ELETTROSMOG: i nuovi limiti e in problemi conseguenti in provincia

Il Dopo due anni i valori limite - Il valore di maggiore interesse: 3 microTesla - Noi valutiamo le conseguenze per la nostra gente - Le fasce di rispetto - Il da farsi - Il documento dell'assemblea del


DOPO DUE
ANNI I VALORI-LIMITE

Indiscrezioni rivelatesi fondate
ci davano per probabile la trattazione in Consiglio dei Ministri
del tema oggetto del presente articolo, anche se esso non
figurava nel comunicato ufficiale relativo all'ordine del
giorno.

Abbiamo ritardato la pubblicazione di questo numero, per il
resto già pronto, per attendere proprio questa notizia (ed
eventuali sviluppi sul sequestro di Berbenno). Avevamo le
informazioni giuste. Il Consiglio dei Ministri si é
effettivamente occupato della questione.

Da quasi due anni (la scadenza era il 23.5.2001) erano attesi i
decreti attuativi della legge 36/2001. "Legge
quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici,
magnetici ed elettromagnetici", entrata in vigore il 22 marzo
di due anni fa.

Dopo la fumata nera alla Conferenza Stato-Regioni di fine
novembre, senza quindi l'intesa prevista, il Consiglio dei
Ministri di venerdì 21 febbraio ha provveduto alla delibera di
prammatica in questi casi, ai sensi del Decreto Legislativo 28
agosto 1997, n.281, L'art. 3. - Intese, al terzo comma infatti
recita "Quando un'intesa espressamente prevista dalla legge non
e' raggiunta entro trenta giorni dalla prima seduta della
Conferenza Stato - Regioni in cui l'oggetto e' posto all'ordine
del giorno, il Consiglio dei Ministri provvede con deliberazione
motivata che consente ulteriore corso ai decreti del Presidente
del Consiglio dei Ministri concernenti la fissazione dei limiti
di esposizione, i valori di attenzione, gli obiettivi di qualità
per la protezione della popolazione dall’esposizione ai campi
elettrici, magnetici ed elettromagnetici".


IL VALORE DI
MAGGIORE INTERESSE: 3 MICROTESLA



Non ci sono ancora i Decreti ma dopo tale delibera é solo
questione di tempo. Sta il fatto che i valori-limite da fissarsi
ai sensi della legge 36/2001 - si vedano i vari articoli scritti
in argomento - sono stati definiti.

Forte la polemica.

Da un lato il Ministro dell’Ambiente Matteoli: «Il valore di
attenzione di 10 microTesla
- ha sottolineato  - è
dieci volte inferiore a quello consigliato dal comitato di
cinque esperti (l’oncologo Cognetti, l’epidemiologo Doll, il
medico Rapacholi, il fisico Regge e l’ingegnere Falciasecca),
che aveva consigliato di attenersi ai valori di 100 microtesla
indicati dalla Comunità europea. Fissando limiti fra i più
severi al mondo, abbiamo voluto tenere conto delle
preoccupazioni espresse dai cittadini». Per quanto riguarda poi
l'obiettivo di qualità - e qui c'é la maggiore ragione di
polemica -  sono stati fossati 3 microTesla,
inferiore ai 5 della proposta della commissione ma nettamente
superiore al 0,5 a suo tempo proposto dall'allora Ministro
Bordon che non riuscì a portare in porto il provvedimento per
l'opposizione del collega alla Sanità Veronesi.

Dall'altro lato polemica forte del centro-sinistra ed in
particolare dei Verdi che, citando studi internazionali, hanno
sostenuto che «questi limiti tutelano solo i grandi interessi e
non la salute dei cittadini». Dal Governo si fa però notare che
con questi valori il risanamento delle linee comporterà un costo
di circa 1500 milioni di €uro.


NOI VALUTIAMO
LE CONSEGUENZE PER LA NOSTRA GENTE


Noi non entriamo nella diatriba. Non solo a livello politico ma
anche a livello scientifico la questione resta controversa.
Certo, nell'incertezza degli esperti il politico é giusto si
attenga ad un criterio prudenziale pur non perdendo di vista le
conseguenze delle decisioni, in particolare i costi.

Noi sottolineiamo, come abbiamo fatto fin dall'approvazione
della legge 36, fin addirittura da prima che essa venisse
pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, le conseguenze sul piano
urbanistico-edilizio nonché le prospettive legate ai piani di
risanamento in una provincia intersecata in lungo e in largo da
linee ad alta tensione. Siamo stati i primi in Italia a rilevare
la mancata valutazione, e nella legge e poi nelle nozze dei
decreti attuativi del primo  aspetto di cui sopra,
fortemente penalizzante per tanti cittadini interessati.

