Dopo la Musica Nuda il Teatro da mangiare?
Martedì, 6 e mercoledì 7 settembre, ore 20:00
Hotel Albrici, Poschiavo
Teatro da mangiare? -
evento per 26 commensali
di Paola Berselli e Stefano Pasquini_con Paola Berselli, Maurizio Ferraresi e Stefano
Pasquini
All'Hotel Albrici andrà in scena uno strano spettacolo,
straordinario: Teatro da mangiare?. È una cena vera e
propria, nello storico albergo che si affaccia sulla
Piazza Comunale di Poschiavo. Condito da azioni teatrali
tese sul crinale della confessione, dell'autobiografia,
in un allegro e impietoso scrutarsi dentro percorrendo
sentimenti, fallimenti, sogni.
Sono ventisei persone non una di più, quelle ammesse
alle repliche di Teatro da mangiare?, il singolare
spettacolo-evento che il Teatro delle Ariette presenterà
all'Hotel Albrici.
Fu nell'autunno dell'89 che Paola Berselli e Stefano
Pasquini, allora attori come tanti dell'underground
bolognese, decisero di voltare pagina, lasciando la
città e iniziando realmente a fare i coltivatori
diretti. Sono passati lunghi anni durante i quali i due
giovani hanno continuato a lavorare i campi e a allevare
animali ma la passione, ovvero il teatro, li ha scovati
anche nella loro azienda agricola. Prima facendo loro
allestire spettacoli in una piccola sala della loro casa
colonica, poi istigandoli a dare concretezza al sogno. A
fargli costruire cioè pietra dopo pietra un teatro vero
e proprio. È tutto questo che la Berselli e Pasquini
(con l'amico Maurizio Ferraresi) raccontano in "Teatro
da mangiare?", una performance approdata al festival di
Volterra e di cui ha scritto addirittura Le Monde. Ma
loro, questi tre quarantenni legati dal desiderio
impudico dell'autobiografismo, al successo sembrano non
badare troppo. Così ogni giorno di festa raccolgono un
po' di pubblico a cui mostrano tutto quello che sanno
fare (e in questo consiste lo spettacolo): un buon
pranzo grazie ai prodotti tipici prodotti nel podere ma
anche monologhi, canzoni e molta affabulazione.
L'occasione sembra banale ma il pretesto è ambizioso.
Perché questi tre cuochi-attori chiacchierano di sé
senza timore, mischiando al sorriso spontaneo il senso
tragico della vita. E così mentre in un angolo l'acqua
delle tagliatelle si appresta a bollire, si ascoltano
storie d'utopia, amori indissolubili e sperdimenti
dell'anima. Il tutto raccontato con una genuinità tanto
autentica da fare male: perché fra verdure biologiche e
pane cotto al forno si ha quasi l'impressione di toccare
quella terra di nessuno dei sentimenti che attraversa
chiunque.
Cassiano Luminati
GdS - 30 VIII 05 - www.gazzettadisondrio.it