ELETTROSMOG: LE NOVITA' ROMANE E LE CONSEGUENZE VALTELLINESI

Il Ministro Matteoli ha definito la bozza di decreto - I problemi che ci poneva la bozza Bordon - I limiti: 20 e 15 volte meno restrittivi - Immediate le polemiche - La nostra situazione con la nuova bozza


IL
MINISTRO MATTEOLI HA DEFINITO LA BOZZA DI DECRETO


Una nota dell'Agenzia ASCA venerdì 24 maggio ufficializzava
quello che già era nell'aria: l'avvenuta definizione da parte
del Ministro dell'Ambiente Matteoli della bozza di Decreto
attuativo della legge 36/2001 (Elettrosmog).

Su questo giornale c'é forse la più completa trattazione del
tema esistente. Ricordiamo solo che il 29 marzo dello scorso
anno aveva visto la luce la bozza dell'allora Ministro Bordon
che così fissava i limiti dell'induzione magnetica, in
microTesla: assoluto 100, soglia di attenzione 0,5, obiettivo di
qualità 0,2. (Ci riferiamo soltanto all'induzione magnetica in
quanto il campo elettrico mentre ha rilevanza per le alte
frequenze, settore dei telefonini, non incide nel settore
cosiddetto ELF, Extremely Low Frequency, cioè degli
elettrodotti).

La soglia di attenzione riguarda il valore di attenzione che non
può essere superato nei pressi di centri abitati, di scuole e di
in generale di luoghi molto frequentati (parchi, campi sportivi,
etc.).

 l'obiettivo di qualità in particolare riguarda il limite da considerare
nella costruzione di nuovi edifici.

Non se ne fece niente perché si oppose il Ministro della Sanità
Veronesi, ritenendo tali limiti troppo restrittivi, proponendo
rispettivamente 100, 3 e 0,5 microTesla. Perdippiù l'ANPA parlò
di costi astronomici per il risanamento dei circa 55.000 Km di
elettrodotti al alta tensione: 58116 miliardi per limite di 0,2
microTesla, 42323 per 0,5, 29304 per 1, 22045 per 2.

I
PROBLEMI CHE CI PONEVA LA BOZZA BORDON


Primi in Italia noi evidenziammo le conseguenze urbanistiche di
tali limiti, trascurate a Roma, in quanto più restrittivo é il
limite e maggiore é la fascia di rispetto sui due lati
dell'elettrodotto, fascia di inedificabilità anche per suoli
classificati edificabili dagli strumenti urbanistici.
Finora - D.P.C.M. del 1992 - la distanza era di 10 e 18 metri rispettivamente per elettrodotti da 132 kV e 220 kV.

L'ordine di grandezza della superficie vincolata in provincia
era valutabile in ALCUNE DECINE DI MILIONI DI METRI QUADRATI.

Il nuovo Ministro Matteoli appena insediato dichiarò di volerci
vedere chiaro e nominò un'apposita Commissione. Poi ne fu
nominata un'altra d'intesa fra Ambiente e Sanità - anzi oggi
Ministero della Salute -, composta da esperti internazionali.
Intanto il 10 ottobre l'VIIIa Commissione della Camera approvava
un risoluzione nella quale si richiamava la Raccomandazione
512/00 dell'Unione Europea - VEDERE NS. ARTICOLI del 11 XI 01 -.
In
altri
termini si andava verso limiti meno restrittivi, come più volte
da noi previsto.

I
LIMITI: 20 E 15 VOLTE MENO RESTRITTIVI


Ora la bozza Matteoli, che dovrà essere valutata dai colleghi
Ministri delle Attività Produttive e della Salute (manca il
Ministero delle Infrastrutture, ma ne parleremo avanti) e poi
dalla Conferenza Stato-Regioni, molto meno restrittiva rispetto
a quella Bordon. Fra parentesi indichiamo quante volte meno
restrittiva).

I limiti:

- restano 100 microTesla per l'assoluto (immutato);

- 10 microTesla per la soglia di attenzione (20 volte);

- 3 microTesla per l'obiettivo di qualità (15 volte).

Si osserva che con questi limiti il risanamento delle linee
esistenti comporterà un onere di un miliardo e mezzo di €uro,
grandemente inferiore a quelli citati prima.


IMMEDIATE LE POLEMICHE


Immediate le polemiche. Francesco Ferrante, direttore
generale di Legambiente, esprime cosi' la sua insoddisfazione
per i limiti proposti dal Ministero dell'ambiente sulle
emissioni elettromagnetiche degli elettrodotti

''I limiti proposti dal Ministero dell'ambiente sono
imbarazzanti. Nemmeno la Commissione nominata dall'ex ministro
Veronesi - non certo un fautore dei rischi legati
all'elettrosmog - aveva indicato valori così alti. Vengono
svuotati di senso sia la legge quadro che il principio di
precauzione''. . ''Esposizioni prolungate a campi
elettromagnetici sopra i 0,4 microTesla producono rischi di
raddoppiamento di casi delle leucemie infantili. E non sono i
soliti ambientalisti a dirlo, e' lo Iarc (Agenzia internazionale
ricerche sul cancro). Da dove escono allora i limiti di Matteoli?''.
La Commissione nominata da Veronesi per dare un parere
sull'argomento ''non certo tenera coi sostenitori dei rischio
elettrosmog - continua Ferrante - indicò 3 microTesla come
valore di attenzione e 0,5 come obiettivo di qualità per gli
elettrodotti. Matteoli invece rilancia e triplica il valore di
attenzione. Ancor più incomprensibile la scelta di un valore
così alto per l'obiettivo di qualità: si legittimano impianti
che rischiano di nascere già vecchi''.


