DOVE VA LA NOSTRA PROVINCIA? VERSO LA CRISI?
LA RIVOLUZIONE OSPEDALIERA DELL'ING. TRIACA
Novità sul fronte ospedaliero. Il Direttore Generale dell'ASL di
Sondrio, ing. Triaca, ha dato una ghiotta occasione ai giornali
per titoloni, articoli, interviste, con il suo disegno strategico
della nuova rete ospedaliera in provincia.
Via gli ospedali di Sondrio - l'attuale - e quelli di Morbegno e
Chiavenna; ridotto ad ospedaletto Sondalo, a suo tempo ospitante
circa 2000 ammalati di TBC. Nuovi ospedali a Sondrio, zona dell'ex
ospedale psichiatrico e in Bassa Valle, presumibilmente Delebio,
per servire anche l'Alto Lario.
Reazioni violente da parte di tutti, a nostro avviso eccessive
salvo gli interventi molto più realistici dei consiglieri
regionali Bordoni e Tam. Questi infatti, e noi la pensiamo allo
stesso modo, ritengono che questo disegno - peraltro non nuovo in
quanto già emerso anni fa e ancor prima ipotizzato, per un
ospedale a Fuentes, dall'allora consigliere regionale Contini sia
del tutto irrealizzabile.
Non entriamo nel merito "tecnico" della proposta. Entriamo invece
nel merito "politico" (politico e non partitico) stranamente
sorvolato da quasi tutti gli intervenuti nel dibattito ed anche in
Consiglio provinciale.
Due considerazioni di carattere urbanistico, una generale e una
specifica, visto che l'urbanistica, che troppi confondono con
l'edilizia, c'entra e come.
ASPETTO GENERALE. E' vero, come ha sostenuto il Presidente
Tarabini in Consiglio provinciale, che la Provincia non ha
competenza in materia di sanità. Ma le ha, e come, in materia di
Piano Territoriale. Una rivoluzione come quella prospettata
dall'ing. Triaca altera profondamente il quadro delle relazioni,
persino la cinematica, con rilevanti effetti indotti e non può non
essere oggetto di riflessione attenta in sede di predisposizione
del Piano Territoriale che non può limitarsi a recepire gli input
esterni ma deve invece avere compito di guida fornendo indicazioni
e vincoli.
ASPETTO SPECIFICO. Le novità prospettate provocherebbero grande
impatto sulla vita delle comunità interessate. I Comuni debbono
interloquire tanto più che c'é una Conferenza dei Sindaci che
nell'occasione sembra ignorata.
Quanto alla scelta nel capoluogo del Moncucco, chi l'ha suggerita
all'ing. Triaca ha preso una cantonata colossale. Delle tante
considerazioni che si possono fare al riguardo ne citiamo una
sola: l'accessibilità.
Al Moncucco, decentrato, si arriva attraversando la città in modo
del tutto disagevole per strada stretta, non allargabile, e
trafficata e la viabilità alternativa é quasi da pedoni.
Al Moncucco a suo tempo era stata invece pensata la sede della RSA
che però non genera flussi intensi, non richiede rapidità di
accesso, non postula l'esistenza di ampi parcheggi (al Moncucco
realizzabili solo in sottosuolo e quindi costosi, anche per
ragioni ambientali), non ha l'esigenza, come ci sarebbe lassù, di
un servizio intenso di trasporto pubblico. Ebbene, persino per la
RSA alla fine si é ritenuto preferibile scegliere la sede nel
piano.
Archiviamo la provocazione e guardiamo invece la realtà che non é
affatto rosea, né per Sondalo (ove l'unica idea nuova, quella
dell'Università, incredibilmente langue invece di valutarla a
fondo, anche eventualmente per scartarla se non soddisfacesse ma
per attuarla se si rivelasse, come sembra, del tutto positiva), né
per Morbegno e forse anche per Chiavenna.
Le cinque della sera, quelle di Garcia Lorca, sono vicine.
Alle cinque non serviranno esortazioni, proclami, missive,
documenti, tirate per la giacca a questo o quel personaggio,
demagogie sia di maggioranza che di opposizione, idee
miracolistiche.
LA RIVOLUZIONE
DEL CICLO DELL'ACQUA
PARTITO L'ATO. La prima riunione dei Sindaci dell'ATO (si tratta
dell'ambito ottimale per la gestione integrata delle acque,
coincidente con la provincia) ha portato alla nomina del
direttivo, composto da Presidente della Provincia, dal Sindaco di
Sondrio e dai cinque Presidenti delle Comunità Montane.
Interessa vedere dove si andrà a finire.
Sono state pubblicate le possibili tariffe dell'acqua una volta a
regime il nuovo sistema che vedrà la gestione di tutti gli aspetti
concernenti l'uso dell'acqua ad una gestione privata.
I COSTI. C'é poco da stare allegri. Si andrà verso le 1700 lire
circa al mc. che potranno anche diventare 2500. L'acqua verrà a
costare cifre che non riteniamo affatto congrue visto che da noi
non c'é bisogno di una costosissima estrazione dell'acqua dal
sottosuolo profondo, visto che la spesa energetica avviene a cura
della legge di Newton, ossia ci pensa madre Natura a mandarcela
dall'alto. Già i primi commenti della gente: costi salati per
l’acqua con tutta quella che abbiamo mentre gli idroelettrici
pagano poco e quelli delle acque minerali niente!
