La crisi del sistema politico-istituzionale valtellinese

I Romani. E Padoa Schioppa - Europa, Italia, e in provincia? - Dal 1945 - Crescita se... - Valtellina, Terra fertile di talenti - Un sistema che funzioanva - II Repubblica. Potevamo avere un Governo...



I ROMANI. E PADOA
SCHIOPPA

C’è sempre rimasto
in testa il passo di un tema di Liceo svolto da un compagno di
classe a commento dei corsi e ricorsi di Giambattista Vico. Era
riferito all’Impero Romano e più o meno suonava così “Quando i
Romani via via persero le virtù che erano state ragione della
crescita dell’Impero portandolo alla grandezza che sappiamo,
cominciò il declino”.

Non vale solo per i Romani.

Tommaso Padia-Schioppa, interrogandosi sul Corriere della Sera
lunedì 11 novembre, in un articolo dal titolo “LA GRANDE
BONACCIA DELLA BASSA CRESCITA“, scriveva “Siamo (in Italia, in Europa) una comunità di vecchi;
gusto del rischio, forza innovatrice delle classi dirigenti,
visione ampia del futuro, ambizione di influire sul mondo,
emergere di personalità eminenti, talento di guida politica si
sono infiacchiti. A un dinamismo rotto da periodiche crisi è
succeduto un declino ininterrotto; alla produzione è succeduta
la rendita, alla speranza il ricordo. La grande bonaccia è un
fenomeno della società, non della sola economia; essa è scesa
non solo sugli imprenditori, ma su intellettuali e funzionari,
politici e sindacalisti, attori e spettatori”.

EUROPA,
ITALIA, E IN PROVINCIA?


Europa, Italia. E in provincia?

Qualcuno sostiene che in provincia le trasformazioni della
società arrivano in ritardo. Era vero. Oggi, visto che domina
“il tempo reale”, che dalla propria azienda si può vendere e
comprare in un fiat e ovunque, oggi che in parte cospicua agli
spostamenti delle persone si sono sostituiti gli spostamenti
delle informazioni, non è più così. La Valtellina resta valle
raggiungibile con difficoltà per uomini e cose non per
trasformazioni e innovazioni.

E allora interroghiamoci su questa analisi di Padoa-Schioppa,
applicandola alla Valtellina (Valchiavenna, on questo caso,
inclusa).

DAL 1945

Nel 1945 la nostra situazione era sostanzialmente simile a
quella di tante valli alpine e appenniniche, lontane dai centri
urbani, con un’agricoltura – allora il settore in economia era
“il primario”; lo è tuttora come definizione non certo come
fattore economico – non competitiva con quella della fertile
pianura in quasi nessun comparto. L’istruzione, se vogliamo, era
mediamente più elevata per la positiva influenza dell’operato
del Ministro valtellinese della P.I. Credano, ma terminava in
genere con la frequenza alla classe ottava o all’avviamento.
Grande scuola il De Simoni per ragionieri e geometri, ma
l’Università era un miraggio per i più. Basti pensare che allora
le nostre due banche non avevano un solo laureato fra tutti i
loro dipendenti e che in molti paesi l’unico laureato era il
medico condotto.

Confrontiamoci ora con le stesse valli sopra dette, ma non solo
con le valli.

E’ vero che abbiamo avuto quattro fattori di sviluppo: i grandi
lavori idroelettrici, quello che argutamente il prof. Alberto
Quadrio Curzio aveva definito “interscambio commerciale atipico
proprio delle zone di confine”, vale a dire il contrabbando
(solo quello “pulito”, caffè e sigarette”, non quello “sporco”,
che cominciava con oro, orologi per finire alla droga), i granfi
flussi migratori, buona parte dei quali temporanei con
successivo rientro e quindi impiego delle risorse accumulate, le
nostre banche.

