Inaudito: sequestro di persona in Valtellina! MA IL RAPITORE E' DENTRO Sequestro anomalo? - La fortuna di aver avuto questi inquirenti - La svolta - Grave non aver riflettuto a fondo - Il commento a caldo subito dopo il rapimento - E ora "il dopo"

di Alberto Frizziero Sequestro anomalo? - La fortuna di aver avuto questi inquirenti - La svolta - Grave non aver riflettuto a fondo - Il commento a caldo subi


SEQUESTRO
ANOMALO?

Inaudito: sequestro di persona in Valtellina, in una provincia
che le abituali indagini classificano al primo posto in Italia
per assenza di criminalità.

"Sequestro anomalo". Da giorni tutti ripetono la stessa frase.

Cosa vuol dire "anomalo"? Diverso dagli altri. Ma non é forse
diversa la situazione della provincia, in particolare per la sua
conformazione, per le sue vie di comunicazione, per l'assenza di
una malavita organizzata, per tanti altri
aspetti?

Non si é riflettuto a fondo su tutto questo, ed é grave come
vedremo più avanti.

LA FORTUNA DI AVER
AVUTO QUESTI INQUIRENTI
Inaudito, ma per
fortuna, nella disgrazia di un evento così negativo per la
famiglia coinvolta ma anche per tutta la Valtellina, Armando
Bongini, l'ex guardia giurata, già coinvolto in passato in seri
guai giudiziari, ha dovuto fare i conti con l'efficienza e la
serietà degli inquirenti valtellinesi, già peraltro dimostrata
in occasione del brutale omicidio della suora di Chiavenna.

Il Procuratore della Repubblica, dr. G. Franco Avella, é
un grande servitore dello Stato. Negli anni bui del terrorismo
fu lui, quand'era a Bergamo, a sgominare "Prima Linea". Non
solo, ma a dimostrare poi nel successivo iter e nel processo,
grande equilibrio e grande umanità al punto di meritarsi la
stima degli stessi condannati. Semmai c'é da chiedersi come mai
lo Stato - nella fattispecie gli organi di autogoverno della
Magistratura -, anziché utilizzare una così solida e vasta
esperienza nella lotta ai grossi mali dello Stato (terrorismo,
mafia, camorra ecc.) lo avesse destinato a Sondrio, inizialmente
alla Procura presso la Pretura, anche se, per quel che ci
riguarda, per noi é stata una fortuna!

Naturalmente con il dr. Avella i suoi collaboratori diretti e
le Forze dell'Ordine
(con Questore e Prefetto in prima
linea) che hanno lavorato incessantemente e con grande
professionalità. E con grande discrezione, com'era stato per la
suora di Chiavenna, una caratteristica non proprio abituale in
giro per l'Italia.

Deontologia professionale vuole che non si dimentichi che nello
Stato di Diritto un accusato é innocente sino a conclusione dei
tre gradi di giudizio, ma qui c'é la confessione e ci sono i
riscontri di prova comunicati dalla Procura.

LA SVOLTA

Questa notte in Via Mazzini s'é capito che c'era la svolta.
Lungo il marciapiede una serie di auto della Polizia,
giornalisti e curiosi, nonostante l'orario, fuori dal Palazzo di
Giustizia. L'avvocato Dell'Oca, nominato legale di ufficio che
arriva ma poi che se ne va e un'attesa che si prolunga per ore
fin quando l'accusato esce, attraversa Via Caimi ed entra nel
portone della Casa Circondariale ove potrà riflettere con calma
sulla enorme fesseria compiuta.

grave non aver
riflettuto a fondo
Dicevamo che é stato
grave non aver riflettuto a fondo: Grave perché alcuni
mass-media sono riusciti a far pensare che Tommaso avesse
simulato il rapimento. Per lui un danno psicologico più
rilevante del rapimento stesso: la parte lesa che diventa
sospettato! Eppure c'era un ragionamento semplicissimo da fare,
quello che abbiamo ripetuto a iosa in questi giorni. Fin dai
primi momenti erano piombati a Sondrio specialisti di sequestri
a dar man forte alle Forze dell'Ordine. Ci sono stati
lunghissimi interrogatori del rapito per mettere a fuoco ogni
particolare, ogni dettaglio, anche i più insignificanti. Se ci
fosse stata simulazione ci sarebbe voluto Mandrake per reggere,
senza contraddirsi. Si é visto che era così.

IL
COMMENTO A CALDO SUBITO DOPO IL RAPIMENTO


Riportiamo il primo commento, richiestoci e pubblicato in
sintesi dal quotidiano "Il Giorno" per rivivere i primi momenti
di un fatto che ha appassionato il Paese ma soprattutto colpito
i valtellinesi.

