Pavia 58,66 € 22,74 € 64,80 € 3,88 € 0,00 € 150,08 €

Mantova 58,53 € 20,00 € 77,23 € 7,71 € 4,80 € 168,27 €

Cremona 73,86 € 27,23 € 70,49 € 8,71 € 0,00 € 180,30 €

Como 55,46 € 19,33 € 92,28 € 10,33 € 3,74 € 181,14 €

Brescia 61,69 € 24,43 € 85,67 € 7,13 € 8,35 € 187,27 €

Media regionale 60,79 € 22,60 € 60,58 € 7,63 € 3,10 €
154,42 €


Fonte: elaborazione Osservatorio prezzi&tariffe di
Cittadinanzattiva 2005 su dati 2004 di Asm Pavia Spa,
Asmea Brescia, Asm Sondrio, Tea Spa Mantova,
Metropolitana Milanese Spa, Sii Spa Bergamo, Astem Spa
Lodi, Aem Spa Cremona, Acel Spa Lecco, Aspem Varese,
Acsm Spa Como.


Caro acqua: marcate disparità di costo dell’acqua
all’interno di una stessa regione, una babele di
balzelli e canoni ad appesantire le tasche dei
consumatori (quota fissa; quota variabile cui
corrispondono tariffa base, tariffa agevolate e tariffa
eccedenza; Iva al 10%; deposito cauzionale; canoni di
depurazione e fognatura variabili in base a consumo e
destinazione d’uso dell’acqua, etc.); scaglioni di
consumo dell’acqua calcolati su base annuale (71% dei
casi) piuttosto che mensile (13%), giornaliera (7%),
trimestrale (6%), quadrimestrale (2%) o semestrale (1%).
Approvati solo 61 Piano d’ambito negli 87 ATO insediati
(sui 91 previsti). Il tutto a fronte di un incremento
tariffario, dell’acqua potabile, del 16% da gennaio 2000
ad oggi, secondo dati Istat.


Questo il poco edificante quadro del settore idrico
italiano a 10 anni dalla riforma del settore (legge
Galli 36/94).

“La giungla di voci e tariffe che emerge dall’indagine
di Cittadinanzattiva” commenta il vice segretario
Giustino Trincia “è una grave denuncia della mancanza di
comprensibilità e di trasparenza che caratterizza il
settore idrico italiano, che andrebbe completamente
ripensato dal punto di vista del cittadino consumatore.
Al ritardo accumulato per decenni, in nome della difesa
di poltrone di migliaia di enti inutili nel Paese, con
la conseguenza di un servizio idrico in molte parti a
pezzi e con forti sprechi di acqua, si unisce la beffa
di tariffe e bollette di consumo incomprensibili per il
99,99% dei cittadini”.

In Lombardia, la voce che mediamente incide di più sulla
bolletta è quella relativa alla depurazione (40%),
seguita dall’acquedotto (38%), dal canone di fognatura
(15%) e dalla quota fissa annuale (5%). Rispetto alla
voce acquedotto è da evidenziare che Milano presenta,
non solo a livello regionale ma anche a livello
nazionale, il costo più basso (21.31 €).

Una famiglia tipo che consuma 192 m3 annu di acqua
sopporta un costo dell’acqua di 0.31 €/m3, con un minimo
di 0.11 €/m3 a Milano e un massimo di 0.48 €/m3 a Como.
Il servizio di depurazione si paga invece in media 0.32
€/m3, con un minimo di 0.28 €/m3 a Milano e un massimo
di 0.38 €/m3 a Cremona. Il servizio di fognatura costa
in media 0.12 €/m3, con un minimo di 0.10 €/m3 a Mantova
e Como ed un massimo di 0.14 €/m3 a Milano e Cremona.
Infine, per la quota fissa annuale si pagano mediamente
circa 8 €, con un minimo di 3,07 € a Varese e un massimo
di 15.85 € a Sondrio.

ALTRE VOCI:b
Città - Depurazione € al m3 - Fognatura € al m3 - Acquedotto €
al m3 - Quota fissa annua


Milano € 0,28 € 0,14 € 0,11 € 5,11

Lecco € 0,33 € 0,11 € 0,15 € 6,00

Lodi € 0,31 € 0,11 € 0,21 € 11,21

Varese € 0,32 € 0,11 € 0,32 € 3,07

Bergamo € 0,31 € 0,11 € 0,36 € 4,95

Sondrio € 0,33 € 0,13 € 0,28 € 15,85

Pavia € 0,31 € 0,12 € 0,34 € 3,88

Mantova € 0,30 € 0,10 € 0,40 € 7,71

Cremona € 0,38 € 0,14 € 0,37 € 8,71

Como € 0,29 € 0,10 € 0,48 € 10,33

Brescia € 0,32 € 0,13 € 0,45 € 7,13

Media regionale € 0,32 € 0,12 € 0,31 € 7,63


Fonte: elaborazione Osservatorio prezzi&tariffe di
Cittadinanzattiva 2005 su dati 2004 di Asm Pavia Spa,
Asmea Brescia, Asm Sondrio, Tea Spa Mantova,
Metropolitana Milanese Spa, Sii Spa Bergamo, Astem Spa
Lodi, Aem Spa Cremona, Acel Spa Lecco, Aspem Varese,
Acsm Spa Como.