Spesso criticato, in realtà i nostri due
Istituti, su base cooperativa ad azionariato diffuso, con la
loro politica di un credito diffuso, spesso basato sulla fiducia
scommettendo sull’imprenditorialità e non sulle garanzia, hanno
favorito in misura talora determinante la crescita di una serie
di iniziative artigianali e commerciali che hanno costituito un
tessuto importante, ad alta produttività.

CRESCITA
SE...


E’ vero tutto questo, ma la crescita avviene solo se il
contesto, se il quadro generale, se lo scenario sono tali da
favorirla, in alcuni casi da incentivarla.

E qui emerge il ruolo svolto dal sistema politico-istituzionale
della provincia, nel quale ritroviamo quei fattori di sviluppo
che Padoa Schioppa ha sviluppato nel suo articolo: gusto del
rischio, forza innovatrice delle classi dirigenti, visione ampia
del futuro, ambizione di influire sul mondo, emergere di
personalità eminenti, talento di guida politica.


VALTELLINA, TERRA FERTILE DI TALENTI


Ripercorriamo, per quanto riguarda dunque il sistema
politico-istituzionale valtellinese, il tempo che é alle nostre
spalle, partendo dalla fine della guerra. Vediamo, ad esempio, i
personaggi, con una motivazione precisa.

In ogni campo, dalla scienza perfino allo sport, si dice che é
la natura a produrre un talento, il genio o il campione. Se i
talenti sono tanti c'é un'altra spiegazione e riguarda il
contesto, il sistema che é tale da favorire una crescita fuori
dell'ordinario delle energie positive esistenti.

Una provincia con tanti abitanti quanti ne ha uno dei tanti
quartieri di Milano, ha dato dal dopoguerra ad oggi al Paese:

- il Ministro Vanoni,
prematuramente scomparso quando alla sua portata era certamente
la Presidenza del Consiglio;

- il Ministro Valsecchi, in
diversi Governi titolare dei dicasteri alle Finanze,
all'Agricoltura, alla Sanità, alle Poste e Telecomunicazioni;;

- il Ministro Forte, alle Finanze e poi delegato per la Fame nel
Mondo;

- il Ministro Tremonti, oggi all'Economia;

- i Sottosegretari Tarabini (molti anni al Tesoro), Moro (molti
anni alle Finanze), Della Briotta (Esteri), Bissi (Lavoro);

- Il Vicepresidente Vicario del
Senato Catellani, che ha svolto anche funzioni di Presidente;

- il Vicepresidente del Senato Della Briotta;

- i Presidenti di Commissione Parlamentare Valsecchi (Finanze e
Tesoro C.), Zappa (Giustizia C.), Provera, oggi, (Esteri S.).

La Valtellina notoriamente é il regno ideale del "nemo propheta
in patria", ma ricordare queste cose ci vuole comunque.

Abbiamo detto del contributo offerto al Paese. Ci sarebbe da
dire anche di chi, pur senza incarichi, ha ugualmente lasciato
il segno in Parlamento (valga per tutti l'esempio dell'on.
Racchetti il cui nome é legato a molti rilevanti provvedimenti
sulla scuola) E ci sarebbe da dire anche di quello dato a Milano
(Oberti, Muffatti, Contini, Bordoni, Tam). E ci sarebbe molto,
moltissimo da dire sull'interno della provincia. Per ragioni di
spazio solo qualche accenno.

UN
SISTEMA CHE FUNZIONAVA


Il sistema ha prodotto, in più di mezzo secolo, una classe di
amministratori locali (Sindaci, assessori, consiglieri) di
elevato livello oltre che - ma questo é requisito scontato in
Valtellina e non ragione di merito, anche se magari nel
confronto con altre situazioni nel Paese lo diventa...

Quando, intorno al 1976, il Governo dovette affrontare la
situazione dei Comuni che stava diventando catastrofica per i
debiti che in qualche parte erano tali da impedire persino il
pagamento dei dipendenti, i Comuni della provincia avevano i
bilanci in pareggio e senza che questo fosse andato a scapito
dei cittadini. Capitava magari - abbiamo presente anche i nomi -
che Sindaci e assessori facessero anche gli impiegati, o
addirittura andassero a cambiare le lampadine della pubblica
illuminazione, sostituendosi a dipendenti che, se assunti,
avrebbero pesato sulle casse comunali.

