ELETTROSMOG, SI CAMBIA. VINCOLI LEGGERI
LA NOVITA'
Avevamo scritto, anche recentemente, che i valori-limite che il
Ministro Matteoli dovrà fissare, in particolare quelli di
attenzione per quanto concerne l'induzione magnetica,
risulteranno più attenuati rispetto a quelli a suo tempo
proposti dall'allora Ministro dell'Ambiente Bordon. Il Decreto
attuativo della legge 36 era ormai pronto, a maggio dello scorso
anno, e fu bloccato per l'opposizione del Ministro della Sanità
Veronesi, che riteneva il limite di 0,2 microTesla troppo
restrittivo.
Non appena nominato Ministro l'on. Matteoli insediò una prima
commissione tecnica e poi, non soddisfatto, un'altra,
internazionale, d'intesa con i Ministri della Salute e delle
Comunicazioni.
Nei giorni scorsi il lavoro é stato completato ed é arrivata la
comunicazione del
Ministro
dell'Ambiente con l'impegno di approvare entro il prossimo mese
il decreto attuativo.
E' stata anche fatta filtrare la notizia che, di fatto, non ci
saranno come obiettivi di qualità - a valere ad esempio per le
nuove costruzioni, come abbiamo ripetutamente spiegato nei
nostri articoli - né gli 0,2 microTesla di Bordon ma neppure gli
0,5 di Veronesi.
LA COMMISSIONE INTERNAZIONALE
La commissione ha infatti proposto di assumere come riferimento
le indicazioni europee, con un commento di un autorevole membro
della Commissione stessa che ha definito l'elettrosmog
"rischioso come un caffé". Apriti cielo! Subito si é sviluppata
la polemica di fronte alla prospettiva di avere come
valore-limite i 100 microTesla, che da diverse fonti,
ambientaliste, verdi ecc., é stato subito considerato come 200
volte più blando rispetto a quello che avrebbe dovuto essere se
il Decreto non si fosse arenato in Consiglio dei Ministri per il
dissidio Bordon-Veronesi.
E' stato ricordato come il Comitato internazionale insediato dal
Ministro Veronesi, avesse ammesso che «per le emissioni a
frequenza di 50 Hz sono disponibili studi epidemiologici in
materia di cancerogenesi che suggeriscono associazione fra
incremento del rischio di leucemia infantile ed esposizioni
ragionevolmente prolungate a campi di induzione magnetica a
livelli superiori a 0,4 microtesla». E' stato subito richiamato,
visto che il dibattito scientifico resta a più voci discordanti,
come elemento di riferimento da assumere "il principio di
precauzione", che ovviamente vuole limiti più rigorosi.
SOLUZIONE INTERMEDIA
Noi ricordiamo una dichiarazione del Ministro Matteoli, al quale
la legge 36 dello scorso anno lascia qualche dubbio.
Evidentemente deve essersi reso conto che una modifica non é
facilmente proponibile. Sembra non convinto della rigidità dei
valori indicati lo scorso anno, ma difficilmente seguirà la
linea emersa dalla Commissione Internazionale. Sa infatti che
questo vorrebbe dire l'apertura di un fortissimo contenzioso non
solo con l'ambientalismo italiano e con le Associazioni dei
consumatori ma anche con gli Enti Locali (non dimentichiamo che
la prima iniziativa, con un valore di 0,2 microTesla, é stata
della Regione Veneto con una sua legge che ha avuto diverse
vicissitudini) ed inoltre uno scontro parlamentare e non
soltanto con i Verdi ma con altri gruppi non escludendo riserve
nella stessa maggioranza.
Lecito quindi prevedere che si troverà una soluzione intermedia,
con valori-limite meno rigorosi di quelli Bordon-Veronesi senza
però l'automatica trasposizione delle indicazioni Europee, che
fra l'altro più d'uno considera non aggiornate.
Influiranno in questo anche il problema dei costi che altrimenti
graverebbero inizialmente sugli operatori ma di fatto sui
portafogli degli italiani, nonché, seppur in misura minore,
l'impatto urbanistico-edilizio che noi per primi in Italia
abbiamo documentato.
E IN PROVINCIA?
Conseguenze anche per la provincia.
La nostra idea della "razionalizzazione" con l'eliminazione
della selva di elettrodotti, sarebbe stata favorita
dall'imposizione di limiti rigorosi. L'attenuazione dei
valori-limite non gioca a nostro favore. O meglio, le
prospettive possono continuare ad essere abbastanza positive
solo se da un lato diventa non, come ora, solo questione della
C.M. di Tirano e dei pochi Comuni interessati, ma vertenza di
una intera provincia; se dall'altro questo problema vede
stringere i tempi. Il tempo che trascorresse non giocherebbe per
noi.
***
Gds - 28.4.2002