Non é mica finita:
LE SPINE. Il nuovo sistema richiederà l'installazione ovunque dei
contatori che, ad occhio, riguarda probabilmente più della metà
degli utenti, la qual cosa avrà due conseguenze negative. Da un
lato il costo dell'operazione, non proprio trascurabile;
dall'altra l'utente oggi a spina non si é mai posto il problema
dei consumi. Verrà fuori.
Non é ancora finita.
L'ACQUA DI MONTAGNA. I nostri monti sono pieni di insediamenti
rurali ed ex rurali con piccoli acquedotti. Dovrebbe essere chiaro
che questi restano esclusi, ma ci si riuscirà?
Si dice che migliorerà la qualità del servizio. Come e quando? Chi
apre il rubinetto oggi e vede arrivare l'acqua non vedrà nessuna
modifica, e così per lo smaltimento. I miglioramenti, della rete,
dell'efficienza ecc., sono dati per addetti ai lavori. In ogni
caso poi i costi salati arriveranno subito, gli eventuali benefici
tra anni.
LA RIVOLUZIONE
PER I RIFIUTI
Di questo aspetto se ne é già scritto a iosa.
E' l'unico settore dove ci sarà l'autonomia, visto che si va verso
la costruzione di un impianto in provincia.
Il costo é andato alle stelle, una buona premessa per pagare le
tariffe che l'impianto in valle determinerà, molto superiore a
quello che sarebbe stato possibile operando diversamente. Lieti
naturalmente di fare ammenda se con la soluzione autarchica si
starà sotto le 190/200 £. al Kg, un decimo di Euro, per lo
smaltimento. Ogni lira in più, anzi ogni centesimo di Euro in più
che si dovesse far pagare a valtellinesi e valchiavennaschi non
sarà casuale o fatalisticamente determinato...
LA RIVOLUZIONE
URBANISTICA PER L'ELETTROSMOG
Il Ministro dell'Ambiente Matteoli va con i piedi di piombo nel
varare i decreti attuativi della legge 36 sull'elettrosmog,
decreti in ritardo di quasi un anno sulle scadenze di legge. Il
giorno che li varerà, per quanto con vincoli attenuati rispetto al
Decreto predisposto dal Ministro Bordon bloccato solo all'ultimo
momento per l'opposizione del Ministro della Sanità Veronesi, si
vedranno le pesanti conseguenze su valtellinesi e
valchiavennaschi, e sull'economia della Valle per via della
perdita di valore dei terreni situati nella fascia di rispetto dei
1300 Km di elettrodotti esistenti in provincia.
Il tema é stato ampiamente dibattuto su questo giornale, il primo
in Italia a denunciare questo aspetto, e la tematica relativa é
leggibile sui molti articoli ospitati.
A latere la questione della possibilità di eliminazione della
selva di elettrodtti, oggetto di altro articolo in pubblicazione
contemporanea.
PER CONTRO
LA LONTANANZA DAI BARICENTRI DELLA DISTRIBUZIONE E DEI CONSUMI
Intanto la provincia sconta la lontananza dai baricentri della
distribuzione - per noi consumatori - e dei consumi - per le
nostre aziende produttrici.
Le strade che sono quelle che sono, la ferrovia da classificarsi
"a bassa velocità" e che meriterebbe un costo dei biglietti
proporzionale ad essa.
Per le strade inutile illudersi. Per percorrere i primi tratti
nuovi della SS 38 vanno messi in preventivo anni. Per le ferrovie,
con l'incredibile vicenda della Calolzio-Airuno ove la linea a
doppio binario, utile per abbreviare le percorrenze, é pronta da
un sacco di anni ma non é praticabile perché manca la linea aerea,
e con il lentissimo avvio del raddoppio successivo, gli anni si
moltiplicheranno.
Una bella prospettiva.
I CONTI
SALATI CHE DOVRANNO PAGARE VALTELLINESI E VALCHIAVENNASCHI
Prendiamo atto delle scopole che dovremo inevitabilmente subire
nel settore ospedaliero.
Prendiamo atto delle scopole che ci arriveranno con le future
bollette dell'acqua, noi terra di acque.
Prendiamo atto delle scopole, in parte già ricevute, per il costo
dei rifiuti.
Prendiamo atto di quel che ci aspetta sul fronte dell'elettrosmog.
Prendiamo atto della situazione, non solo presente, ma prossima
ventura, per trasporti e comunicazioni.
Verso la crisi?
Ci auguriamo di no. Questo però dipende da un'intera classe
dirigente, e non solo politica o istituzionale, che magari qualche
minuto dovrebbe dedicarlo allo studio di quali grandi cose abbiano
fatto in provincia le classi dirigenti del recente passato (con
risconti storicamente accertati).
Viene un dubbio.
Che abbiano ragione quelli che si stanno muovendo, per ora solo
nel capoluogo e in un paio di altri centri, per forti iniziative
civiche anche alle prossime amministrative?
Noi siamo sempre stati per la logica istituzionale, per una
funzione dei Partiti così come costituzionalmente previsto, per
una logica "politica". Sta però venendo il dubbio che forse chi si
sta muovendo, on intuibile circospezione, proprio tutti i torti
non li abbia, e forse sia meritevole di maggiore attenzione per i
loro solleciti, considerato anche entusiasmo, cultura, impegno
generazionale di costoro...
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GdS 10 II 02
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