DEMOLIRE QUEL CAMPANILE!




I
L
FATTO


A un tiro di schioppo da Sondrio, passato il ponte sull'Adda, l°
dove curiosamente si intreccia il territorio di tre Comuni -
Faedo, Montagna, Piateda - c'é la frazione di Busteggia allo
sbocco della Val Venina.

Una ventina di anni fa quella comunità riuscì ad avere quello
che mancava, la sua chiesa. Era una chiesa monca, senza quello
che solitamente ne é il complemento: il campanile. Una mancanza
che la comunità sentiva e che fu colmata pochi anni fa. Venne
anche il Vescovo a benedirlo il giorno dell'inaugurazione.

Tutto a posto? Neanche per sogno.

La proprietaria del prato confinante, tale Enrica Corradini,
oggi residente in Sondrio, citò in giudizio la Parrocchia dei
Santi Carlo e Francesco di Piateda, ritenendo lesi i suoi
interessi. Il campanile era stato costruito a confine, mentre
per le norme del Comune di Montagna che ha rilasciato la
concessione edilizia, sosteneva la signora, avrebbe dovuto stare
a cinque metri.

Una vicenda che avrebbe trovato ospitalità su una famosa rubrica
della già famosa e storica Domenica del Corriere: "La realtà
romanzesca".

Trasferita la questione a Palazzo di Giustizia, ha avuto il suo
corso, ed ora il responso: il campanile deve essere abbattuto.

Sotto shock l'intera comunità di Busteggia, comprese persone che
non frequentano la Chiesa, scalpore in provincia, e non solo,
commenti intuibili e a senso unico da chiunque, dichiarazione
del parroco, Don Livio, di voler ricorrere in appello.


IL CAMPANILE E'
UN SIMBOLO


Il campanile é un simbolo. Per tutti, anche per chi non é
religioso.

In ogni paese, in ogni città, le sue campane hanno accompagnato
i momenti felici e quelli tristi della nostra vita: la scomparsa
dei nostri cari, le nozze, i battesimi. Hanno suonato a martello
quando qualche pericolo incombeva. Hanno suonato festanti in
occasione delle solennità.

L'emigrante che torna, ma anche chiunque rientri dalle ferie o
da un periodo passato lontano, ha il suo primo saluto dal
campanile che, svettando, indica ove sono le radici.
Guardandolo, da lontano, ci si sente già a casa.

Il campanile é un simbolo, di identità, un richiamo affettuoso e
solidale alla vita insieme.

Il campanile non é solo un manufatto di cemento o di pietra, ma
una simbiosi di materia e spirito, arricchito nei ricordi e dai
ricordi di generazioni e generazioni.

Per la pietra valgono i timbri, gli atti burocratici, le carte
bollate. Per quello che essa rappresenta no.


NESSUN RICORSO:
DEMOLITE IL CAMPANILE!


Ed allora, no, Don Livio. No gente di Busteggia.

Nessun ricorso.

Demolite il campanile!

Summum jus summa iniuria, dicevano i latini, ma il Tribunale
deve operare sulla base delle norme che vigono, sul "de jure
condito", paradossale, come in questo caso, che sia.

La signora Corradini dice di aver avuto un danno dalla
costruzione del campanile, il Tribunale le ha dato ragione.

Si
goda il suo successo, finalmente paga, e goda nel vedere
un'impresa specializzata inserire le microcariche esplosive che
in due o tre secondi faranno sparire il suo incubo, il suo
nemico.

Non se ne dolgano Don Livio e la comunità di Busteggia. Quello
non sarà un momento doloroso, tutt'altro. Sarà, anche questo
fatto, un simbolo per Busteggia ma, assicuriamo, per tutta
l'Italia, perché a riprendere la demolizione ci saranno le
telecamere di tutte le TV.

Perché tutto questo?


I SIMBOLI NON
CROLLANO


Perché tutto questo? Già, perché? E come mai?

I simboli non crollano.

La demolizione della struttura
ingigantirà quel simbolo, diverrà esempio di cosa sono e debbono
essere i valori.

Appena sparita la struttura, ridotta ad un cumulo di macerie
polverose, Mons. Maggiolini che lo aveva benedetto, con a fianco
il Sindaco, il più anziano della comunità e l'ultimo nato,
poserà la prima pietra del nuovo campanile, ai canonici cinque
metri di distanza dal confine, in modo da essere in regola con
le norme (e se ci fosse da cambiare qualcosa, ad esempio
le norme sull'altezza, il Comune nel frattempo sarà così saggio da
provvedere).
I simboli restano, tali e quali, anche se cinque metri più in
là.



E I SOLDI?

Ma, dirà Don Livio e la comunità di Busteggia, e i soldi per
fare tutto questo?

Neanche una lira deve essere spesa dalla Parrocchia e dai suoi
parrocchiani dato che li avevano già raccolti per fare il primo
campanile.

I soldi li raccoglieremo in tutta la Valtellina con una pubblica
sottoscrizione, e chiederemo un euro - con possibilità
ovviamente di darne due, tre e anche più -, anche ai
valtellinesi di Milano, a quelli di Roma, a quelli di Australia.
Li raccoglieremo con la collaborazione dei giornali, della TV,
delle radio. Li raccoglieremo con l'aiuto delle Parrocchie,
delle Pro Loco, degli ambientalisti, delle Associazioni, dei
Lions e del Rotary, degli sportivi e dei boy-scouts. Li
chiederemo a chi crede e pratica la religione ma avremo anche, e
lo sappiamo di già, il contributo di chi non é religioso ma
sente ugualmente il valore dei simboli.


COSTRUIAMO IL
SIMBOLO DEI SIMBOLI


Don Livio, comunità di Busteggia, ma anche colleghi direttori
dei mass-media -: subito diamo vita ad un Comitato per seguire
questa via: in un mondo sempre meno attento ai valori
costruiamo un simbolo dei simboli.

Alberto Frizziero
P.S. Ovviamente c'é tutta la nostra disponibilità a rimboccar
le maniche...


GdS 20.1.02

                       




                                            



                                             

Q

Alberto Frizziero
Dalla provincia