In 400 per la Festa dei Valtellinesi di Roma

Consegnate anche alcune borse di studio

Un successo pieno, con
oltre 400 persone presenti, per la 37esima Festa
Valtellinese, la kermesse eno-gastronomica organizzata
come ogni anno dalla Famiglia Valtellinese di Roma,
guidata dall’infaticabile Presidente Leonardo
Marchettini. E questo straordinario afflusso di persone
non è che l’ennesima riprova della validità del lavoro
svolto dal sodalizio capitolilno per mantenere vive le
radici, saldamente piantate nel Nord più nord d’Italia.


Non bisogna dimenticare infatti che di Valtellinesi a
Roma ce ne sono davvero tanti: se ne stimano circa
trentamila. Ed è anche una delle comunità locali più
antiche quanto a presenza nella Capitale, se non
addirittura la più antica di tutte, se si pensa che le
prime maestranze provenienti da Sondrio e dintorni sono
segnalate già all’inizio dei Cinquecento, ricercate
soprattutto per l’abilità in tutte le professioni
connesse con l’edilizia. Senza timore di smentita si può
affermare infatti che, a partire da quell’epoca, non
esiste a Roma monumento, religioso o civile, che non
abbia visto impegnato maestri muratori, scalpellini o
carpentieri provenienti dalla Valtellina.


Con i tempi, naturalmente, la comunità originaria della
Valle si è inserita in tutti i settori della vita
sociale ed economica della Capitale, mantenendo però
fortissimi legami affettivi e cultuali con la propria
terra d’origine. E decisiva per questo è stata la
rifondazione nel 1969 della Famiglia Valtellinese di
Roma, un sodalizio forte e robusto, e soprattutto con i
piedi ben piantati per terra. 26 differenti iniziative
nel 2005, un incontro settimanale la domenica pomeriggio
presso la Basilica dei Santi Ambrogio e Carlo a via del
Corso (la chiesa dei Lombardi a Roma), e soprattutto
questa grande festa annuale segnano l’attività del
sodalizio. E il fatto che alla riunione conviviale
fossero presenti persone di ogni età fa ben capire
quanto sia apprezzato questo lavoro anche dai più
giovani.


Del resto, l’occasione era davvero ghiotta: in un grande
ristorante alle porte di Roma sono calati gli chef
dell’Hotel Combolo di Teglio, straordinari ambasciatori
della cucina valtellinese, che si sono impossessati
delle cucine per proporre tutte le tradizionali
specialità della cucina sondriese: dallo sciatt alla
bresaola, dai pizzoccheri ai bocconcini di cervo, dal
Bitto alla bisciola, per chiudere con mele della
Valtellina, ed amaro Braulio, senza contare l’ottimo
Sassella che ha annaffiato tutto il pranzo.


Presente all’incontro conviviale anche l’avvocato
Francesco Guicciardi, Presidente della Fondazione
Credito Valtellinese, che ha consegnato una decina di
borse di studio a giovani neolaureati di origine
valtellinese, a testimonianza di quanto si concreto e
presente l’impegno a guardare al futuro e non al passato
all’interno della comunità dei valtellinesi di Roma.
Sono oltre un centinaio i giovani che hanno usufruito di
questo sostegno negli ultimi anni, grazie alla
sponsorizzazione della Fondazione.


Importante per mantenere vivi i legami anche l’angolo
dei prodotti tipici, acquistabili sul posto, mentre per
fare festa musica dal vivo e lotteria. Una miscela di
elementi diversi, dunque, davvero efficace per non
dimenticare le proprie radici ed essere ponte fra due
realtà tanto lontane geograficamente,, come Roma e la
Valtellina. E uscendo già ci si dava appuntamento al
2007 per la festa numero 38.
Luciano Ghelfi


GdS 20 II 2006 - www.gazzettadisondrio.it

Luciano Ghelfi
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