BIM: l'assemblea vista, dall'alto, da un inviato un po' speciale Ciclo
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Sabato 11 gennaio, assemblea del BIM nella sala del Consiglio
Provinciale. Molta affluenza ma pochi i curiosi. La maggior
parte sono i consiglieri del Consorzio arrivati in massa, 132 su
138.
Saliamo lungo uno scalone realizzato come un tempo, negli
antichi palazzi. L’alzata dei gradini è più bassa del solito e
non si sente la fatica, tanto che nessuno usa l’ascensore.
Arrivati al primo piano ci dirottano di sopra nello spazio per
il pubblico: una balconata simile alla galleria del Teatro
Pedretti.
Stupenda la vista della sala che la maggior parte dei sondriesi
non ha mai visto. Il progettista Muzio non ha seguito lo stile
Littorio dominante del periodo, ma ha dato una caratterizzazione
valtellinese al Palazzo e alla sala.
Materiali locali, uso del legno con una sorta di grande Stua e
sei grandi dipinti. Non affreschi, ma encausti come dicono gli
specialisti. Usellini ha riscoperto la tecnica antica di
applicare sull’asciutto i colori misti a cera. Dicono che c’è
anche il suo autoritratto, come usava un tempo ma dalla
balconata non riusciamo a identificarlo.
Pochi i presenti, quasi tutti addetti ai lavori con lo Stato
Maggiore del Polo. E arriverà anche il candidato alla Presidenza
Bonetti che dopo l’elezione dovrà scendere al primo piano e
prendere posto alla Presidenza.
Si capisce che c’è un po’ di tensione ma nulla fa presagire
quello che verrà.
Il tempo passa, la sala si sta infoltendo, l’ora è passata ma
non c’è nessun segno che si stia per cominciare.
Stiamo leggendo il giornale quando al tavolo della Presidenza
prendono posto il consigliere Luciano Pelizzi, destinato alla
Presidenza quale consigliere più anziano, e il segretario dr.
Cinquini. Comincia il lungo appello e 130 rispondono, poi
arriveranno altri due.
Si aspetta qualche polemica. L’assemblea si tiene con oltre un
anno di ritardo e poi le discussioni della vigilia, finite anche
sui giornali, sulle scelte delle persone qualche segno lo
avranno lasciato.
Il primo a parlare è il nostro direttore Frizziero che esordisce
“stendendo un velo sul ritardo da Guinness dei primati”. “Per
responsabilità istituzionale” dice, “perché le polemiche sul
latte versato non servono” ma aggiunge “soprattutto per i
problemi che ci sono”. Sembrerebbe avviata bene ma basta poco.
Frizziero è consigliere per Sondrio e solleva il problema dei
fondi per il Comune-capoluogo ora che è fuori dalla Comunità
Montana. Ne sta parlando quando il Presidente della C.M. di
Tirano Giudice – che poi presenterà la candidatura di Bonetti –
si rivolge al Presidente della seduta invitandolo a far
rispettare l’odg e ad attenersi ad esso. Frizziero replica che
il punto è pertinente perché il problema è una mina per BIM e
Comunità Montane ed è giusto che si diano notizie e indicazioni
a chi dovrà entrare negli organi dell’Ente e preparare i bilanci
del 2002 e del 2003. Accesissimo scambio di battute. Alle nostre
spalle, qualcuno dello Stato Maggiore, cui l’uscita di Giudice
non piace, esce in un’imprecazione e in un significativo “ma
cosa gli salta in mente!”. E un altro “non ci voleva!”.
Il Presidente Pelizzi cerca di riportare la calma e si appella
all’assemblea. Raccoglie l’appello Frizziero che, dirà, voleva
proporre una soluzione che avrebbe tolto la più grossa gatta da
pelare al Presidente e al Direttivo. Gli farà eco un altro
consigliere “adesso ci pensi Giudice che faceva bene ad andare
all’incontro tra Comunità Montane, BIM e Comune di Sondrio dove
era l’unico assente!”. Sembra che questa notizia sia vera (lo è
– ndr).
A questo punto nello Stato Maggiore si prefigura un’assemblea
molto calda. Frizziero prosegue presentando, “a titolo
personale” precisa, un documento. Lo Stato Maggiore si fa
attento ma poi respira. Il suo odg solidarizza con la gente
fuori casa per il maltempo, ringrazia per l’aumento dei
sovracanoni sia i parlamentari che tutti i gruppi parlamentari.
“In una discussione da guerra atomica sulla Finanziaria c’è
stata una significativa quasi unanimità” per quello che
definisce “un atto di giustizia”. E poi le proposte, sul da
farsi, tutti “compiti di istituto”.
…omissis… (il documento, che avrebbe dovuto essere votato dopo
l’elezione del Presidente, cosa che avverrà dunque nella
prossima seduta) è riportato in altra parte del giornale per cui
è inutile pubblicare la sintesi – ndr).
