ELETTROSMOG: LA PRIMA INIZIATIVA IN PROVINCIA, IERI SERA (SABATO 17 XI) PRESSO IL COMUNE DI MONTAGNA

Sindaco, Presidente del Comitato e altri 9 relatori - Sono passati 269 giorni... - Chi si é mosso in provincia (pochi) - Nessuna iniziativa sinora. Emblematica l'iniziativa di Montagna. Ser



SINDACO, PRESIDENTE DEL COMITATO E ALTRI 9 RELATORI


Ieri sera, sabato 17 novembre, nella sala consiliare del Comune
di Montagna, si é tenuta la prima meritoria iniziativa in
provincia in materia di elettrosmog, o meglio, di elettrosmog
con riferimento agli elettrodotti che nei 3221 kmq di territorio
provinciale sono una componente
costante del paesaggio visto che ci sono
tralicci da tutte le parti.

Comune di Montagna e Comitato S. Francesco gli organizzatori.
Ben undici i relatori al tavolo. Oltre al Sindaco Della
Maddalena, al Presidente del Comitato Bongiascia e all'ospite
d'onore Daniela Dussin, Presidente nazionale del Conacem,
c'erano l'ing. Balatti, Bianchi del Comitato S. Francesco,
Castelnuovo (Gestore della rete ex Enel), Del Nero Sindaco di
Albaredo, Frizziero del Comitato Cittadini Consumatori
Valtellina, Pellegrino dell'ARPA, Riva di Terna spa (proprietà
della rete ex Enel), Sartori assessore CM Valchiavenna.


SONO
PASSATI 269 GIORNI...


Lo scorso 14 febbraio il Parlamento ha approvato la nuove legge
quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici, uscita come "Legge 22 febbraio
2001, n. 36" e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 55 del 7
marzo 2001.

Prima ancora della sua pubblicazione il Comitato Cittadini
Consumatori Valtellina, e il nostro giornale, si erano già
attivati sottolineando a Istituzioni e informando i cittadini
valtellinesi e valchiavennaschi dell'importanza di tale legge
per la provincia per le conseguenze che essa avrebbe
determinato.

Sono passati 269 giorni da quella approvazione,senza che in
provincia qualcuno assumesse iniziative. Dato che La Gazzetta di
Sondrio da subito a cominciato a trattare l'argomento, con una
serie di informazioni e di anticipazioni di primissima mano,
pressoché sconosciute ai più, e dato che su alcuni aspetti di
grande rilevanza é stato proprio il nostro giornale, primo in
Italia, a richiamare l'attenzione (si vedano le conseguenze di
tipo urbanistico che neppure la grande stampa aveva rilevato),
numerose sono state le richieste di informazione e chiarimenti.


CHI SI E' MOSSO
IN PROVINCIA (POCHI)


Va doverosamente citato chi si é mosso in provincia. Pochi, e
quindi vanno citati. Presso l'ANCI (l'Associazione Nazionale dei
Comuni) e l'UNCEM (Unione Nazionale Comuni Enti Montani) si sono
attivati i rispettivi consiglieri nazionali Giana e Moratti. Il
consigliere regionale Bordoni, anche come esponente CISPEL, si é
preso in carico il problema con successivi sviluppi, il
consigliere regionale Tam ha co-firmato una P.d.L. per le
competenze della Regione. Infine, per quanto riguarda il
problema di prospettiva, va citato lo studio della Comunità
Montana di Valchiavenna per un elettrodotto a mezza costa,
lontano dai centri abitati.


NESSUNA
INIZIATIVA SINORA. EMBLEMATICA L'INIZIATIVA DI MONTAGNA.
SERIETA'


Nessuna iniziativa però sinora é stata presa in provincia.

Assume dunque rilievo emblematico la serata di ieri, sabato 17
novembre, sotto un duplice profilo. Da un lato il Comitato, con
circa 150 aderenti, che si é preoccupato per il fatto di vivere
con i cavi di due elettrodotti, uno da 220 kV e uno da 130 kV,
praticamente sulla testa. Dall'altro l'Amministrazione Comunale
che ha subito condiviso e collaborato con i promotori.

Da notare la serietà con la quale il lavoro é stato svolto.
Misurazioni "private" e poi ufficiali dei valori del campo
magnetico, con esiti a dir poco significativi: siamo nell'ordine
di 20/30 volte quello che era stato il valore limite ipotizzato
nella bozza di decreto del Ministro Bordon (0,2 microTesla) e
molte volte superiore anche a quello, meno restrittivo, che
indicava il Ministro Veronesi (0,5). Ricerche accurate in
materia. Studio di una possibile alternativa al percorso attuale
degli elettrodotti. Poi l'organizzazione di questa serata, con
numerosi relatori fra cui, come detto, la Presidente nazionale
del Conacem.