LA
NOSTRA SITUAZIONE CON LA NUOVA BOZZA


Polemiche a parte, vediamo cosa significano questi limiti
applicati al nostro caso. La selva di elettrodotti in provincia,
come documentato nella serie di articoli pubblicati e leggibili
- si vedano gli indici -, avrebbe determinato con i
limiti-Bordon conseguenze pesanti di tipo urbanistico-edilizio.

I limiti-Matteoli non eliminano ma riducono queste conseguenze.

Si era saputo dallo stesso gestore, durante la riunione a
Montagna del 17 novembre scorso indetta dal Comune e dal locale
Comitato, che la fascia di rispetto relativa all'elettrodotto a
220 kV che attraversa il Comune, sarebbe stata di 90 metri per
parte.

Cosa cambia?

Innanzitutto é da vedere se viene confermata la norma già
contenuta nella bozza di Decreto-Bordon che (art. 4, comma
primo) che recitava:

"Obiettivi di qualità

1. Nella progettazione di nuove linee e installazioni elettriche
in corrispondenza di ambienti abitativi, scolastici, aree-gioco
dei bambini e nei luoghi adibiti a permanenze non inferiori a
quattro ore nonché nella costruzione di nuovi edifici in
prossimità di linee e installazioni elettriche già presenti nel
territorio, ai fini della progressiva minimizzazione
dell'esposizione ai campi magnetici, generati dagli
elettrodotti, alla frequenza di 50 Hz, è fissato l'obiettivo di
qualità per il valori dell'induzione magnetica di 0,2 T, da
intendersi come mediana dei valori nell'arco delle 24 ore nelle
normali condizioni di esercizio".


In secondo luogo si tratta di valutare l'impatto urbanistico dei
nuovi limiti, se verranno così confermati.

Riducendosi i limiti si riducono le fasce di rispetto e quindi
per determinarle occorre maggiore attenzione, in altri termini
conoscenza dei dati. Diventa importante conoscere il diagramma
di carico dell'elettrodotto nelle 24 ore, perché occorre sapere
il valor medio della corrente transitata.

Con questa precisazione possiamo comunque dire che un
elettrodotto a tre fasi - lasciamo perdere altri casi, come le
sei fasi o le sei fasi ottimizzate, per cavi posti a 9,7 metri
di altezza tre microTesla in ordine di grandezza comportano una
fascia di inedificabilità di una cinquantina di metri - poco
meno se si alza l'elettrodotto a 15 metri -. rispetto alle norme
vigenti, DPCM 23 aprile 1992, l'ampliamento é limitato ad una
quindicina di metri.

Altro il caso di un elettrodotto a sei fasi. Se ottimizzato
siamo sullo stesso valore di cui sopra.

Se non ottimizzato la larghezza della fascia di rispetto arriva
ad un'ottantina di metri

Il primo caso, o il secondo ottimizzato, potrebbe essere
considerato un sacrificio sopportabile, ma non é affatto così,
data la situazione valtellinese, con una vera e propria selva di
elettrodotti e la concentrazione delle attività antropiche sul
ristretto fondovalle.

Si dovrebbe esaminare pertanto la situazione in dettaglio,
Comune per Comune anche in relazione con le previsioni e
disposizioni di Piano Regolatore, avendo anche dai gestori le
caratteristiche di esercizio delle linee per valutare il valor
medio dell'induzione magnetica.

Teniamo poi conto, ai fini di una valutazione dell'ipotesi di
razionalizzazione da noi avanzata e in questi anni continuamente
sollecitata ed ora finalmente acquisita, da qualcuno "scoperta",
dalle Istituzioni, il dato relativi ad elettrodotti a 380 kV,
ovviamente, essendo nuovi e quindi con percorso da scegliere
opportunamente, ottimizzati: una ottantina di metri.


INTERVENGANO I PARLAMENTARI

Poi i parlamentari. Sarebbe
assai opportuno, nell'interesse della nostra gente ma non solo
della provincia, che ponessero il problema al Ministro delle
Infrastrutture Lunardi - il suo Ministero incomprensibilmente é
sempre stato tenuto fuori dal problema nonostante l'impatto
territoriale! -.

E' vero che la materia é competenza primaria delle Regioni ma é
il Decreto attuativo della L. 36/2001 che viene a determinare,
per tutta Italia, le conseguenze. In questa fase di valutazione
da parte degli altri Ministeri sarebbe opportuno che anche
Lunardi dicesse la sua per contribuire a risolvere il problema
prima di crearlo.


L'ARPA DI SONDRIO

Infine l'ARPA. Ovviamente
non entriamo nel dibattito sugli aspetti sanitari ma ci
limitiamo a riportare quanto dichiarato molto opportunamente dal
dr. Pellegrino, responsabile dell'Unità operativa agenti fisici
dell'Arpa di Sondrio, che é intervenuto sull'argomento dal punto
di vista sanitario con un articolo su "Il Giorno", fra l'altro
precisando: "Negli ultimi tempi l'Arpa, su richiesta dei
sindaci, ha effettuato una serie di rilevazioni in alcuni
Comuni, tra cui Montagna, Caiolo, Albosaggia e Colorina. Le
misure fatte finora hanno evidenziato come i picchi massimi,
rilevati nelle condizioni peggiori, siano nell'ordine dei 3 o 4
microTesla, mentre nelle case vicino alle linee si arriva al
massimo, tranne rare eccezioni, a 1 microTesla. Se i limiti di
legge saranno quelli ipotizzati nella bozza di decreto legge,
quindi, la situazione generale in Valtellina sarebbe parecchio
al di sotto del valore di attenzione, e molto vicina
all'obiettivo di qualità"
.
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