Dovremmo poi dire degli Enti a livello provinciale. In
particolare del BIM che, al di là delle polemiche contingenti di
allora per la dialettica politica, fece dire poi a uno strenuo
oppositore che se il BIM non ci fosse stato si sarebbe dovuto
inventarlo. E poi la C.Montana unica con alcune realizzazioni
favolose per qualità e rapidità. E cos' ancora per altri Enti
provinciali.

Ma anche le intese su problemi di fondo. Mutuando il sistema
greco al tempo delle Olimpiadi, su problemi vitali per la Valle
lo scontro politico finì in solaio, in "spazzacà come si dice,
privilegiando l'interesse della gente.

Funzionava complessivamente il sistema politico. La DC, Partito
di maggioranza assoluta, aveva 6-7000 iscritti ed oltre 100
sezioni, con un radicamento reale quindi nella società che é
l'elemento fondamentale. In proporzione anche gli altri Partiti.

Non era la Città di Dite, l'Isola Felice. Non era cioè il
meglio, ma il meglio possibile abbastanza sì.

II
REPUBBLICA. POTEVAMO AVERE UN GOVERNO...


Poi é venuta la seconda Repubblica. I Partiti si sono dissolti,
non per ragioni locali, ma effetto di quanto é successo nel
Paese.

La gente non é cambiata. Non é che siano venuti meno, almeno in
parte, le virtù citate da Padoa-Schioppa, come del resto
dimostra la cosiddetta società civile nelle sue manifestazioni,
in primo piano l'eccezionale dinamismo nel Paese dei nostri
Istituti bancari.

Senatores probi viri, Senatus mala bestia, dicevano i Romani.

Gli amministratori valtellinesi, singolarmente, non sono venuti
meno come dimostra il dinamismo delle Amministrazioni Comunali,
grandi e piccole, d'un colore politico, d'un altro, senza
colore. Questo o quel personaggio con responsabilità
istituzionali  emerge ancora (oltre a molti Sindaci Provera,
Bordoni, Tam, Carnini, Sozzani, Passamonti ecc.).

Si é afflosciato il sistema politico-istituzionale e
conseguentemente é venuta meno l'azione di governo.

Un sistema indifferente alla paralisi per più di un anno, alla
non ancora avvenuta approvazione del Bilancio di previsione per
l'anno ormai invece agli sgoccioli, al lasciare inutilizzate
rilevanti risorse, a lasciar defluire gli eventi senza
preoccuparsi di cosa potrebbe venire dal Tribunale delle Acque
sul problema dei fondi reclamati dal Comune di Sondrio, é un
sistema al collasso.

La paralisi del BIM é però solo la punta dell'iceberg.

Potevamo avere da anni quantomeno i progetti della Statale 38.
Si sta ancora litigando sul tracciato in Bassa Valle.

Potevamo avere da anni il Piano Territoriale-Paesistico che, fra
l'altro, avrebbe anche eliminato il congelamento delle zone
Galasso-1 ter. Si sta, ora, progettando in un silenzio poco
produttivo e oltre a tutto controproducente per il committente
(la Provincia).

Potevamo avere eliminato la selva di elettrodotti esistenti. Ci
si sta mettendo solo ora su questa strada per la meritoria
azione locale del Tiranese (C.M. e Comuni interessati).

Potevamo avere risposte meno allarmanti per l'Ospedale Morelli,
ma si é trovato il modo da litigarci sopra.

Potevamo aver risolto il problema dei Rifiuti, ma si é scelta
una strada impervia col rischio di costi esorbitanti a carico
dei cittadini.

Potevamo, facendo tesoro del passato ... avere un Governo.
Alberto Frizziero


GdS 18 XI 02 - www.gazzettadisondrio.it

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Alberto Frizziero
Dalla provincia