Perché, in che nodo?


LE FASCE DI
RISPETTO


A fianco di ogni elettrodotto dovrà esservi una fascia di
rispetto, inedificabile anche se il Piano Regolatore la
considera edificabile, sino a quando il valore dell'induzione
magnetica - media su 24 ore - scenderà sotto appunto i 3
microTesla. Tale valore dipende dalla tensione della linea,
dalle sue caratteristiche (terna semplice o doppia),
dall'altezza dei conduttori, dalla "quantità di energia" - ci si
passi il termine usaro per far capire - che transita nelle 24
ore nella linea.

Per un calcolo esatto é quindi necessario avere, situazione per
situazione, i dati reali. Per dare un'idea, nel caso di una
linea a 220 kV con carico medio abbiamo visto che la fascia di
rispetto potrebbe essere di 37-38 metri per parte nel caso di
conduttori a 9,7 metri di altezza, ridotti a 30 metri se i
conduttori sono sopraelevati a 20 metri di altezza.

Aggiungiamo che sinora la fascia di rispetto, introdotta con il
DPCM 23 aprile 1992, art. 5, per "linee elettriche aeree esterne
a 132 kV, 220 kV e 380 kV, si adottano, rispetto al fabbricati
adibiti ad abitazione o ad altra attivita' che comporta tempi di
permanenza prolungati, le seguenti distanze da qualunque
conduttore della linea: linee a 132 kV >10 m - linee a 220 kV
>18 m - linee a 380 kV >28 m" (In provincia non vi sono linee a
380).

Se é vero che le conseguenze avranno un impatto minore rispetto
alla proposta Bordon, con la quale si poteva arrivare sino a 90
metri per parte, conseguenze negative ci saranno comunque, a
giudicare da un campione personalmente effettuato. E poi c'é la
questione dei risanamenti.


IL DA FARSI

Il da farsi.
1) Fasce di rispetto. Alcune cose potevano essere già
state fatte in questi quasi due anni anche solo prendendo le
nostre proposte.

Tant'é, ormai ci siamo.

Diciamo solo che non ci parrebbe giusto lasciare chi della
nostra gente ci va di mezzo, come si suol dire, in "braghe di
tela". Qualcosa si può ancora fare ma a questo punto di
proposte, visto l'esito delle precedenti, non ne facciamo più.
Ci pensi chi deve pensarci.
2) Risanamenti. La soluzione finale é certamente quella
per la quale ci siamo battuti tutti questi anni, dopo aver
ottenuto, oltre 10 anni fa, un grandissimo risultato, lasciato
infruttuosamente cadere (anche se siamo stati interpellati e
finalmente ascoltati per la linea italo-svizzera San
Fiorano-Robbia): la "razionalizzazione delle linee, con
eliminazione della selva di elettrodotti presente in provincia.


IL Documento
dell'assemblea del bim

Occorre però fare dell'altro, come
abbiamo proposto all'assemblea del BIM. Il documento é stato
formalmente approvato, pur con non molti favorevoli ma senza
voti contrari e tanti astenuti. Com'é stato scritto, chi ha
approvato quel documento può essere lieto di aver reso un
servizio alla nostra gente, e per giunta con assoluta
tempestività.

Che ci siano da fare diverse cose lo dimostra d'altronde il
campionario da noi personalmente fatto di situazioni "calde".

Sinora, oltre al cons. regionale Bordoni, al Sindaco di Sondrio
e qualche suo collega di centri minori, - fra cui quello di
Montagna sensibile alle esigenze prospettate dal locale Comitato
promosso da Giulio Bongiascia -, all'ing. Moratti, al
consigliere nazionale dell'ANCI Giana, non sembra vi siano stati
interessamenti al problema, neppure, per quello che consta, da
parte delle organizzazioni economico-sociali sui cui tavoli
qualche grana potrebbe anche arrivare per effetto dei nuovi
decreti.

C'é da muoversi, e chissà se anche questa volta si perderà
l'occasione, o tempo. L'unica cosa, ove emergessero situazioni
difficili, che non é consentita é la litania di lamenti dato che
vale il detto popolare "uomo avvisato mezzo salvato". Le
orecchie da mercante non sono una giustificazione.

Torneremo a testi ufficiali pubblicati anche per riprendere
l'argomento della inidoneità giuridica del soggetto che dovrà
determinare l'ampiezza delle fasce di rispetto, visto e
considerato che questa é materia di competenza legislativa
regionale e amministrativa dei Comuni (ma per la verità anche di
questo non dovrebbero occuparsene gli Enti preposti?)

Alberto
Frizziero


GdS 18 II 03 - www.gazzettadisondrio.it

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Alberto Frizziero
Dalla provincia