LE POSIZIONI

La serata é passata in fretta, nonostante che la conclusione sia
avvenuta ...quando era già sabato, visto che la mezzanotte era
passata da un pezzo, e con la gente che ha riempito la sala fino
all'ultimo. Un dibattito serio, anche con qualche momento
dialettico, ma sempre di livello notevole. Per come é andata
poteva essere benissimo un dibattito provinciale.

Il Sindaco Della Maddalena ha delineato subito i tre
punti essenziali del problema (sanitario, ambientale,
urbanistico). Il Presidente del Comitato Bongiascia ha
illustrato genesi, attività e prospettive del Comitato. La
Presidente Dussin ha fatto la storia del problema e dei
primi passi del Conacem fin dagli ultimi anni '80, e si é
soprattutto dilungata sulle conseguenze sanitarie
dell'elettrosmog e quindi sulle iniziative svolte per
sensibilizzare Governo e Parlamento. Non ha mancato di esprimere
le sue preoccupazioni per lo stallo dei decreti applicativi dopo
l'intervenuto dissidio sui valori-limite tra i Ministri Bordon e
Veronesi. Ha infine, con esempi, indicato alcune linee
operative. Bianchi, del Comitato, ha esposto le linee di
un progetto, realistico e fattibile, per spostare i due
elettrodotti che interessano per parecchio le zone urbanizzate
di Montagna, con una costo di circa 1250 milioni. Riva
(Terna), e poi Castelnuovo (Gestore della Rete), delle
due società cioè che sono subentrate dopo il Decreto L.vo 79
("Decreto Bersani") a Divisioni ENEL, - positiva la loro
presenza, un evento sconosciuto prima in "regime ENEL" - hanno
fatto presente che le loro società si muovono nell'ambito delle
norme vigenti. Sono stati fatti alcuni risanamenti là ove era
necessario farli per rispettare il DPCM del 23.4.1992, e per
altri spostamenti c'é la possibilità ma a condizione che
qualcuno paghi le relative spese. Posizione ineccepibile. Resta
però il problema che le fasce di rispetto allora previste, 10 e
18 metri per elettrodotti da 130 e 220 kV, - ha sottolineato
Frizziero
, verranno notevolmente ampliate dal prossimo
Decreto, per cui i problemi si moltiplicheranno a dismisura (Per
un certo elettrodotto Riva ha indicato, in base ai dati, la
necessità addirittura di 90 metri per parte!.). Frizziero
ha anche illustrato una serie di altri problemi e di cose da
fare. Non ne accenniamo in quanto presenti nei vari articoli
pubblicati e leggibili su questo giornale. Pellegrino,
dell'ARPA, ha analizzato la situazione dal punto di vista della
tutela della salute, con qualche posizione difforme rispetto
alla Presidente Dussin, e in ogni caso facendo riferimento ai
valori limite che il Decreto attuativo dovrà precisare.
Balatti e Sertori hanno portato l'esempio
della Valchiavenna, dello studio fatto dalla Comunità Montana
per un elettrodotto unico a metà costa (costo 150 miliardi).
Del Nero
ha portato l'esempio del Parco delle Orobie che,
lui Presidente, ha inserito nel Piano del Parco il problema
degli elettrodotti ai fini della tutela ambientale, sostenendo
poi come la questione sia di tali dimensioni da richiedere che
sia la Provincia ad occuparsene.

Conclusioni da parte di soddisfatti - a ragione - Sindaco e
Presidente del Comitato.


E ORA?

Oggi é domenica. Il dibattito é già alle spalle. La domanda,
elementare che ci si può fare é: "E ora?"
Già, cosa c'é da fare?
Ci sono due alternative.


u
O continuare come questi 269 giorni, facendo niente e
aspettando.

Il giorno che usciranno i Decreti, presumibilmente mitigati
rispetto ai valori-limite già ipotizzati (in particolare
rispetto al 0,2 microTesla) la gente scoprirà i guai, e i danni
che molti cittadini avranno, e allora se me accorgeranno tutti.
Non crediamo che si potrà accettare passivamente lo scotto
pesante che Valtellina e Valchiavenna dovranno pagare.

Qualcuno chiederà anche però come mai, di fronte ad un pericolo
reale, per 269 giorni, ad oggi, non si é fatto niente o quasi...

u
O attivarsi secondo linee, per quanto strette, ancora possibili
(se si vuol sapere ci si chieda) ed inoltre, come minimo,
informare.

Avesse le risorse
economiche necessarie sarebbe, in mancanza d'altro, lo stesso
Comitato Cittadini Consumatori Valtellina a chiamare a Sondrio
Sindaci, Enti provinciali, Categorie (si é pensato quale sarà lo
scotto per molte aziende?), Istituti Bancari, indirettamente
interessati.

Il progetto c'é, ma non i soldi.
Possibile che non ci sia nessuno, privato o pubblico, a
pensarci?


***
GdS 18.11.01

                       




                                            



                                             

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