IN 
ITALIA


Marcate disparità di costo dell’acqua tra province di
una stessa Regione, una babele di balzelli e canoni ad
alleggerire le tasche dei consumatori (quota fissa;
quota variabile cui corrispondono tariffa base, tariffa
agevolate e tariffa eccedenza; Iva al 10%; deposito
cauzionale; canoni di depurazione e fognatura variabili
in base a consumo e destinazione d’uso dell’acqua,
etc.); scaglioni di consumo dell’acqua calcolati su base
annuale (71% dei casi) piuttosto che mensile (13%),
giornaliera (7%), trimestrale (6%), quadrimestrale (2%)
o semestrale (1%). Approvati solo 61 Piani d’ambito
negli 87 ATO insediati (sui 91 previsti). Il tutto a
fronte di un incremento tariffario, dell’acqua potabile,
del 16% da gennaio 2000 ad oggi, secondo dati Istat.

Questo il poco edificante quadro del settore idrico
italiano a 10 anni dalla riforma del settore (legge
Galli 36/94).

Caro acqua: In una provincia, il servizio idrico
integrato può avere costi anche tre volte superiori
rispetto ad un’altra provincia, e più che doppi tra
province nell’ambito di una stessa regione. Ad esempio,
in Puglia una famiglia di tre persone spende 330,89 €,
il triplo di quanto spenderebbe a Cuneo o Milano, le
città più economiche nel costo del servizio idrico con,
rispettivamente, una spesa di 110,37 € e 114,92 €. E
ancora, in Toscana a Massa la spesa, pari a 116,21 €, è
meno della metà rispetto a quanto si spende ad Arezzo
(314,93 €) e Livorno (308,79 €), le città più care
d’Italia dopo i capoluoghi pugliesi, unificati nell’Ato
Puglia da una spesa di 330,89 €. Ulteriori esempi si
possono fare in Emilia Romagna (dove a Reggio Emilia si
spende 166 € in più rispetto a Piacenza), piuttosto che
in Piemonte (dove tra Asti e Cuneo intercorre una
differenza di 155 €) o in Veneto (dove tra Rovigo e
Venezia la differenza è di 154 €).

Nello studio realizzato dall’Osservatorio prezzi &
tariffe di Cittadinanzattiva, l’analisi a carattere
nazionale del Servizio Idrico Integrato (acquedotto,
fognatura, depurazione più quota fissa, ove presente) in
termini di costo sopportato da una famiglia di tre
persone che consuma all’anno 192 metri cubi di acqua, in
linea con quanto calcolato dal Comitato di vigilanza
sull’uso delle risorse idriche nell’ultima relazione al
Parlamento.

“Il servizio idrico in Italia va completamente ripensato
dal punto di vista del cittadino consumatore” commenta
il vicesegretario Giustino Trincia. “I dati della nostra
indagine, infatti, segnalano due questioni: la giungla
di voci di spesa e di tariffe, e le profonde differenze
tra zone e zone del Paese, su cui c'è ancora
disattenzione o sottavalutazione, mentre esse sono
centrali per i cittadini consumatori. Al ritardo
accumulato per decenni, in nome della difesa delle
poltrone di migliaia di enti inutili, con la conseguenza
di un servizio idrico in molte parti a pezzi, con forti
sprechi di acqua, si unisce la beffa di tariffe e di
bollette di consumo incomprensibili per il 99,99% dei
cittadini”.

Tariffe mediamente più care al Sud: a fronte di una
media nazionale di 195,55 €, delle sei regioni dove più
salato è il costo del Servizio Idrico Integrato, tre
sono del Sud: Basilicata (con un consumo medio di 210,02
€), Sicilia (223,96 €) e Puglia (330,89). Il Molise è la
regione che presenta una spesa più contenuta (“solo”
138,78 €), seguita da Valle d’Aosta (144,45 €) e Friuli
Venezia Giulia (153,89 €).

L’indagine ha preso ad oggetto le tariffe del servizio
idrico ad uso domestico applicate nel 2004 in tutti i
capoluoghi di provincia delle venti regioni italiane ed
è stata realizzata in un arco temporale di sette mesi
(settembre 2004 – marzo 2005). I dati sono stati
reperiti direttamente dai gestori del servizio idrico
nelle città interessate alla rilevazione e tutti i costi
sono stati considerati comprensivi di Iva al 10%
(eccetto la Puglia che applica un’Iva al 20%).

Servizio idrico: le 10 città più costose

Città Spesa annua per servizio idrico

Ato Puglia (contempla tutte le province della Regione) €
330,89

Arezzo € 314,93

Livorno € 308,79

Enna € 303,26

Rovigo € 295,77

Pesaro € 292,20

Caltanissetta € 286,92

Reggio Emilia € 283,17

Forlì € 278,74

Pisa € 273,08

Fonte: Osservatorio prezzi&tariffe di Cittadinanzattiva
– 2005 su dati 2004

Servizio idrico: le 10 città più economiche

Città Spesa annua per servizio idrico

Cuneo € 110,37

Milano € 114,92

Isernia € 116,14

Massa € 116,21

Piacenza € 116,89

Lecco € 119,35

Novara € 122,89

Pordenone € 125,31

Oristano € 126,72

Udine € 132,37

Fonte: Osservatorio prezzi&tariffe di Cittadinanzattiva
– 2005 su dati 2004

Per segnalazioni di eventuali disservizi

Per segnalare eventuali disservizi (perdite nelle
condutture, interruzioni del servizio, sprechi, etc.),
Cittadinanzattiva mette a disposizione la propria rete
territoriale d’informazione e consulenza sui servizi di
pubblica utilità. In Lombardia, i cittadini consumatori
potranno rivolgersi direttamente al PiT
Servizi-Cittadinanzattiva di Milano in Via Mecenate 25,
tel. 02/73950559, fax 02/73950559, e-mail
cittadinanzattivapit@fastwebnet.it (apertura martedì,
mercoledì e giovedì dalle 10 alle 13).

Mariano Votta



GdS 30 VII 2005 - www.gazzettadisondrio.it

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