ETTROSMOG IN PROVINCIA: BENE L'ARPA, MA…

La salute - Il territorio - Unici in provincia e in Italia - L'ARPA - ARPA ed Enti



Elettrosmog in provincia. Dunque 80 milioni di metri quadrati (ordine di grandezza, s'intende) vincolati al servizio di Sua Maestà l'elettrodotto. Per il dieci per cento cosa nostra, in quanto questa quota dell'energia prodotta serve alle nostre case, alle nostre officine, ai nostri impianti di risalita, ai nostri semafori, ai nostri pubblici lampioni.

Per il resto territorio vincolato al servizio della Lombardia e del Paese, affamato di energia dopo il blocco del nucleare, e affamatissimo di preziosissima energia "di punta" che solo l'idroelettrico può fornire in pochi secondi, semplicemente aprendo il rubinetto, meglio dire la saracinesca, che dà libero sfogo alle acque nelle condotte forzate e quindi alle palette delle turbine che azionano gli alternatori.


LA SALUTE

Il problema della tutela della salute è ovviamente prioritario. Ciascuno si guardi in giro e riscontri in quanti casi i cavi passano non soltanto vicini ma addirittura sopra ad abitazioni o complessi produttivi.

In questi casi la prospettiva, seppure non immediata, c'è, secondo i previsti "Piani di risanamento". Il problema semmai sono i tempi di questi risanamenti, che in ogni caso brevi non riusciranno ad esserlo in quanto in molti casi l'elettrodotto va spostato e per spostarlo va individuato il tracciato nuovo.

Non è solo problema di salute, ma di disciplina urbanistica, addirittura di Piano Territoriale, sede nella quale si potrebbe riprendere e verificare la vecchia idea del BIM (vecchia non di mezzo secolo ma di una decina d'anni e allora dimostratasi fattibile senza oneri finanziari) di sostituire la selva di elettrodotti ad alta tensione ENEL, AEM, SONDEL, MONTEDISON con uno solo.


IL TERRITORIO

Salute in primis ma subito dopo il crac per migliaia di valtellinesi che, ove non venisse cambiato il Decreto approvato in bozza il 29 marzo scorso dal Comitato Interministeriale e non varato dal Consiglio dei Ministri per il dissenso emerso fra i Ministri Veronesi e Bordon, si troverebbero da un giorno all'altro il loro terreno classificato edificabile dai Piani Regolatori, buono per coltivare le patate o qualche altro vegetale ma neppure abilitato ad ospitare la baracca degli attrezzi, visto il divieto per qualsiasi nuova costruzione. Singolare il caso di chi magari quel terreno l'ha acquistato recentemente a 100 per costruirci qualcosa o per investire i suoi soldi e se lo trova a valere 10…

In altra parte del giornale amplissima trattazione dell'argomento. Inutile cercare altrove. Persino su Internet ove all'elettrosmog sono dedicate migliaia e migliaia di pagine, nulla si trova su questo aspetto.

UNICI IN PROVINCIA E IN ITALIA

Siamo stati gli unici in provincia a fiutare e, approfondendo e ricercando, accertare "l'inghippo". Siamo, a quanto sinora ci risulta, gli unici in Italia ad avere sollevato questo problema. Chi si sta occupando del problema ha fatto, intelligentemente, riferimento a noi, dato che non siamo andati scrivendo quello che abbiamo scritto senza avere piena certezza di quanto si scriveva. Non ci permettiamo di dire che siamo gli unici ad avere individuato possibili vie di soluzione e quindi di emendamenti possibili allo schema di Decreto dato che non abbiamo il riscontro. Comunque sia noi avremmo alcune ipotesi di soluzione. Come le abbiamo noi, giornale e Comitato Cittadini Consumatori, le potrebbero avere anche altri, ma, in tal caso, le avanzino, perché altrimenti da palazzo Chigi inevitabilmente il Decreto che verrà fuori sarà quello che "frega" migliaia di valtellinesi e valchiavennaschi e tantissimi italiani con loro, perdippiù con un rischio di contenzioso che potrebbe vanificare le finalità positive della legge 36 e del Decreto stesso.


L'ARPA

Ottima iniziativa della nuova direttrice dell'Agenzia Regionale per la protezione dell'ambiente, sede di Sondrio. Appena arrivata la nuova direttrice, dr.ssa Teresa Magnani, ha dichiarato di voler provvedere subito alla mappatura completa della rete di elettrodotti in provincia. Precisiamo che mappatura non vuol dire soltanto la parte topografica che, sia pure a grande scala, noi stessi senza avere le potenzialità degli Enti pubblici, abbiamo raccolto. Significa anche avere, oltre ai dati, per noi già disponibili, della tensione e delle caratteristiche (terna semplice o doppia), anche quello dell'intensità di corrente e quindi della potenza nonché la distribuzione dei carichi lungo le 24 ore.

Questo servirà, appena uscito il decreto con i diversi valori-limite di campo elettrico e induzione magnetica, per rilevare la scala di priorità dei risanamenti in presenza di situazioni a rischio.


ARPA ED ENTI

Questo dovrebbe essere un lavoro da fare in coppia, fra ARPA ed Enti pubblici. Quali Enti non tocca a noi di dire. Potrebbe essere la Provincia, dato che sarebbe un lavoro preparatorio del Piano Territoriale. Potrebbero essere le 5 Comunità Montane. Potrebbe essere il BIM. Potrebbe essere persino la Camera di Commercio per via dell'interesse degli insediamenti produttivi. (Alcuni Sindaci ci hanno chiesto chiarimenti, subito forniti. E' però evidente la difficoltà per la maggior parte dei Comuni di cimentarsi, singolarmente, su questo problema).

Basterebbe, in funzione delle caratteristiche delle linee e delle previsioni di Piano Regolatore inserire nelle planimetrie le fasce di rispetto, dimensionate secondo le due ipotesi emerse, quella "Bordon" di 0,2 microtesla e quella "Veronesi" di 0,5 microtesla (i valori-limite previsti per il Campo Elettrico sotto questo aspetto non creano problemi).

Tanto per chiarire: la parte territoriale richiederebbe 15 giorni, non di più.

In 15 giorni cioè si avrebbe la situazione, documentata e reale, dell'incidenza territoriale ed economica del nuovo vincolo. Sarebbe, con la certezza dei dati, un argomento fondamentale per far capire a Roma che l'articolo 4 del Decreto così com'è non va bene. La topica dell'articolo sei la capiranno da soli, ma quella dell'articolo 4 o la si prospetta o nessuno la cambia. E una volta pubblicato il Decreto in Gazzetta Ufficiale le proteste non servirebbero a nulla perché la speranza di un nuovo Decreto modificativo ha tante probabilità di essere accolta quanto quella che abbiamo noi di realizzare un sei al Superenalotto.

Gds - Luglio 2001

                       




                                            



                                             


 

Dalla provincia