I quattro punti di Frizziero sembrano incontrare largo favore in
tutti gli schieramenti, salvo qualche isolato mugugno a
sinistra. La discussione prosegue, in parte a sorpresa, senza
polemiche. C’è la proposta telegrafica di Giudice che candida
Bonetti alla Presidenza ma senza indicare i contenuti, cosa che
comporta qualche richiamo, il più significativo dall’ex Sindaco
di Sondalo Sozzani. Cercherà di rimedierà poi Davare, AN come
Bonetti, con alcune proposte di lavoro fra cui l’istituzione di
commissioni, “gratuite” precisa, zona per zona. Intanto gli
altri interventi, la maggior parte di consiglieri del
centro-sinistra, sono filati via senza polemiche. Leoncelli,
dopo aver richiamato all’assemblea il problema dei fondi per il
Comune di Sondrio, questa volta senza interruzioni o richiami
all’odg, si sofferma sul ruolo del BIM, e così il Sindaco di
Albaredo Del Nero, quello di Cosio Lombella, l’ex Sindaco di
Villa di Tirano Del Dosso Vanari, il Sindaco di Dazio De
Bianchi.
Biavaschi che é candidato, di bandiera visti i rapporti di
forza, del centro-sinistra alla Presidenza si dilunga
illustrando molteplici problemi sui quali il BIM dovrebbe
impegnarsi. Gli fa eco Bettiga (UDC) di Verceia illustrando a
sua volta il da farsi da parte dell’Ente. Si delinea una larga
volontà per far funzionare il BIM, ben oltre i compiti di
esattore, come sostiene qualcuno.
Si va, sul finire della discussione quasi stancamente, al primo
voto, quello per la Presidenza. Il Sindaco di Piuro (Retici)
chiede una sospensione per una verifica politica. Qualche
schermaglia e la sospensione è accordata. Alla ripresa da varie
parti si chiedono chiarimenti e De Pedrini li dà. Si pensava di
dover discutere aspetti politici, ma se ne poteva fare anche a
meno. Tutti interpretano la dichiarazione nell’unico modo
possibile: non ci sono problemi, si va alla fumata bianca.
Semmai qualche movimento, si sussurra, potrà esserci nelle
votazioni successive, per il Vice e per il Direttivo.
Gli scrutatori procedono. Bonetti, Sonetti, Biavaschi, Bonetti e
quindi una prima bianca. Non ci si fa caso. Andando avanti però
anche chi non sta tenendo i conti si accorge che il divario tra
Bonetti e Biavaschi è assai inferiore al previsto ma, quel che
più conta, si stanno infittendo le schede bianche.
Non basta essere primi. Occorre prendere un voto in più della
metà dei presenti, ossia 67. Lo Stato Maggiore alle nostre
spalle si è zittito. Bonetti seduto in prima fila della
balconata non fa una grinza. Impassibile e lo resterò anche dopo
il risultato seppur comprensibilmente teso.
Annunciano l’esito del voto. Chissà perché vien dato prima prima
l’esito di Biavaschi, 50. Applausi: risultato oltre il
preventivato. Poi Cavallari che registra i tre voti di
Rifondazione. Infine Bonetti. Si ferma a 58 voti, nove in meno
del quorum. 1 voto va a Tornadù che era il candidato della
Valmalenco e del Sondriese, e uno a Bianchini. Consistente il
numero delle bianche, 18, che tutti attribuiscono allo
schieramento di centro-destra. Il mancato Presidente in
balconata manifesta una dignitosa impassibilità. In fin dei
conti è vittima. “Dei franchi tiratori” si dirà nello scalone
affollato di gente che torna a casa prima del tempo, ma qualcuno
la pensa diversamente e lo dice ad alta voce “di una regia da
dilettanti”. Registriamo.
Intanto in aula sconcerto e incertezza.
Va al microfono Lipari (Polo del morbegnese) che chiede il
rinvio di 15 giorni. Sozzani concorda alla condizione che venga
nominata una commissione per il programma e qualche intesa
sull’organigramma. Giudice chiede il rinvio di 30 giorni
ritenendo “illegale” la proposta di Sozzani che replica secco.
Diversi interventi confusi poi il primo voto e il rinvio di 15
giorni non viene accolto. Dopo alcuni conciliaboli Sozzani,
purché la sua proposta sia inserita agli atti, concorda in un
aggiornamento di quattro settimane, stessa sede e stessa ora.
Tutti d’accordo, la seduta si scioglie, cominciano i commenti.
Non sta a noi farne, però usciamo nello splendido sole con una
sensazione di disagio. Inviato “speciale”, dato che si tratta di
un’esperienza personale nuova, a questa importante seduta,
abbiamo assistito sì a qualcosa di “speciale”, ma ne avranno
fatto volentieri a meno.
Luca Alessandrini
Gds - 18 I 2002 -
www.gazzettadisondrio.it