La notizia. La notizia ieri sera è arrivata come una
mazzata perché Tommaso l’ho visto crescere con la sua
espressione sempre gaia e per la sua straordinaria comunicativa
nonostante l’infermità alla gamba. Ho seguito la lunga serie di
interventi effettuati da uno specialista russo in una città
siberiana di oltre 100.000 abitanti senza un albergo, ove lui,
con la mamma Cristina, ogni volta doveva fermarsi mesi. E il
papà Alberto faceva la spola con le valigie piene di prodotti
alimentari.

Un calvario, fortunatamente coronato da successo. Ma non era
finita. Una sera sulla Valeriana un brutto incidente stradale e
giorni di ansia.

Ed ora il sequestro che non sembra opera di professionisti, e
quindi ancor più pericoloso per certi aspetti con l’auto alla
Brace, forse un diversivo per far credere una fuga verso Milano,
anziché a un “rifugio” vicino. E verso Sondrio….

Il nonno Presidente della Provincia. Beh con nonno
“Luisin” lunga consuetudine. Insieme nella Direzione DC, insieme
dal 1975 al 1980 in tantissime occasioni, lui Presidente della
Provincia, io Sindaco a Sondrio. Dopo io ancora Sindaco e lui
Presidente del Comitato di Controllo dove aveva portato la sua
lunga esperienza di pubblico amministratore unita a quella
tecnica, solida per la lunga carriera di Segretario Comunale.

Non l’ho mai visto arrabbiato. Il fatto che tutti lo chiamassero
“Luisin”, anche in sede ufficiale, è sintomatico. Aveva peraltro
una valida sponda in “Lele” Crottogini, personaggio di notevole
statura (fu, fra l’altro, a lungo ottimo Presidente dell’IACP).

Il papà in politica e nelle Istituzioni. Alberto seguì le
orme di papà Luisin e di “zio” Lele. Mosse i primi passi fra i
giovani DC, poi dopo la laurea, dal 1972 al 1976 quando svolsi
l’incarico di segretario provinciale, fu in Direzione della DC,
allora maggioranza assoluta. Una Direzione in cui per il 90% si
doveva pensare ai problemi della provincia che prevalevano su
quelli di Partito.

Era stato dal 1970 anche segretario del primo consigliere
regionale valtellinese, Aldo Oberti, grande personaggio,
scomparso improvvisamente nell’ottobre del 1972.

Si era affermato nella professione, anche fuori provincia e
anche all’estero. Venne la Presidenza della Camera di Commercio,
con cariche conseguenti a livello nazionale, ma voglio ricordare
quando assunse, io vice, la Presidenza della Società per i
Trafori, nella quale c’erano come soci oltre a importanti Enti
pubblici anche primarie società italiane. Fu allora che nacque,
proprio per volontà di Dassogno, un innovativo progetto del
Mortirolo per il quale il Ministro dei LL.PP. Prandini aveva
inserito un primo finanziamento nel Piano ANAS. Innovativo
perché prevedeva l’uso promiscuo, passo fondamentale per
assicurare, oltre al traffico stradale, anche il collegamento
ferroviario, scartamento Retica, da Tirano a Edolo. Questo
voleva dire il collegamento turistico,soprattutto, con Brescia e
con la saldatura – circuito delle Alpi, con la Trento-Malé.
Guardare avanti, con visione strategica, è di pochi,
generalmente incompresi e criticati Salvo il Tiranese,
tiepidissima, e per molti negativa, la reazione locale. Non se
ne fece niente, quei soldi ovviamente non vennero in provincia
per altre realizzazioni ma emigrarono chissà dove. Chiuso il
discorso trafori la società di sciolse. Un’altra occasione
perduta.

E ora "il dopo"

E ora "il dopo".

Innanzitutto per Tommaso e la sua famiglia che in qualche giorno
nella rilassante malia di una non conosciuta Venezia invernale,
un unicum, potrebbero trovare spunto per un progressivo rientro
"nella vita normale" di tutti i giorni, confortato Tommaso dalla
vastità del sentimento di solidarietà nei suoi confronti (gli
altri, quelli dei dubbi; non fanno testo: saranno loro a doversi
pentire di essere superficialmente andati a farfalle).

Poi per la Valtellina. Con una nota positiva: la constatazione
che il delitto non paga, che quel primo posto in Italia viene
ancor più legittimato.

Infine per il Paese. In un periodo in cui fortissimo é il
dibattito sulla crisi della Giustizia, dello Stato di Diritto,
da questi 200 km di arco alpino viene un messaggio molto chiaro,
l'indicazione della strada da percorrere.
Alberto Frizziero



Gds - 23 II 2002 -
www.gazzettadisondrio.it

Alberto Frizziero
Dalla provincia